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 2013  aprile 15 Lunedì calendario

RCS, SI’ DEL CONSIGLIO ALL’AUMENTO DI CAPITALE —

Rcs Mediagroup ha chiuso il 2012 con una perdita di 509,3 milioni a causa soprattutto delle svalutazioni degli asset spagnoli. Ieri il consiglio presieduto da Angelo Provasoli in una riunione durata cinque ore ha approvato i conti e l’operazione di rifinanziamento per 575 milioni del debito bancario in scadenza, e ha definito lo schema di aumento di capitale fino a 600 milioni in due tranche: la prima da 400 milioni da realizzarsi entro luglio e la seconda da 200 entro fine 2015. I termini dell’aumento, previa eliminazione del valore nominale e riduzione del capitale per le perdite complessive che risulteranno al 31 marzo, con conseguente raggruppamento delle azioni ordinarie, saranno definiti e approvati nel prossimo board del 28 aprile, che convocherà l’assemblea per fine maggio.
Al board del gruppo guidato da Pietro Scott Jovane e che pubblica il Corriere della Sera ieri non hanno partecipato il vicepresidente Giuseppe Rotelli e Carlo Pesenti. Andrea Bonomi è uscito quasi subito per il conflitto di interessi legato al suo ruolo di presidente del consiglio di gestione della Bpm, banca creditrice del gruppo e componente il pool che ha firmato l’accordo di rifinanziamento. Ed è uscito prima del termine dei lavori Paolo Merloni, che si è dimesso in dissenso con le scelte del consiglio, ritenendo troppo «punitive» per i soci le modalità dell’aumento. Infine, il socio fuori patto Diego Della Valle ha fatto pervenire una lettera nella quale sottolinea possibili conflitti d’interessi con parti correlate ed esprime perplessità sui termini della ricapitalizzazione.
Oltre ai conti, il board ha dunque approvato ieri l’operazione di rifinanziamento per 575 milioni da parte di un pool di banche composto da Intesa Sanpaolo, Ubi, Unicredit, Bnl, Bpm e Mediobanca, subordinata fra l’altro all’esecuzione dell’aumento da 400 milioni. Al consiglio nei giorni scorsi sono pervenute lettere di impegno a sottoscrivere la quota di pertinenza da parte di sette soci aderenti al patto: Mediobanca, Fiat, Unipol-Fonsai, Pirelli, Intesa Sanpaolo, Mittel e Edison, titolari complessivamente del 44% del capitale. Alcuni soci hanno poi anticipato l’intenzione di rilevare anche una parte dell’inoptato interno all’accordo parasociale. Gli impegni sono soggetti ad alcune condizioni, fra le quali la costituzione di un consorzio di garanzia: a ieri hanno espresso interesse a parteciparvi, per un controvalore complessivo di 166 milioni, Banca Imi, Centrobanca, Bnp Paribas, Mediobanca e Banca Akros.
Rifinanziamento e ricapitalizzazione costituivano i presupposti per la continuità aziendale. Perciò, pur in presenza di «incertezze sulla sottoscrizione dell’aumento», gli amministratori hanno adottato il presupposto di tale continuità per la redazione del bilancio 2012. Che vede i ricavi del gruppo attestarsi a 1,59 miliardi, in calo rispetto al 2011 di 239 milioni a perimetro omogeneo a causa della diminuzione delle entrate pubblicitarie e diffusionali. Cresce però il contributo delle attività digitali, pari al 9%. Per quanto riguarda i quotidiani, Corriere e Gazzetta dello Sport mantengono posizioni di leadership diffusionale con copie medie diffuse pari rispettivamente a 505 mila (più 1,5%) e 302 mila, incluse le edizioni digitali. La raccolta pubblicitaria sui mezzi online cresce del 7,6% e raggiunge il 17,7% del totale. Per quanto riguarda il 2013 si prevede un risultato «significativamente negativo».
Il board ha infine anche preso in esame le offerte per i dieci periodici da cedere o chiudere, ma le due proposte pervenute non sono state giudicate adeguate.
Sergio Bocconi