Fabio Pavesi, Plus – Il Sole 24 Ore 13/4/2013, 13 aprile 2013
Sono direttore di filiale di una nota banca. Giornalmente mi trovo a lottare contro budget e obiettivi in totale contrasto con le esigenze dei miei clienti
Sono direttore di filiale di una nota banca. Giornalmente mi trovo a lottare contro budget e obiettivi in totale contrasto con le esigenze dei miei clienti. La situazione politica-economica portano l’investitore medio a indirizzare i suoi risparmi su conti deposito e scadenze a breve termine, massimo 12 mesi. La nostra direzione, invece, ci chiede di collocare obbligazioni di nostra emissione a 5-7 anni, totalmente illiquide e fuori mercato (per me il mercato è il rendimento del BTp a pari scadenza, come spiegate anche voi puntulamente nella rubrica il bond della settimana). Ed io seguo le indicazioni dall’alto e le faccio seguire ai miei collaboratori: non per i bonus (quelli non ci sono o sono irraggiungibili), ma per il quieto vivere. Solo oggi (lunedì 8 aprile, ndr) sono arrivate 7 e-mail a sostegno del collocamento in corso, senza tener conto delle telefonate del capo area, della pubblica celebrazione giornaliera della filiale più brava a collocare e l’umiliazione, sempre pubblica, delle ultime. E volete sapere l’ultimo ritrovato? Collegamenti via web conference dove un "esperto" con cadenza settimanale cerca di smontare le obiezioni dei clienti, per esempio «6 anni.. troppo lunga», «ma no, si può vendere quando vuole, anche dopo un anno» e nessuno parla del prezzo di vendita, o almeno di cosa lo fa variare. Spero ogni giorno in un intervento di un organo esterno che fermi questo atteggiamento da parte delle banche, anche se penso che alla fine troveranno sempre un escamotage per aggirare la norma. Gradirei rimanere anonimo, per ovvie ragioni... Nicola (via e-mail)