Roberto Giovannini, La Stampa 13/4/2013, 13 aprile 2013
PRIORITA’ AL LAVORO E RIVEDERE L’IMU"
Il documento dei «saggi economici» inevitabilmente è quello che più si scontra con la realtà politica: mentre sulle riforme istituzionali, a voler ben guardare, non è impossibile trovare un filo comune con le proposte dei partiti, sull’economia e sul lavoro la distanza tra Pd, Pdl e Scelta Civica è decisamente maggiore. Il testo presentato a Napolitano da Enrico Giovannini, Enzo Moavero Milanesi, Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Giovanni Pitruzzella e Salvatore Rossi, così, è stato concepito come «un’agenda possibile». Un’agenda non breve (53 pagine più 30 di approfondimento statistico) che ha un approccio «soft» arricchito però da indicazioni di grande respiro, come l’opzione per uno sviluppo equo e sostenibile, anche ambientalmente. Un approccio centrato comunque ad affrontare come priorità il tema del rischio povertà, dell’occupazione, problemi a cui dovranno essere destinati tutti i margini di risorse che potranno essere rese disponibili. Partendo dal presupposto che gli attuali livelli di spesa e di tassazione sono «massimi», e che d’ora in poi si dovrà soltanto scendere.
Le proposte interessanti, però, non mancano. Tra quelle da attuare rapidamente, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali «in deroga», per i quali bisogna trovare entro giugno almeno un miliardo, e una soluzione per «la grave questione» degli esodati. Sul fisco, tema squisitamente politico quando si parla di redistribuzione del carico, ci si limita a caldeggiare il taglio delle imposte che gravano sul lavoro e l’attuazione di riforme come il federalismo fiscale o del catasto. Con forza, invece, si sollecita la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e una modifica di certe procedure di Equitalia. Il nuovo governo dovrà riprendere le trattative con la Svizzera sui capitali, e proseguire rafforzandoli i meccanismi della spending review.
Per i pagamenti dei debiti commerciali dello Stato alle imprese si suggerisce l’estinzione più rapida possibile, garantendo che l’obbligatorio termine di 30 giorni per i pagamenti, in vigore dall’inizio dell’anno, sia effettivamente rispettato. Va aumentata di 2 miliardi la dotazione del Fondo di garanzia per le Pmi, e si propone un credito di imposta per le spese in ricerca e sviluppo e il varo di un Fondi pubblico-privato di venture capital.
Molte le ipotesi in tema di occupazione. Per rilanciare l’occupazione dei giovani gli esperti pensano a un credito di imposta per i lavoratori a bassa retribuzione. Per favorire l’occupazione femminile, l’idea è quella di incentivare il telelavoro per le donne; e si propone di allentare le restrizioni al lavoro a tempo determinato presenti nella riforma Fornero, almeno in questa fase. E ancora, per evitare i casi «Pomigliano», i saggi propongono di aggiornare le regole dello Statuto dei Lavoratori sulla rappresentanza dei sindacati.
Per il welfare e le tutele alle famiglie, accanto alla revisione dell’Isee (giudicato «iniquo, distorsivo, inefficiente»), si dà una valutazione positiva del reddito minimo di inserimento, «adottato in molti paesi con successo». Tuttavia si dice anche che questa è una misura «onerosa e quindi difficilmente realizzabile nelle attuali condizioni di bilancio a meno di una decisa redistribuzione delle risorse disponibili».
Deciso è l’invito dei saggi a favorire la concorrenza, «dal settore del gas a quello dei farmaci, anche attraverso la valorizzazione della legge annuale ad hoc, mentre per le polizze assicurative è necessario garantire maggiore “dinamismo”». Scetticismo si esprime sulle privatizzazioni, da sospendere finché non «si determineranno condizioni più favorevoli». Infine, bisogna lottare contro il fenomeno dell’abbandono scolastico, anche attraverso il rafforzamento del tempo pieno ormai quasi scomparso.