14 aprile 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - CONTINUANO LE POLEMICHE INTORNO AL QUIRINALE
REPUBBLICA.IT
ROMA - Non c’è ancora nessun accordo per il nuovo inquilino del Quirinale, mentre continua lo scontro sull’ipotesi Romano Prodi al Colle. "Non vorrei mettere in imbarazzo Prodi, è un nome talmente autorevole che non ha bisogno di avvocati difensori. Ma trovo intollerabile pensare che si possa immaginare la sua esclusione". Nichi Vendola, leader di Sel, ospite di "In mezz’ora", su Raitre, risponde così a una domanda sulla corsa per la successione di Giorgio Napolitano al Quirinale. Il prossimo capo dello Stato, aggiunge "deve essere un presidente di pace con i giovani, con il mondo del lavoro, con le nuove generazioni, con la gente. Deve essere un punto di riferimento di quello che è mancato: la poca credibilità delle istituzioni e della politica".
Per il leader Sel, sarebbe auspicabile utilizzare il metodo Boldrini-Grasso anche per la scelta del prossimo inquilino del Colle. "Il ’metodo Boldrini-Grasso’ è una risorsa anche per il presidente della Repubblica. Conta soprattutto l’identikit del prossimo inquilino del Quirinale. Quando dico che dovrà essere il custode della Costituzione, non faccio un richiamo formale, ma affermo una cosa precisa. In Italia ci sono parti della politica che hanno bombardato i principi della Costituzione. Credo che il presidente della Repubblica non debba essere il garante delle nomenklature, delle lobby e di quella classe dirigente che chiede impunità. Penso che il nuovo capo dello Stato - continua Vendola - debba essere il garante della speranza di cambiamento che c’è oggi in Italia".
Sulla possibilità di un’intesa tra centrosinistra e M5S sul voto per il Quirinale, "se son rose fioriranno", ha risposto. Infine, a proposito delle ’Quirinarie’, il leader del Sel dice che occorre rispettare "le modalità talvolta confuse e contraddittorie, naif e anche molto rischiose, di chi prova a rompere la barriera che separa i cittadini dalla politica, dicendo no a un presidente della Repubblica che esce da un laboratorio di specialisti e sì a chi cerca una soluzione alla luce del sole".
Prodi: Quirinale, una corsa cui non ci si iscrive. Intanto il diretto interessato, Romano Prodi, risponde a Silvio Berlusconi, che da Bari aveva chiuso nettamente all’ipotesi dell’ex premier al Colle, dicendo "con Prodi presidente andiamo tutti all’estero". "Non vorrei che si creasse un problema di emigrazione di massa", replica l’ex premier, "ma le posso solo dire che nella cosiddetta corsa per il Quirinale non ci si iscrive e non ci si deve nemmeno pensare", continua Prodi in un estratto visibile su serviziopubblico.it, dell’intervista realizzata da Luca Bertazzoni e trasmessa integralmente giovedì prossimo nel corso della puntata di Servizio Pubblico su La7.
Dal Pdl, intanto, continuano a piovere critiche. "Se la logica, sul Quirinale e su tutto, è quella illustrata oggi da Nichi Vendola, allora se ne deduce che lui e Bersani vogliono il ’muro contro muro’". Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl, critica le parole del leader Sel. "E peggio ancora - prosegue - hanno in mente una vera e propria offesa ai 10 milioni di italiani che hanno votato l’alleanza guidata da Silvio Berlusconi, i quali risulterebbero esclusi da ogni rappresentanza nelle cinque più importanti cariche dello Stato. Bisogna essere politicamente ciechi per non capire quali siano le conseguenze di questa ferita e di una divisione così profonda e così pervicacemente ricercata".
Crimi: sorpreso da nomi Prodi e Bonino. Sorpreso dei nomi di Prodi e Bonino, usciti dalle Quirinarie si dice il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Vito Crimi: "Sicuramente sono un po’ sorpreso dal nome di Prodi, ma anche dalla Bonino: non me li sarei aspettati. Ma va bene così. È la democrazia, questa è la bellezza: accettare con serenità qualsiasi risultato della consultazione democratica", ha detto davanti alle telecamere del Fattoquotidiano.it. "Sorprese no, non ce ne sono state", osserva invece Tatiana Basilio, deputato M5S, che così spiega le preferenze espresse per l’ex premier ulivista: "Prodi è un nome che ai cittadini potrebbe essere caro e poiché le Quirinarie erano libere e aperte agli iscritti, avranno scelto in base alla propria coscienza e alla propria simpatia".
Nella discussione interviene sul suo blog Claudio Messora, responsabile della comunicazione del M5S al Senato. ’’Qualcuno fa notare che tra i nomi finiti in nomination’’ nelle ’Quirinarie’ M5S ’’vi sono anche alcuni europeisti (o euristi) convinti. Su tutti, Romano Prodi, ma anche Emma Bonino’’. Ed è ’’legittimo e comprensibile’’ che ci sia chi ’’lamenta la presenza di nomi ’impresentabili’’’. Ma ’’la sovranità popolare’’ che si è espressa nella consultazione on-line M5S ’’è questa cosa qui’’. E aggiunge: ’’Il metodo ha prodotto questo o quel nome, non a tutti gradito, ma potrebbe l’eletto contestarlo o rifiutarsi di votarlo? - scrive tra l’altro Messora - La Costituzione glielo consente, certo, ma il contratto politico che ha assunto con la base no’’ ’’Chi parla di ’tradimento’, così come chi sorride credendo di avere dimostrato che il Movimento avrebbe dato prova di una presunta incoerenza o malafede - sottolinea il blogger - è indietro cento anni luce rispetto all’unica dimensione ideologica che davvero sottende questo grande esperimento di trasformazione democratica: restituire la parola ai cittadini e lasciarli liberi di scegliere, ispirandosi ai principi della democrazia diretta, del loro proprio destino. Qualunque sia la
loro scelta’’.
Ritiene, invece, che "Rodotà è un’ipotesi concreta, una persona validissima, un vero custode della Costituzione" Adriano Zaccagnini, deputato del Movimento 5 Stelle. Sul nome di Rodotà si potrebbe trovare un accordo con il centrosinistra?. "Se verrà scelto dai cittadini, lo voteremo e ci aspettiamo che Sel e Pd convergano su di lui - ha risposto Zaccagnini -. Potrebbe aiutare a trovare una collaborazione su un’agenda di governo".
Camusso: "una donna sarebbe straordinaria novità". Ma se al Colle salisse una donna? Susanna Camusso sarebbe "certamente contenta": "sarebbe una straordinaria novità", ha detto rispondendo a Maria Latella su SkyTg24. "Io sono convinta - ha detto - che le donne abbiano assolutamente una marcia in più e la capacità di essere concrete e con i piedi per terra nel vedere i problemi e immaginarsi dove si vuole andare. Poi le donne sono tante e diverse tra di loro. Penso che uno dei problemi che ha l’Italia è la tanta esclusione delle donne dai ruoli dirigenziali e politici".
I RIMPROVERI DI MONTI (REPUBBLICA.IT)
ROMA - Il suo non è un abbandono alla politica, "assolutamente no". Ma vuole dedicarsi in modo diverso alla politica italiana. "Non ho voglia nè bisogno di essere segretario o presidente di una forza politica", dice il premier Mario Monti durante la registrazione di "Che tempo che fa", parlando del suo futuro. E chiarendo il senso di una lettera inviata ai vertici di Scelta Civica in cui li invita a scegliere un presidente diverso da lui.
"La mia iniziativa politica è stata una risposta, non una proposta", rievoca il professore, parlando della sua esperienza. E ora? "Continuo a mio modo ad interessarmi alla vita pubblica italiana - ha aggiunto - a sostegno di iniziative che siano per le riforme, per l’Europa e contro il bipolarismo conflittuale".
"Non sarò presidente nè segretario di Scelta Civica". Il professore ribadisce di non voler abbandonare il partito da lui fondato, ma di non volerne essere "nè presidente, nè segretario". "Non sono mai stato il presidente di Scelta Civica - ha ribadito - e ho incoraggiato i deputati e i senatori del partito a pensare quindi a ricoprire la posizione di presidente".
Quirinale, serve nome condiviso. Per quanto riguarda il prossimo inquilino del Colle, Monti non fa nomi - "ci saranno indicazioni di Scelta civica che saranno esplicitate al momento opportuno e nelle sedi opportune", dice - ma assicura il suo impegno perché "il presidente della Repubblica sia eletto con il consenso più ampio possibile, che includa Pd e Pdl". Scelta civica, aggiunge, "potrebbe promuovere questa convergenza". E’ necessario, ribadisce, che il successore di Napolitano abbia il più ampio consenso politico: "Andiamo incontro a sette anni che saranno ancora più difficili dei sette anni precedenti".
Elezioni anticipate "perdita di tempo". "Mi auguro che si faccia un nuovo governo capace di agire e non elezioni che farebbero perdere altro tempo e che con questa legge elettorale magari darebbero lo stesso risultato", dice il premier intervistato da Fabio Fazio.
Economia, è ancora emergenza. Se le circostanze che lo hanno portato a "salire" in politica erano dettate dall’eccezionalità della crisi, come ha più volte sottolineato, per il presidente del Consiglio la situazione del Paese è ancora difficile: "Per quanto riguarda l’economia reale siamo ancora in emergenza", dice. "Al prossimo governo - ha aggiunto - occorrerà una velocità di decisione e un consenso simili a quelli che hanno caratterizzato i primi sei mesi del governo che ho presieduto".
Sindacati e imprese non si chiamino fuori. L’appello lanciato in questi giorni da Confindustria e condiviso dai sindacati affinchè la politica faccia presto per non mettere a rischio la ripresa economica dell’Italia "fa piacere" al premier Mario Monti che tuttavia ricorda a ognuno le proprie responsabilità. "Se l’Italia non cresce ciò è dovuto a lacune della politica, ma moltissimo anche a sindacati e imprese", aggiunge il premier. Secondo Monti sindacati e imprese "devono cambiare, non possono chiamarsi fuori".
Il premier ricorda che "il mondo del capitalismo italiano non ha saputo ammodernarsi in questi anni. E il mondo dei sindacati ha responsabilità storiche nell’arretratezza. Non possono chiamarsi fuori - ha concluso - sono due responsabili della dinamica dell’economia italiana".