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 2013  aprile 12 Venerdì calendario

PARLARE TUTTI LA STESSA LINGUA ORA SI PUO’ CON IL TELEFONINO

«Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse paro­le», racconta la Genesi. Poi, gli uomini decisero di costruire una torre - quella di Babele- al­ta fino al cielo, facendo infuria­re il Signore che per mettere fi­ne al progetto ingarbugliò tutto inventando gli idiomi. Il più re­cente contributo per facilitare la comunicazione tra genti che parlano lingue diverse arriva in questi giorni proprio dalle terre delle vicende bibliche. Una compagnia israeliana, Lexifone, ha commercia­lizzato a fine 2012 un’appli­cazione per Android, utliz­zabile anche senza connes­sione internet e da telefono fisso. Permet­te a due perso­ne che non parlano lo stesso idioma di comunica­re a distanza al cellulare, al telefono fisso oppure faccia a faccia davanti a un tele­foni­no su cui è attivata la funzione vivavoce, dopo essersi registrati al sito. Usando un sistema di ricognizione vo­cale, il software ascolta, tradu­ce, ma interagisce anche con i due protagonisti della conversazione: chiede di ripetere una frase pronunciata male o velo­cemente, indica quando cominciare a parlare. Da una pro­va del prodotto in modalità «fac­cia a faccia », semplici frasi in ita­liano sono tradotte con facilità in inglese.
Italiano, inglese, francese, te­desco, portoghese, spagnolo, mandarino, russo: sono queste finora le lingue traducibili da Lexifone, che funziona in ol­tre centro Pae­si. Nei prossi­mi mesi, rac­conta al Gior­nale Itay Sa­gie, cofonda­tore del­l’­azienda e di­rettore del marketing, la sua squadra lavorerà allo sfrutta­mento di nuove lingue: ebraico - Israele non è ancora un mercato per la compagnia di Haifa ­arabo, coreano, giapponese.
Itay è figlio dell’amministra­tore delegato di Lexifone, Ike, un linguista computazionale -esperto quin­di dell’utiliz­zo di strumen­ti informatici per l’elabora­zione del lin­guaggio - che da anni lavora al sogno di un traduttore universale. «Per molto tempo ha avuto quest’idea in testa, ma soltanto adesso ci sono tecnologie a­bbastanza avanzate per re­alizzarla», spiega il figlio. Ike e Italy Sagie hanno lavora­to al progetto dal 2010. Erano una delle tante realtà della Start­up Nation israeliana.Quando a fine 2012 hanno commercializ­zato l’applicazione, i Sagie han­no detto ­alla Reuters di aspettar­si un milione di dollari di vendite nel primo anno di vita. Sono le piccole e medie imprese a cer­care l’aiuto di Lexifone, spiega Itay, hotel, aziende del turismo e altro, quelle realtà che non hanno abbastanza danaro per permettersi un traduttore o un interprete e che fanno affari at­taccati al telefono. Il fondatore dell’azienda racconta che l’applicazione ha un margine mol­to basso d’errore- «certo si trat­ta di una mac­china e può sbagliare co­me a volte può sbagliare un interprete in carne e os­sa» - e le traduzioni fornite non sono soltanto lettera­ri­e ma prenderebbero in considerazio­ne le diverse culture, grazie al lavoro di squadre di tra­duttori. La compagnia ha soltanto ot­to dipendenti fissi, ma si affi­da a partner locali e lavora con linguisti ­nei di­versi Paesi per modificare e ren­dere più corretto il lessico utlizzato. Per ora, il mercato in cui l’applicazione è maggiormente commercializzata è il Messi­co - ci sono anche produttori di Tequila nella lista dei clienti ­ma l’azienda punta a tutti i mer­cati in espansione: dalla Cina ­dove aprirà un centro di svilup­po- al Brasile. In queste ore, rac­conta Italy, dopo che l’Ansa ha ripreso un articolo di un sito israeliano in cui si parlava della nuova tecnologia, «stanno arri­vando moltissime e-mail an­che da distributori italiani inte­ressati al nostro prodotto».