Luca Zaia - Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 12/04/2013, 12 aprile 2013
ZAIA: VI SPIEGO LA MIA SCELTA DI TARGARE TONGA IL SITO DEL VENETO
Caro direttore,
ho letto col consueto interesse l’articolo sul Corriere della Sera del 10 aprile di Gian Antonio Stella («Il sito del Veneto made in Tonga»), l’ultimo di una serie di forti stimoli — ma anche di severe censure — al nostro lavoro di amministratori pubblici.
Nell’articolo si stigmatizza simpaticamente come il sito ufficiale di riferimento per tutti quanti nel mondo cercano notizie sull’ospitalità e sulle strutture turistiche della nostra splendida regione (www.veneto.to) non abbia come dominio «.it», come sarebbe normale per un sito italianissimo, bensì «.to», dominio attribuito internazionalmente alle isole Tonga.
Ebbene sì. La scelta di quel dominio è mia. E ne porto integralmente la responsabilità. L’ho fatto per protesta. E, se mi concede ancora qualche riga, le spiego perché.
Nel 2005, quando fui nominato vicepresidente della Regione, mi impegnai per riorganizzare da cima a fondo il sistema turistico veneto: partendo coi poli fieristici, passando per un logo ormai ben conosciuto nel mondo, finendo con lo sviluppo di un portale che presentasse nel modo più efficace le infinite possibilità che offrono i nostri territori.
Feci dunque richiesta per un dominio semplice e facilmente identificabile in quel grande oceano che è il web: www.veneto.it. Mi sembrava e mi sembra ancora una scelta quasi scontata, considerando che il turista mondiale chiede semplicità di approccio e compie intuitivamente lo stesso percorso su Internet che lei ha così efficacemente descritto nel suo articolo.
Ebbene no. Non si può. L’«ufficio complicazione affari semplici» — come io definisco quella cappa asfissiante di adempimenti burocratici che ormai paralizzano tutto, a partire dalla voglia di intraprendere delle nostre aziende arrivando fino alla normativa sui siti web — prevede che il nome di un ente territoriale (Veneto, Toscana, Lombardia, Emilia. Bologna, Rimini, ecc.) debba essere preceduto dalla qualifica dell’ente stesso: regione, provincia, comune, ecc (www.regione.veneto.it).
Alla faccia del potenziale turista cinese, indiano, forse anche di Tonga, al quale credo risulti un po’ difficile identificare la differenza fra una regione, una provincia, un comune o qualsivoglia altra distinzione amministrativa del nostro ordinamento.
Così, ribadisco per protesta, decisi di mettere il dominio .to, scegliendo a bella posta le isole Tonga e immaginando che in quel paradiso del Pacifico non abbiano gli stessi problemi burocratici che angosciano noi. Non a caso, digitando Tonga su Google, dopo Wikipedia esce il sito ufficiale del turismo delle isole in questione.
A buon intenditor poche parole.
Luca Zaia
Presidente della Regione Veneto
Ringraziamo il presidente della Regione Veneto per la precisazione che svela un piccolo mistero. E spiega molto di più, intorno alla stupidità di una certa burocrazia asfissiante, di un saggio di mille pagine. Inutile sottolineare che la nostra solidarietà con Zaia in questa battaglia sacrosanta è totale. E non crediamo che siano necessari quattro passaggi parlamentari e un referendum come nelle riforme costituzionali per cambiare quella regoletta assurda che impedisce al quinto paese turistico del pianeta (ed eravamo i primi!) di agganciare nel modo più semplice i potenziali visitatori stranieri. Nel 2012, per la prima volta, i turisti del pianeta che hanno fatto le vacanze all’estero sono stati più di un miliardo, con un aumento in un anno di circa 100 milioni. Che questo boom mondiale non abbia portato alcun aumento del turismo in Italia è colpa anche (anche) di queste complicazioni che il governatore veneto denuncia.
Gian Antonio Stella