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 2012  aprile 12 Giovedì calendario

LA QUOTAZIONE DELL’ORO E’ SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO

L’ oro è sull’orlo del precipizio. Sorprendentemente, sia la crisi di Cipro che le tensioni con la Corea hanno favorito poco il metallo giallo. Questo, probabilmente, è dovuto al fatto che l’oro in questo periodo sta affrontando la propria nemesi, rappresentata dalla crescente agitazione della Federal Reserve sulla questione dell’alleggerimento quantitativo. La crisi di Cipro ha tirato leggermente verso il basso la quotazione del metallo. La banca centrale dell’isola, infatti, potrebbe trovarsi costretta a vendere le proprie riserve auree per riuscire a racimolare i 400 milioni di euro di cui ha bisogno. Altri paesi della periferia dell’eurozona dispongono di riserve d’oro molto più ampie. L’Italia, ad esempio, con le sue 2.452 tonnellate, possiede la quarta maggiore riserva aurea del mondo, con un valore stimato di circa 95 miliardi di euro. Eppure, al momento sembra improbabile che altre banche centrali europee seguano l’esempio di Cipro. Al contrario, è probabile che le banche centrali di tutto il mondo continuino a tenersi strette le proprie riserve o che, come ad esempio nel caso della Russia, continuino persino ad aumentarle.

Anche gli analisti che si erano dimostrati più ottimisti, a questo punto hanno dovuto ricredersi. Questa settimana Goldman Sachs ha nuovamente corretto al ribasso le proprie previsioni in merito all’oro. A questo punto, c’è il serio rischio che la Federal Reserve si trasformi in un nemico da non sottovalutare. Fino a ora, i bassissimi tassi di interesse della banca centrale e la copiosa emissione di moneta hanno favorito l’oro indebolendo il dollaro. Tuttavia, ultimamente, alcuni governatori della Federal Reserve hanno cambiato politica sull’alleggerimento quantitativo e, a quanto pare, entro la fine di quest’anno ci sarà da aspettarsi un giro di vite sul programma. A questo punto basta una parola per mandare a fondo l’oro. Se almeno gli eventi nella penisola coreana fossero precipitati, l’oro avrebbe avuto un po’ di respiro. Ma dato che l’allarme sembra stia lentamente rientrando, una caduta di centinaia di dollari nel prezzo dei lingotti appare sempre più probabile.