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 2013  aprile 12 Venerdì calendario

E VENNE UN UOMO DI NOME FRANCESCO


In un mese, la Chiesa ha fatto la sua rivoluzione. A mia memoria, mai un personaggio pubblico aveva scosso le coscienze come ha fatto Jorge Mario Bergoglio. Un carisma fortissimo, un’umiltà che conquista. Soprattutto, le parole di cui avevamo bisogno: non perdete la speranza, ritrovate il sorriso, il perdono, la misericordia, la tenerezza, recuperate la fiducia in voi stessi, negli altri, nel futuro.
Sarà un Papa molto amato. Ma anche molto odiato. Già ora in tanti lo guardano con diffidenza, e non solo nella Curia messa sottosopra dal suo stile e ancor più dalla sua forza di cambiamento. I conservatori, molto affezionati a quei segni di pompa e di maestà che infastidiscono Papa Francesco, hanno già cominciato ad attaccarlo, come ha testimoniato sul Corriere Luigi Accattoli: molto significativo il sito secondo cui il Pontefice dovrebbe lavare i piedi solo a immaginari “uomini scelti”; mentre Francesco vuole giustamente lavare i piedi sporchi. Ma anche da sinistra si leveranno presto voci contro di lui, quando renderà pubbliche le sue convinzioni dottrinarie e morali, che non sono meno rigorose di quelle dei predecessori. Ma i suoi critici più spietati saranno i nichilisti. I professionisti del nulla. Quelli che non credono a niente. Coloro che la propria speranza l’hanno già persa, e vedono la speranza altrui come fumo negli occhi; o che si sono costruiti una carriera e una notorietà dileggiando e gettando veleno su quanto di buono, di coraggioso, di giusto i loro contemporanei stanno tentando di costruire. Quelli per cui sono tutti ladri, tutti servi, tutti uguali, tutti corrotti. Per loro un uomo che dice parole di fiducia e tenerezza è un pericoloso rivoluzionario. E loro sono i più rancorosi dei controrivoluzionari.
No
Anch’io, come molti, credo che Monti meriti di essere criticato, ad esempio per come ha gestito la vicenda della presidenza del Senato. Ma questa leggenda che si sta diffondendo, per cui Monti avrebbe perso una grande occasione nel respingere la proposta di Berlusconi di “federare i moderati”, è un falso storico clamoroso. Quella proposta, peraltro ritirata nel giro di pochi giorni, non è mai stata neppure per un secondo una cosa seria; come non lo era la proposta di grande coalizione all’indomani del quasi pareggio del 2006, quando Berlusconi il mattino vagheggiava larghe intese e il pomeriggio denunciava brogli elettorali. Vedremo se stavolta le larghe intese si faranno per davvero, o se finirà come con la Bicamerale.

No
Il sit-in dei poliziotti contro la decisione della magistratura di non scarcerare i loro colleghi che hanno provocato la morte di Federico Aldrovandi è stato giustamente condannato. Ma è passata quasi sotto silenzio una notizia ancora più incredibile: il fatto che il sindacato che aveva indetto l’improvvida manifestazione, il Coisp, abbia poi chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno. Ora, se c’è una donna rispettosa dello Stato e dei suoi servitori, è Anna Maria Cancellieri. Ma anche se al Viminale ci fosse il peggiore dei ministri dell’Interno possibili, non può essere un sindacato di polizia a chiederne le dimissioni. È un precedente gravissimo, significativo dello sbando in cui versa un Paese praticamente senza governo.