Andrea Secchi, ItaliaOggi 12/4/2013, 12 aprile 2013
CORSERA, IL PIANO DEI GIORNALISTI
I redattori del Corriere della Sera possono fare la propria parte in questo momento di crisi del gruppo Rcs, ma non accollandosi oneri che non dipendono da loro e comunque ingiustificabili rispetto ai conti del giornale, sempre in attivo. Il contributo che possono dare? 12 milioni di euro, e qualcosa in più, la stessa cifra contenuta nella proposta del direttore Ferruccio de Bortoli, da ricavare però senza tagli agli stipendi ma con pensionamenti e prepensionamenti (45/50), il ridimensionamento delle collaborazioni esterne più costose (80/100 mila euro all’anno), lo smaltimento delle ferie e la sospensione degli stage, dei corsi di lingua e dei buoni libro.
Questo in soldoni il contenuto del documento che il cdr del quotidiano, il sindacato interno dei giornalisti, ha preparato con l’aiuto dei propri esperti e che farà proprio nelle trattative con l’azienda.
Un documento che contiene un’attenta disamina dei conti del Corsera degli ultimi anni, in cui si mostra come il giornale è restato in utile pur vedendo calare i margini, per l’effetto sì dell’aumento del costo del lavoro, ma soprattutto per il contrarsi del mercato pubblicitario. Dal 2010 al 2012 il margine operativo del giornale è passato da 47 milioni a 35,7 milioni. Ed è questa differenza di cui vogliono farsi carico i giornalisti: «è l’unica ’bolletta’ che può essere messa a carico della redazione.
Tutto il resto è un ’ricarico Recoletos’ che non spetta ai giornalisti del Corriere ripianare». Si legge nel documento.
Ma di quant’è l’onere invece previsto dal piano di Pietro Scott Jovane che dovrebbe ricadere sul Corriere? 32 milioni di euro, 16,5 milioni dei quali da 110 esuberi (sempre pensionamenti e prepensionamenti) in tre anni su 355 giornalisti totali, dal taglio degli integrativi e da alienazioni.
Fra i risparmi il cdr sottolinea quelli che possono derivare da un taglio sulle collaborazioni esterne, in particolare sulle fasce alte, collaboratori che raggiungono gli 80/100 mila euro all’anno. Nel 2012 il Corriere ha speso 12,6 milioni su questa voce, e già a dicembre un accordo del cdr con l’azienda aveva fissato un ribasso fino a 10,7 milioni. Secondo il documento, però, si può scendede fino ai 6 milioni di euro. Questo, per altro, servirà per valorizzare meglio le risorse interne, che certo non sembrano mancare.
Da pensionamenti e prepensionamenti, invece, si potrebbero risparmiare 8,5 milioni, anche se i giornalisti pongono una precisa condizione: attualmente i fondi destinati ai prepensionamenti sono al lumicino, perciò bisognera aspettare, se il caso, che il fondo si ricostituisca, onde evitare di trovarsi esodati in casa.
Ancora, ci sono un paio di voci che messe insieme sono un bel gruzzoletto: per le ferie arretrate Rcs ha accantonato 20 milioni di euro in bilancio. Ebbene, il cdr propone «un piano drastico di smaltimento ferie arretrate per i colleghi con i carichi più alti e secondo parametri da negoziare con l’azienda e la direzione» e comunque facendo salvo l’accordo del dicembre scorso che prevede incentivi per lo smaltimento. Risparmio in questo caso: 1,5 milioni.
Da sospendere, ma solo fino a quando l’allarme crisi per Rcs non sarà passato, gli stage per i giornalisti, un beneficio da 1,5 milioni, e i corsi di lingua, 1 milione.
Non solo tagli, però. I giornalisti sottolineano l’importanza degli investimenti: «Il Corriere di carta va protetto e accudito perché resta e resterà ancora a lungo la fonte principale dei ricavi. Ma adesso è il momento di tentare lo scatto sul digitale, perché lì si stanno spostando i lettori di nuova generazione».
Nel documento anche qualce cifra interessante sull’andamento del solo quotidiano: mentre nel 2012 la raccolta pubblicitaria è stata di 152,5 milioni (-11,5%), per quest’anno la stima è di 138/142 milioni. I ricavi dalle diffusioni sono stati di 116,5 milioni nel 2012 (compreso digitale, -4,3%) e dovrebbero essere di 112/114 quest’anno.