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 2013  aprile 11 Giovedì calendario

IL RISCALDAMENTO GLOBALE NON C’È MA CI È GIÀ COSTATO 300 MILIARDI

«Il mistero della Terra che non si surriscalda più», ha titolato ieri a sorpresa Repubblica in prima pagina. «Tra il 2000 e il 2010 cento miliardi di tonnellate di anidride carbonica sono finite nell’atmosfera. Ma la febbre del pianeta è rimasta costante» scrive Elena Dusi. «La Terra resta più calda di 0,75 gradi rispetto a un secolo fa ma dal 1998 non ha registrato nessun aumento di temperatura, in barba a tutti i modelli climatici che prevedevano un riscaldamento continuo causato dall’effetto serra». In realtà, la stessa cosa l’aveva già scritta due giorni prima Fred Pearce sul New Scientist: non è una scoperta del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, anche se fa effettivamente impressione sentirla ripetere da un tipo di stampa che normalmente è associata con il politically correct anche ambientalista. D’altra parte, il giorno prima l’informazione che ci saranno «sempre più turbolenze in volo a causa del riscaldamento globale» l’aveva sparata La Stampa. Insomma: grande è il disordine sotto un cielo a proposito del quale, d’altronde, il dibattito non è solo se veramente si stia riscaldando o no, ma anche soprattutto in quale misura ciò dipenda dal comportamento umano o non piuttosto da fattori esterni, sui quali l’uomo ha limitate capacità non solo di controllo, ma perfino di previsione.
Eppure, in questi dieci anni in cui la temperatura del Pianeta rimaneva costante, opinionisti, organizzazioni e governi chiedevano di spendere per ottenere esattamente quello stesso risultato che si stava già verificando da solo. Quanto è costato tutto ciò? Un intero ramo della scienza economica viene oggi definito Economics of global warming, con studiosi altrettanto litigiosi degli esperti di ambiente, anche se uno sforzo di oggettività è attestato dal fatto che non ragionano in cifre di dollari, ma in punti di Pil. Ad esempio: il possibile costo del Protocollo di Kyoto, in base al quale tutti i Paesi dovrebbero uniformarsi nel diminuire le emissioni per l’appunto responsabili del riscaldamento globale, era stato valutato tra lo 0,2 e il 2% del Pil mondiale. Difficile dunque fare una precisa stima della cifra. Tra Stati Uniti che però non ratificano, Canada che ha denunciato, Russia che nel secondo periodo non avrà più obiettivi vincolanti, Asia, Africa e America Latina in blocco che obiettivi vincolanti non se li sono mai presi, la stima è prima scesa allo 0,1-1%, e poi sotto lo 0,05%.
C’è invece un consenso relativamente ampio sul fatto che, per combattere efficacemente il riscaldamento globale secondo le ricette proposte da chi sostiene la sua esistenza, bisognerebbe destinarvi entro il 2030 il 3% del Pil mondiale. Poiché questo è stato stimato per il 2011 in 69.110 miliardi di dollari, si tratta di 2.073,3 miliardi. Il Pil varia però di anno in anno. Nel 2001, ad esempio, la cifra richiesta sarebbe stata di 1.380 miliardi. Facendo la media - e il lettore intenda che è una media giornalistica e non scientifica - diciamo che per combattere un riscaldamento che non c’è stato, tra 2001 e 2010 era stato chiesto di spendere tra i 15.000 e i 18.000 miliardi. Che, va sottolineato, non sono stati spesi: da cui tutte le recriminazioni sull’incoscienza dei governi che stavano ignorando l’allarme climatico. Se effettivamente Kyoto è costata 60 volte di meno - stiamo sempre facendo stime giornalistiche - si arriva a quantificare tra i 250 e i 300 miliardi. Pochi, se effettivamente servivano. Troppi, se erano inutili.
Il problema della capacità di prevedere pesa anche sulle ulteriori stime secondo le quali, se non si interviene in tempo, tra 2030 e 2050 il costo potrebbe arrivare al 5,5% del Pil mondiale, e nel 2100 addirittura al 6,9%. Peraltro, secondo l’ormai famoso «ambientalista scettico» Bjorn Lomborg, che ha stimato i costi mondiali del Protocollo di Kyoto fino al 2100 in 274.000 miliardi, i danni del global warming potrebbero invece essere stimati all’1,5% di Pil all’anno. Cioè, porvi riparo costerebbe il doppio del danno che provoca.