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 2013  aprile 12 Venerdì calendario

Per il pareggio di bilancio serviranno altre manovre • In Italia ci sono tre milioni di persone che non cercano più un lavoro • Tedeschi benestanti ma tristi • Ogni anno più di due miliardi di euro se ne vanno in consulenze • Quanto è costato lo Tsunami tour • Sequestrato a Bagnoli il terreno dell’ex Italsider • Ratzinger e lo choc da pensionamento • Correre fa bene al cervello Manovre Il Def (Documento di economia e finanza) presentato ieri in forma definitiva prospetta il ricorso a nuove manovre che variano di intensità a seconda che l’Imu sia confermata o abolita

Per il pareggio di bilancio serviranno altre manovre • In Italia ci sono tre milioni di persone che non cercano più un lavoro • Tedeschi benestanti ma tristi • Ogni anno più di due miliardi di euro se ne vanno in consulenze • Quanto è costato lo Tsunami tour • Sequestrato a Bagnoli il terreno dell’ex Italsider • Ratzinger e lo choc da pensionamento • Correre fa bene al cervello Manovre Il Def (Documento di economia e finanza) presentato ieri in forma definitiva prospetta il ricorso a nuove manovre che variano di intensità a seconda che l’Imu sia confermata o abolita. Nello specifico, per proseguire la diminuzione dell’indebitamento e per mantenere il pareggio di bilancio, si parla di manovre per 20 miliardi nel triennio 2015-2017 se l’Imu è confermata, se invece salta, come molte forze politiche chiedono, le manovre salgono a 60 miliardi. Ieri Stefano Fassina e Pierpaolo Baretta (entrambi Pd) hanno prospettato la necessità di fare una manovra aggiuntiva già da quest’anno da 6 a 8 miliardi di euro per finanziare una serie di voci: il rinvio della Tares e dell’aumento Iva, la cassa integrazione in deroga, gli esodati, le missioni all’estero, i contratti di servizio con Anas, Poste, Ferrovie e il bonus del 55% per le ristrutturazioni green. Inattivi L’Istat segnala che gli “scoraggiati” in Italia, cioè coloro che pensano non sia possibile trovare un lavoro, sono un milione e 300mila. Sono poco meno della metà (il 42,7 per cento) di coloro che gli statistici definiscono “inattivi”, quelli che non fanno più nulla per trovare un posto sebbene siano disponibili a lavorare. La somma di queste due categorie fa tre milioni e 86mila persone. Poi ci sono i disoccupati, quelli che cercano attivamente un lavoro, e che sono due milioni e 744mila. In tutto cinque milioni e 831mila persone fuori dall’attività produttiva. L’Italia è prima in Europa non tanto per i disoccupati (Spagna e Portogallo stanno peggio), quanto per il numero di inattivi e scoraggiati: la quota di inattivi nel mercato del lavoro è tre volte superiore a quella della media europea, un terzo degli inattivi continentali risiede nel Belpaese, abbiamo più inattivi che disoccupati, mentre in Europa i disoccupati sono il doppio degli inattivi. Nel 2004 in Italia erano l’8,9 per cento, sono aumentati fino all’11,6 per cento nel 2012. Sono più donne che uomini, sono più giovani che lavoratori maturi (per quanto questi ultimi siano in crescita) stanno più nelle regioni meridionali che al nord (Mania, Rep). Conoscenze In Italia solo il 4% dei lavoratori trova impiego con l’ufficio di collocamento. Oltre il 40% riesce con le conoscenze. Non funzionano più nemmeno i concorsi: dopo il 2003 solo il 7,6 per cento di chi ha un’occupazione ha vinto una selezione pubblica, rispetto al 13,1 per cento del periodo 1998-2003 e del 27,3 per cento del periodo fino al 1997. L’Isfol certifica che chi trova lavoro con le conoscenze guadagna di meno (ibidem). Felicità Un rapporto redatto da Eurostat, Organizzazione mondiale della Sanità e Ocsem, ha esaminato la qualità della vita oggettiva e sua percezione soggettiva in 29 paesi industriali. Risulta che i giovani tedeschi, pur essendo al sesto posto mondiale per benessere e qualità della vita, nella scala della felicità sono al ventiduesimo posto, vicini agli ultimi che sono in Romania. Invece, secondo loro, i giovani italiani sono per benessere al ventiduesimo posto, ma il loro coefficiente di felicità li fa salire al quindicesimo (Tarquini, Rep). Consulenze/1 Ogni anno lo Stato paga 2 miliardi di euro ai 456.565 consulenti che lavorano dalla presidenza del Consiglio fino al più piccolo dei comuni. Tra il 2011 e il 2012 i ministeri hanno speso 20 milioni di euro in consulenze, 152 milioni sono usciti dalle casse delle Regioni, 420 milioni dai Comuni e 110 milioni dalle Province. Centosessanta milioni li hanno spesi le aziende ospedaliere, 178 milioni le Asl, oltre cento le università e 60 le scuole (Autieri, Rep). Consulenze/2 Alcune consulenze: in Friuli Venezia Giulia la Regione ha deciso di destinare 26.370 euro a una persona con il compito di verificare se nevica e quanto nevica. La stessa Regione che ha speso 10mila euro per salvare le biblioteche nel deserto della Mauritania. La giunta della Liguria ha pagato 10mila euro per uno studio sul mezzo idoneo a meccanizzare alcune fasi produttive dell’aglio di Vessalico. Il Piemonte nel 2011 ha stanziato 18mila euro per «la valorizzazione delle collezioni di invertebrati (molluschi e insetti esclusi)» e 30mila euro per la «conservazione delle collezioni botaniche», mentre tra il luglio del 2009 e il dicembre del 2012 139.150 euro sono andati all’università di Torino, incaricata di redigere un progetto «sulla definizione dei valori di resistenza a flessione del legname massiccio per uso strutturale di larice e castagno piemontese» (ibidem). Donazioni Grillo ha reso note le spese affrontate durante la campagna elettorale: è stato finanziato dalla microdonazione di 27.943 cittadini, i soldi raccolti sono stati 774.208,05 euro, quelli spesi 348.506,49. La differenza, ha spiegato, andrà in beneficienza ai terremotati. Secondo la Casa della Legalità, ente antimafia di Genova, il cui presidente, Christian Abbondanza è stato più volte minacciato dalla ’ndrangheta, il rendiconto è «falso», perché «oltre alle spese indicate da Grillo ci sono tutte le spese sostenute a livello locale per la campagna elettorale e non sono indicate neanche le entrate locali». Bonifiche Il tribunale di Napoli ha disposto il sequestro della superficie che comprende l’ex Italsider e la ex Eternit a Bagnoli. Da un’indagine è infatti emerso che tutti gli interventi di bonifica fatti fino a oggi in realtà non hanno bonificato assolutamente niente. Anzi, le perizie tecniche hanno evidenziato un «aggravamento dello stato di contaminazione dei terreni rispetto allo status quo ante». Cioè: invece di bonificare si è inquinato di più. Per la faccenda ci sono ventuno indagati. Choc Il professor Attilio Maseri (cardiologo di Giovanni Paolo II e della Regina Elisabetta II d’Inghilterra) rivela che anche Ratzinger, come molti quando smettono di lavorare, ha avuto lo «choc da pensionamento»: all’inizio è difficile adattarsi alla nuova vita, ma poi si ha una sorta di «effetto rimbalzo» e si recupera (Vecchi, CdS). Jogging Studi scientifici dicono che fare jogging ringiovanisce la memoria e la velocità di ragionamento. Correndo, infatti, si produce una proteina che rafforza i neuroni (Rampini, Rep).