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 2013  aprile 10 Mercoledì calendario

IL GIALLO DELLA SUPER RAPINA EX MILITARI SLAVI O TERRORISTI

Troppo facile, sostengo­no gli investigatori davanti ai cronisti, pensare a banditi con imminenti scopi eversivi, spin­ti a compiere rapine molto red­ditizie per autofinanziarsi, co­me succedeva coi terroristi ne­gli anni di piombo. Anche l’ipo­tesi dei malviventi-militari, ma­gari provenienti da paesi dell’area balcanica, armati e adde­strati come commando, uffi­cialmente sembra non essere presa in grande considerazio­ne. «I banditi non avevano ac­centi stranieri. Inflessioni napo­letane? E chi l’ha detto mai?» fa notare con sufficienza la poli­zia di Como. Tuttavia è davvero troppo presto per tirare delle conclusioni sull’assalto messo a segno lunedì mattina sull’Autolaghi, tra gli svincoli di Saron­no e Turate, a due blindati della ditta «Battistolli» che trasport­a­vano circa 10 milioni di euro tra lingotti d’oro, contanti e valori vari di cui i banditi, senza versa­re una goccia di sangue, sono riusciti a impossessarsi seguen­do una per­fetta sincronizzazio­ne dei tempi d’azione. «Dimenticando» però, sembra, altri cin­qu­e milioni sul furgone non pre­so di mira e che, secondo le fon­ti ufficiali, doveva fare solo da scorta all’altro. Secondo gli inquirenti, che ie­ri mattina hanno fatto un so­pr­alluogo a Turate con il sostitu­to Antonio Nalesso della Procu­ra di Como, qualche risposta potrebbe arrivare dal lavoro della Scientifica di Milano e Co­mo che confronterà i bossoli trovati sul posto (una cinquanti­na i colpi sparati) con quelli di altri colpi messi a segno con le medesime modalità in altre zo­ne del nord Italia.
Gli investigatori della Mobile di Como si sono soffermati sui segni di vernice gialla lasciati dai banditi per orientarsi sul guard rail dell’autostrada, par­te del quale era stato in prece­denza tagliato, probabilmente sempre per la medesima ragio­ne. A sparare due sole persone, armate di un kalashnikov, ma anche di un fucile da caccia, ri­trovato a bordo di una delle vet­ture (tra camion e macchine i banditi hanno usato nel colpo sull’Autolaghi in tutto ben no­ve mezzi, ndr) abbandonate in alcuni magazzini dismessi a fianco dell’autostrada. È lì che i malviventi, dopo aver cosparso vetture e camion utilizzati con schiuma da estintore per cancellare eventuali tracce, so­no saliti e scappati a bordo di au­to «pulite» dopo averci caricato il bottino.
«Gente esperta, che deve aver provato il colpo per mesi prima di agire, calcolando meticolosamente tempi e distanze, senza tralasciare la logistica del territorio -confermano a Co­mo -. Un commando di 15-20 persone preparatissime. Che non hanno utilizzato telefonini ma radio per comunicare tra lo­ro. In modo da ridurre all’estre­mo, se non addirittura annulla­re del tutto, le possibilità di farsi rintracciare attraverso indagini di tipo tecnico».
Ieri si è proceduto con la rico­struzione dell’accaduto con l’aiuto dei testimoni. Tra loro un automobilista milanese, tro­vatosi sotto la pioggia di colpi d’arma da fuoco durante l’as­salto e accucciatosi terrorizza­to nella sua macchina. A un cer­to punto sente bussare al vetro del finestrino ed è convinto che i banditi lo vogliano prendere in ostaggio o, peggio, che lo uc­cidano. Invece sono le guardie giurate della Battistolli che lo vogliono calmare: è tutto finito. Nei prossimi giorni sono pre­visti controlli e perquisizioni a tappeto. Tuttavia c’è addirittu­ra chi pensa, tra gli inquirenti, che i lingotti siano in viaggio verso l’ex Unione Sovietica, la piazza più redditizia per l’oro.