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 2013  aprile 10 Mercoledì calendario

TEMPO SCADUTO PER SAVIANO IL PUBBLICO ORA CAMBIA CANALE

Stavo per cambiare canale anch’io, l’altra sera, quan­do, al termine della lettura dell’incipit di ZeroZeroZero, il nuovo libro di Roberto Saviano sul «mondo visto attraverso l’in­dustria della cocaina» pubblica­to da Mondadori, ha ripreso la parola lui stesso. Fabio Fazio aveva deciso di regalargli l’ult­i­mo appuntamento dell’anno di Che tempo che fa del lunedì per una promozione in grande stile. Era un’operazione preparata fin dal giorno prima, ospite sem­pre lui, con un promettente ci ri­vediamo domani per approfon­dire. Fazio glielo doveva. Un lan­cio editoriale non si nega a nes­suno, del giro giusto. Figurarsi a chi appartiene al cerchio magi­co dei maîtres à penser dei ceti medi riflessivi, ben assortito nel programma di Raitre. Per di più la coppia ex campionessa d’ascolti si era divaricata da un po’, e l’uscita della nuova opera savianesca a sette anni di distan­za da Gomorra appariva come l’occasione giusta per la ricon­giunzione. Così, dopo un pre­ambolo con i Marta sui tubi e Lu­ca e Paolo, ecco Saviano guada­gnare il­ centro della scena e ten­tare una complicata contestua­lizzazion­e del suo lavoro nel momento di vuoto che stiamo attraversando. «Mi chiedo: in questa assenza dove sta andando il de­naro li­quido delle organizzazio­ni criminali? Chi sta approfittan­do delle case messe all’asta e del­le fabbriche che chiudono? Lo­ro». Qualcuno dice che bisogna fare presto. Ciò che invece dice Saviano è che «ogni giorno per­so è regalato alle organizzazioni criminali». Come se non bastas­sero i licenziamenti, i suicidi o l’impossibilità di pagare il mu­tuo, c’è un motivo secondario per contrastare la crisi: lo strapo­tere della criminalità organizza­ta. Per Saviano sull’intero piane­ta giganteggia l’ombra nera del narcotraffico, «l’azienda più grande e potente del mondo, più del petrolio o della tecnolo­gia».
Paradossalmente, l’altra sera l’unico diversivo è stata la lettu­ra di Servillo. Sniffano coca tuo padre o tua madre. Se non loro, tuo fratello o tuo figlio. Oppure il tuo capufficio; se non lui, sua moglie o la sua amante. Il presi­de della tua scuola, oppure il bi­dello. L’elettricista che ti sta cambiando la presa, o il parcheggiatore sempre allegro, l’ar­chitetto, il vigile che ti sta facen­do la multa e suda in pieno inver­no... (insomma, nessuno esclu­so, tranne, che caso, il giro della tv e del cinema). «Se pensando­ci bene ritieni che nessuna di queste persone possa tirare co­caina, o sei incapace di vedere o stai mentendo. Oppure, semplicemente, la persona che ne fa uso sei tu».Insomma,è il raccon­to di una magnifica ossessione. Una suggestione anche poten­te, con una sua propria estetica. Purtroppo,quando si passa dall’estetica all’etica la tensione scende. E c’è quasi un rifiuto, una fuga. Stavo per cambiare ca­nale anch’io come molti altri se con il 6,7 per cento (2 milioni 54 mila telespettatori) Che tempo che fa del lunedì ha fatto registra­re il record negativo dell’anna­ta. C’è da riflettere.Un po’ come lo sono la magistratura e le inchieste giudiziarie per Trava­glio che ci trascina a parlare di Pietro Grasso e di Commissione antimafia fuori tempo massi­mo, la criminalità organizzata e i narcos sono la magnifica osses­sione di Saviano. Però, di plane­taria abbiamo già la crisi econo­mica: non possiamo reggere an­che la lotta al crimine globale. Si sa, per un certo periodo le ma­gnifiche ossessioni funzionano alla grande. E possono anche far arricchire, moralmente e non solo. Ma poi il tempo scade. Ed è un bel paradosso per Che tempo che fa.