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 2013  aprile 11 Giovedì calendario

CALIMERO, 50 ANNI DA "PICCOLO E NERO"

Un’estate Anni 60, piena di sapore di sale e di speranze per una vita migliore. Non erano ancora andati tutti in vacanza, perchè era il 14 luglio e le partenze intelligenti non erano state inventate. Sugli schermi della tv in bianco e nero, uno strano pulcino fece la sua prima apparizione. Non era soffice e giallo, come nei fumetti o come quelli veri che certe volte si acquistavano cercando di farli crescere in casa. Era completamente nero, sovrastato da un guscio bianco e soprattutto molto infelice: «Tutti ce l’hanno con me perchè sono piccolo e nero... è un’ingiustizia però». La differenza, come sempre, provocava disagio, rischiando di scatenare comportamenti razzisti, e allora ecco intervenire il prodigioso detersivo della Mira Lanza. Un tuffo nel bucato e via tristezza, Calimero, inventato da Nino e Toni Pagot insieme a Ignazio Colnaghi (proprietario dell’indimenticabile vocina), tornava momentaneamente felice, fino al prossimo Carosello, ovvero la sera dopo: «Ma tu non sei nero - gridava entusiasta a lavandaia -, sei solo sporco!». Il messaggio sulla diversità non era proprio edificante, ma l’idea che i timidi, gli introversi, i deboli, gli emarginati, avessero qualcuno con cui identificarsi, funzionava a meraviglia: «La forza di Calimero - spiega Marco Pagot nel volume della Cineteca Italiana di Milano La tv al tempo della Pagot film - è nella sua identità grafica, nell’immagine immediatamente riconoscibile: un editore l’aveva definito un “carattere tipografico”».

Insomma, l’abito fa il monaco e Calimero, che quest’anno compie mezzo secolo e viene festeggiato a Bologna, nell’ambito del Future Film Festival, con un evento speciale curato da Mario Serenellini, è diventato una star indiscussa della storia pubblicitaria italiana: «Quando un personaggio genera un nome comune - ha scritto Umberto Eco - ha infranto la barriera dell’immortalità ed è entrato nel mito : si è un calimero come si è un dongiovanni, un casanova, un donchisciotte, una cenerentola, un giuda». Grazie all’aspetto infantile, più bambino che pulcino, i grandi occhi sbarrati sotto la metà troppo grande di un uovo, il personaggio superò presto i limiti della scenetta tv. Non solo venne riproposto con immutato successo fino alla metà degli Anni 70, non solo raggiunse notorietà internazionale con versioni doppiate in varie lingue (in Giappone la fama del pulcino è indiscussa), ma addirittura riuscì a entrare nel mondo della politica, con dotte citazioni e celebri accostamenti. Serenellini ricorda Alighiero Noschese che, in pieni Anni 60, aveva ideato una parodia di Aldo Moro tutta nel segno di Calimero. Ma fu Giuliano Amato ad andare oltre dichiarando nel 2000, durante la conferenza stampa di fine anno, una frase che oggi induce sinistri interrogativi: «L’Italia cresce: non siamo Calimero». Forse non era vero, forse lo siamo eccome, e non c’è nemmeno la speranza di un detersivo che ci faccia tornare candidi.

L’anniversario meritava assolutamente una festa, non c’è Pulcino Pio che tenga, Calimero è un’altra cosa. A Bologna si rivedranno la vita e le opere del piccolo piumato, le metamorfosi grafiche, le avventure divise con la fidanzata Priscilla e l’amico Valeriano, il passaggio dal bianco e nero al colore. Ma soprattutto si scopriranno le prime versioni di un Calimero in 3D, destinato ad animare una serie di 104 puntate da 12 minuti, pronta per il

2014, e in onda su Raidue. Frutto della collaborazione tra Italia (Studio Campedelli e Raifiction) e Francia (Gaumont Alphanim/TF1) con il contributo dello studio torinese Animoka e con la distribuzione della Disney Europa, il ciclo dovrà porsi soprattutto l’obiettivo dell’adeguamento ai tempi. Anche se l’autocommiserazione è ancora di moda, anche se l’Europa è sempre più piena di Paesi che stanno per diventare (o lo sono già), piccoli e neri, il mondo di Calimero dovrà subire qualche modifica. Basti pensare che la serie Mira Lanza, si intitolava La costanza dà sempre buoni frutti . Un ottimismo della volontà che oggi fa sorridere di nostalgia. Certo non si può credere che un «Ava come lava» risolva i problemi di un pulcino emarginato, e magari, per rimanere in sintonia con l’attualità, si potrebbe pensare a una squadra di galletti bulli destinati, alla fine, ad avere la peggio. Possibile anche prevedere che l’accento spiccatamente veneto del personaggio torni a scatenare le stesse polemiche degli esordi. E dire che della Lega non c’era traccia. In verità, a pensarci bene, un Calimero edizione 2014 potrebbe avere diversi punti in comune con l’oggi. Forse l’unica cosa anacronistica sarebbe il puntuale lieto fine degli sketch.