Sergio Bocconi, Corriere della Sera 10/04/2013, 10 aprile 2013
AUMENTO RCS, SI’ DI FIAT E MEDIOBANCA —
Si terrà domenica il consiglio di Rcs Mediagroup che approverà i conti 2012 e convocherà fra il 16 e il 24 maggio l’assemblea ordinaria e quella straordinaria per l’aumento di capitale, che nella prima tranche sarà di 400 milioni, mentre una seconda operazione fino a 200 è stata messa in calendario entro il 2015.
Ieri sono arrivati i sì ufficiali alla ricapitalizzazione del gruppo editore del Corriere della Sera da parte di Fiat, Mediobanca e Intesa, fra i maggiori soci del al patto rispettivamente con il 10,3%, il 14% e il 5%. Il presidente di Fiat, John Elkann, ha comunicato la decisione in conferenza stampa dopo l’assemblea: «Quando la situazione è difficile è il momento in cui si deve essere chiari su come si guarda al futuro. Abbiamo fatto avere al presidente di Rcs, Angelo Provasoli, la nostra adesione pro quota all’aumento di capitale. È un piano credibile, così come il vertice dell’azienda che lo sta portando avanti con una serie di iniziative, e tutte le componenti della società». Secondo il presidente della Fiat la maggior parte dei soci di Rcs seguirà l’aumento: «L’incontro del patto» svoltosi lunedì, «è stato incoraggiante». Sulla possibilità infine che il Lingotto sottoscriva anche una parte dell’eventuale inoptato, ha sottolineato che parlarne oggi «è molto prematuro»: «Vedremo più in là, quando se ne capirà l’ammontare».
Per quanto riguarda i soci bancari di Rcs, Intesa Sanpaolo, titolare di circa il 5%, ha reso noto ieri di aver annunciato il proprio sì lunedì nel corso della riunione dell’accordo parasociale. E sempre ieri il consiglio di Mediobanca ha dato il via libera alla partecipazione all’aumento e al rifinanziamento del debito del gruppo editoriale. Sulla decisione c’è stato un accordo unanime nel board, con l’astensione di Carlo Pesenti per motivi legati a conflitto d’interessi. Anche in questo dossier (come in quello Generali) appare forte la spinta dell’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, in accordo con il board, rivolta a cambiare lo status quo nelle partite determinanti. L’istituto, con altri soci Rcs, sarebbe al lavoro per identificare un nuovo soggetto unico responsabile dell’azienda e del suo rilancio. Per quanto riguarda Italmobiliare (socio con il 7,5%) Lo stesso Pesenti ha detto in uscita da Piazzetta Cuccia che il comitato esecutivo della holding del gruppo bergamasco avrebbe deciso nel pomeriggio. La riunione è cominciata verso le 18,30 e l’esito verrà comunicato oggi.
All’appello sull’aumento mancano ancora diversi soci, dentro e fuori il patto. Se alcuni sì appaiono scontati (come quello di Mittel, considerato il ruolo determinante nella partita di Giovanni Bazoli), in altri casi riflessioni sembrano ancora in corso. Come in Generali, che detiene il 3,7%: l’atteggiamento «laico» del group ceo Mario Greco nei confronti della permanenza nei patti potrebbe in teoria indirizzare Trieste a non seguire l’operazione. E non ha sciolto la riserva Unipol, che ha «ereditato» da Fonsai il 5,2%. Dagli azionisti esterni al perimetro vincolato (pari in totale a circa il 60%) solo i Benetton (5%) hanno già chiarito che non parteciperanno. Non è invece ancora noto cosa faranno Giuseppe Rotelli, primo socio del gruppo di via Solferino con il 16,6%, e Diego della Valle (8,6%).
Se nel patto l’inoptato potrebbe essere assorbito da alcuni fra i grandi soci, fuori dall’accordo parasociale è prevedibile si estenda la garanzia bancaria. Ciò potrebbe avvenire con l’intervento di alcuni o tutti gli istituti creditori pro quota di esposizione, senza la formalizzazione di un consorzio.
Nel frattempo proseguono i contatti con (e fra) le banche creditrici per il rifinanziamento di 575 milioni sul totale di 850 circa di debito del gruppo: aumento e rinegoziazione del debito sono entrambi necessari perché venga salvaguardata la continuità aziendale di Rcs, che chiude il 2012 con pesanti perdite derivanti dalla svalutazione degli asset spagnoli. Si è parlato di una schiarita sul tema del debito (che aveva visto un irrigidimento di Unicredit) soprattutto dopo la riunione che si è tenuta venerdì scorso. Anche su questa situazione un chiarimento deve comunque arrivare prima del board di domenica.
Sergio Bocconi