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 2013  aprile 10 Mercoledì calendario

LA COSTITUZIONE PARLA SOLO DI RISPETTO DELLA PROPORZIONALITA’

Presidente Mirabelli, deputati e senatori a cinque stelle hanno occupato le aule perché le commissioni parlamentari non partono. Lei cosa ne pensa?
«Le commissioni parlamentari sono uno strumento essenziale per la vita del Parlamento. Per formarle è necessario che si individui una rappresentanza dei gruppi parlamentari in modo proporzionale alla loro consistenza e in modo tale da permettere l’individuazione di maggioranza e opposizione in ogni commissione, permanente e speciale».
Che fare, dunque?
«La Costituzione dice poco, poi ci sono i regolamenti parlamentari e la prassi. L’individuazione di maggioranza e minoranza è l’unico passaggio obbligatorio e sancito come pure – ma dalla prassi – l’abitudine che le presidenze delle commissioni di garanzia vengano date all’opposizione mentre le commissioni permanenti, che hanno potere deliberante, vengono assegnate alla maggioranza».
Alla Camera, però, una maggioranza c’è ed è quella del centrosinistra. Lì si potrebbe procedere?
«Sì, è vero, alla Camera il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale in vigore è talmente consistente da permettere la definizione della maggioranza parlamentare, quella di centrosinistra. Al Senato, invece, la situazione è molto più complicata, come si sa. Credo che, dunque, almeno alla Camera si potrebbe procedere, e celermente, alla definizione delle commissioni anche se poi, appena si forma un nuovo governo, bisognerebbe ridiscuterne presidenze e assegnazioni. In ogni caso, la Costituzione chiede solo il rispetto della proporzionalità dei gruppi. Poi c’è un problema di funzionalità: il processo legislativo nasce e si forma proprio dentro le commissioni permanenti».
Ma Parlamento e governo devono procedere insieme, giusto?
«Sì, il Parlamento opera in stretto raccordo con il governo, per la formazione delle leggi, e il governo esamina le leggi promosse dal Parlamento o ne promuove delle proprie, inoltre valuta la copertura delle leggi, sempre esponendo i propri pareri. La nostra è una repubblica parlamentare…».
Il governo attuale può lavorare?
«Un governo in carica deve sempre esserci e deve sempre ottenere la fiducia del Parlamento. Quello attuale è ancora in vigore per l’ordinaria amministrazione, e anche per l’eventuale straordinaria amministrazione, cioè per ogni atto ‘necessario e urgente’. Può fare, per esempio, decreti legge, come quello per i rimborsi dei crediti delle imprese, quindi può esprimere i suoi pareri sulle leggi, dentro le commissioni. Una cosa è certa: un governo deve sempre esserci, ordinario o dimissionario che sia. La pienezza dei poteri di un governo è però dato dal rapporto di fiducia con il Parlamento».
Almeno le commissioni per il regolamento e la Giunta per le elezioni possono essere convocate?
«Sì, senz’altro. In ogni caso, non serve drammatizzare la situazione. Viviamo un momento di stallo, ma ancora per poco. La piena funzionalità delle commissioni sarebbe auspicabile».