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 2013  aprile 09 Martedì calendario

PERCHE’ UN PIANO ANTI-AMIANTO?

Ieri a Casale Monferrato è stato presentato il Piano Nazionale Amianto.

Perché proprio a Casale?

Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha scelto di varare ufficialmente il Piano a Casale perché questa è diventata, nel mondo, la città simbolo della lotta all’amianto, materiale che ha già causato migliaia di morti. Qui ha operato per 80 anni la più grande fabbrica italiana della Eternit, appartenente a una multinazionale, passata di mano a diverse proprietà.

Che cos’è l’amianto?

L’amianto, noto anche come asbesto, è un minerale appartenente a una famiglia di silicati fibrosi resistenti al calore, agli acidi, agli alcani. Venne usato per realizzare coperture per tetti, tubazioni specie di acquedotti tutt’ora in uso, e fu impiegato per coibentare e per molti altri usi industriali.

Che cosa provocano le fibre di amianto?

Se inalate, possono causare malattie molto gravi, tra cui il mesotelioma pleurico caratterizzato da una latenza molto lunga, da 10 a 40 anni e anche più.

Che cos’è il mesotelioma pleurico?

È un cancro maligno che, insieme ad altre patologie, anche tumorali, è scientificamente riconducibile alla esposizione ad amianto. L’esposizione può essere di tipo professionale, cioè di chi ha lavorato questo materiale (fino al 1992 quando una legge nazionale lo ha bandito) o ne viene a contatto ancora oggi (negli interventi di smantellamento e di bonifica dei siti inquinati) e di tipo ambientale (sono a rischio tutti i cittadini che respirano la fibra, pur senza avere a che mai avuto a che fare con gli stabilimenti produttivi). Il pericolo di contrarre il mesotelioma è diffuso ovunque ci siano manufatti di amianto (principalmente tetti) perché non c’è una soglia minima di fibre al di sotto della quale si è sicuri di non ammalarsi.

Come si cura?

A oggi la diagnosi è infausta. La novità del Piano Nazionale amianto è rappresentata dal modello della «rete» in cui sono stati inseriti dodici centri specializzati (Istituti di ricerca, Centri universitari e ospedalieri) che condivideranno la migliore standardizzazione delle cure esistenti, ma soprattutto testeranno sul numero più elevato di pazienti le terapie sperimentali provenienti da laboratori di ricerca italiani e stranieri.

Quali sono le prospettive di una cura risolutiva?

Adesso come adesso è difficile fare delle previsioni sui tempi, perché molto dipende dalla volontà di condividere i saperi e dal reperimento di risorse finanziarie per sostenere la ricerca.

Quante sono le vittime del mal d’amianto?

In Italia è atteso il picco di morti per mesotelioma nel 2025: da qui ad allora si stimano almeno altre 25 mila vittime. Attualmente le vittime uccise da malattie asbesto-correlate sono più di 1600 all’anno. Anche la soglia di età si abbassa. Una fascia particolarmente colpita, attualmente, è tra i 50 e i 60 anni, quelli che vengono considerati i «bambini di ieri, cioè che hanno respirato la fibra quando erano ragazzini. L’altra sera a Casale è morta di mesotelioma una giovane donna di 36 anni.

Quali sono gli obbiettivi che ci si pone?

Arrestare questo stillicidio e fare in modo che il terribile picco ipotizzato resti soltanto una previsione teorica.

Perché è stato necessario stilare un Piano Nazionale Amianto di concerto tra i ministeri della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro/Politiche Sociali?

Perché, come ha evidenziato il ministro Renato Balduzzi, la questione amianto, nel suo complesso, è una emergenza nazionale, con ricadute sanitarie, economiche, sociali e psicologiche.

La legge del 1992 ha vietato l’uso dell’amianto. Ci sono ancora siti inquinati?

La legge ha vietato la lavorazione e l’uso, ma non ha obbligato allo smantellamento e alla bonifica. A Casale Monferrato tutti gli edifici pubblici sono stati bonificati, ne restano ancora di privati, ma nel resto d’Italia si va molto più a rilento. Un censimento, non ancora completato, ha conteggiato, fino a ora, 34 mila siti inquinati, di cui 308 gravemente compromessi (ma si stima di superare, in questa fascia, i 500). Complessivamente migliaia di tonnellate sparse in tutta Italia, più quelle non visibili.

Qual è la situazione dell’Italia rispetto all’Europa e al mondo?

In due terzi del pianeta, l’amianto è ancora legale e ampiamente lavorato e utilizzato. Ora, il Piano Nazionale italiano è stato richiesto come modello dall’Unione Europea e anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha manifestato interesse per le sue linee guida.