Claudio Marincola, Il Messaggero 9/4/2013, 9 aprile 2013
LA CONFESSIONE DEL DISSIDENTE CURRO’
È il deputato 5 Stelle che «vuole parlare con il Pd». Ed è stato il primo a rompere il muro di silenzio, a dire di non condividere la linea indicata da Beppe Grillo. Ha chiesto di aprire un dialogo con i democrat sulla falsariga del modello Sicilia. Ma da quel giorno Tommaso Currò, 39 anni, catanese, da due anni attivista del moVimento, non può certo dire di aver vissuto giorni tranquilli. Lo hanno chiamato tutti. Non c’è una trasmissione, un talk show che non abbia provato a invitarlo e lui ha continuato finora a dire no. Tra l’altro si è anche rifiutato di partecipare alla scampagnata di venerdì scorso quando 145 parlamentari su 163 si sono ritrovati all’agriturismo «La Quiete». «Perché dobbiamo spostarci noi, venga Beppe da noi, se vuole». Intorno a lui scese il gelo. L’ideologo Becchi lo definì «un traditore» Finché ieri Roberta Lombardi, a esplicita domanda, ha risposto: «Certe cose anziché farcele leggere sui giornali, Currò poteva venircele a dire. Ne avremmo parlato, siamo aperti al dialogo ma poi a maggioranza decidiamo la linea da tenere. Il nostro è un gruppo aperto, un gruppo a libera adesione». I due ieri si sono incontrati casualmente in un ascensore a Palazzo Madama. La Lombardi usciva dalla conferenza stampa, Currò stava raggiungendo il 3° piano per participare a una riunione. Tra i due nessuna parola. Solo un imbarazzo, finché il deputato siciliano, accompagnato al suo collaboratore, è sceso.
Currò ha sentito? Lombardi ha detto che lei avrebbe dovuto porre il problema prima e non dopo.
«Onestamente non so cosa ha detto, arrivo o ora».
Ha detto che certe cose anziché dirle ai giornalisti Currò avrebbe dovuto porle al moVimento...»
«...In realtà ne abbiamo parlato tante volte».
E ora?
«Ora è dura. Voglio dire, è un momento difficile anche sul piano personale». Lo incrocia in corridoio la senatrice siciliana Nunzia Catalfo, e accennando un mezzo sorriso gli sussurra : «Con te sono molto arrabbiata...».
Sta dicendo che il rapporto con gli altri parlamentari si è incrinato?
«Diciamo che tra noi ora c’è molta freddezza. Ma ho ricevuto anche tante telefonate di colleghi che mi esprimevano solidarietà».
Lei ha fatto da apripista, è stato il primo a uscire allo scoperto, seguito poi da altri come Battista, Rizzetti, Bocchino e Bencini. Ma secondo lei c’è spazio nel moVimento per il dissenso da Grillo?
«Non lo so. Siamo pionieri anche in questo».
Dicono che lei sia il nuovo Favia.
«Non direi».
Però alla scampagnata non ha partecipato.
«No comment».
Grillo ha detto: «Chi è ’sto Currò... non lo conosco».
«Eppure ci conosciamo. Ma siamo tanti, che vuole, non si ricorderà di me».
Se ci sarà da votare la fiducia a un governo guidato da un esponente del Pd lei cosa deciderà di fare?
«Continueremo a parlarne, come abbiamo sempre fatto. Poi voterò quello che la maggioranza avrà deciso».
Si parla di un suo passaggio nel gruppo misto.
«Chi ne parla? Io no».