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 2013  aprile 09 Martedì calendario

FORMA E SOSTANZA, IL SEGRETO DI UN’ELEGANZA CHE HA FATTO EPOCA

Se fai la storia, non puoi lasciare nulla al caso. «È assurdo pensare che le donne intelligenti non siano anche belle» spiegò Thatcher in un’intervista-manifesto del 1979. Forma e sostanza dovevano essere la stessa cosa. Così il pugno di ferro in economia e politica si tradusse in poche determinanti scelte di stile, accompagnate da una tenace cura di sé. «Sul cibo spesso la cosa migliore è la rinuncia» andava dicendo l’ex numero uno di Downing Street, «non si può indulgere o finirà tutto dritto sui tuoi fianchi». Dal filo di perle all’acconciatura impeccabile, dal taglio delle giacche alla borsetta: negli anni Ottanta Margaret Thatcher divenne l’icona del “power dressing”, la sobria e ingessata eleganza di chi comanda e sceglie di non indossare i pantaloni. Abbandonati i vezzi degli esordi - come i cappelli con piume e svolazzi che esibì alla prima candidatura col partito conservatore nel 1951 – Thatcher optò per un guardaroba soprattutto “british”. Marianne Abrahams, la stilista di Aquascutum che firmava la maggior parte dei suoi tailleur raccontò di un’attenzione quasi maniacale per le giacche con “spalle ben disegnate”.
I tessuti – tweed o altro – non dovevano spiegazzarsi, per via dei numerosi viaggi intercontinentali. Come colori la Baronessa prediligeva il blu navy e il celeste zaffiro con rare concessioni per i rossi nelle tonalità del fucsia o ciliegia. Calzava ballerine Ferragamo con tacco di 3 centimetri. La griffe italiana rivestì d’altronde Meryl Streep quando si calò nei panni di Thatcher vincendo l’Oscar con “The Iron Lady” (2011). Poi c’erano l’immancabile filo di perle (dono del marito), le spille dorate, gli orecchini a bottone e la blusa col collo a fiocco. Fece epoca il suo modo di portare i capelli, cotonati, quasi scolpiti. Si dice che prima di ogni visita di Stato si facesse consigliare dalle ambasciate sul terreno il miglior parrucchiere per una piega last minute. Ma se il “thatcherismo” in moda fosse un oggetto sarebbe la borsetta, data l’abitudine della lady di ferro di posare la sua borsa sul tavolo ogni volta che doveva concludere un discorso importante. Il termine “handbagging”, nel dizionario inglese, assunse proprio per questo il significato di attaccare verbalmente qualcuno. L’ultima borsetta dell’ex premier, targata Asprey, è stata venduta all’asta da Christie’s nel 2011 per 25mila sterline. Secondo l’ex deputato laburista Dave Nellist Thatcher ci metteva dentro «soltanto il rossetto». Forse l’ennesimo commento maschilista di chi, come ammise l’ex presidente francese Mitterand, tremava davanti a quegli «occhi da Caligola e labbra da Marilyn Monroe».