Gian Micalessin, il Giornale 5/4/2013, 5 aprile 2013
DIECI DOMANDE E DIECI RISPOSTE
Negli anni ’70 la guerra atomica e l’«inverno nucleare» erano l’incubo dell’umanità. Un attacco della Corea del Nord non provocherebbe certo gli apocalittici scenari immaginati da chi prefigurava l’esplosione di centinaia di atomiche lanciate da Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli ordigni di Pyongyang non raggiungono, fortunatamente, neppure la potenza di quelli esplosi sul Giappone nel 1945. E la Corea del Nord non è ancora in grado di trasformarli in testate per i propri missili. La presenza di queste armi basta però a risvegliare l’incubo di Hiroshima. E a sollevare inquietanti interrogativi.
1 La Corea del Nord possiede l’atomica? Pyongyang ha effettuato tre esperimenti nucleari sotterranei. Il primo risale all’ottobre 2006. Il secondo al maggio 2009. Il terzo e ultimo è stato realizzato lo scorso 11 febbraio. Stando ai rilevamenti la potenza degli ordigni non ha superato gli 8 kilotoni. Secondo Cia e Aiea, Pyongyang disporrebbe di materiale necessario per assemblare dai 14 ai 48 ordigni. La tecnologia necessaria per costruirli sarebbe stata acquistata dal Pakistan alla fine degli anni ’90.
2 Che conseguenze avrebbe un’esplosione? A Hiroshima la bomba provocò un onda d’urto che distrusse tutti gli edifici in un’area di 15 chilometri quadrati. L’onda di calore generò tempeste di fuoco della durata di 6 ore con temperature intorno ai mille gradi. L’onda radioattiva contribuì ad uccidere chiunque si trovava a meno di due chilometri dall’epicentro causando un bilancio immediato di 70mila morti. Il fall out e le radiazioni continuarono a uccidere per molti anni causando tumori e malformazioni genetiche.
3 Come ci si può difendere dall’onda radioattiva? Fino a un chilometro dall’epicentro solo in rifugi sotterranei di cemento armato ventilati. A distanze maggiori cercando riparo dietro muretti, costruzioni o avvallamenti del terreno per evitare l’onda d’urto e radioattiva. Per evitare la contaminazione bisogna allontanarsi dalla zona investita coprendosi con materiali isolanti. Una volta in zona sicura bisogna distruggere i vestiti e lavarsi con getti d’acqua a pressione per eliminare tutte le particelle radioattive.
4 La Corea del Nord è in grado di lanciare un attacco nucleare? Per lanciare un attacco nucleare bisogna riuscire a trasportare l’ordigno atomico sopra il bersaglio facendolo esplodere ad un’altezza designata. I nord coreani non sono ancora riusciti a miniaturizzare un ordigno atomico e a trasformarlo in una testata da montare su un missile. Tecnicamente potrebbero utilizzare un aereo, come fecero gli Stati Uniti nel 1945, ma sarebbe estremamente difficile farlo arrivare sui cieli della Corea del Sud senza che venga preventivamente abbattuto.
5 Cosa si nasconde dietro le minacce? Pyongyang usa la minaccia nucleare come arma per spaventare il mondo e spingere gli Stati Uniti a riprendere la trattativa diretta sul disarmo rifiutata da Washington. In cambio della rinuncia alle armi atomiche spera d’incassare aiuti alimentari e finanziari. Il regime guidato dal giovane Kim Jong-un spera inoltre di guadagnare maggiore credibilità nei confronti dei militari e di una popolazione stremata da crisi economica, carenze alimentari e politiche repressive.
6 Quali sono le altre armi di Pyongyang? Pyongyang possiede un migliaio di missili a corta media e lunga gittata. Può usarli per colpire con armi chimiche e batteriologiche non solo la Corea del Sud, ma anche il Giappone e le basi americane circostanti. Le sue artiglierie possono bersagliare le zone intorno a Seul, una metropoli di 11 milioni di abitanti distante meno di 60 chilometri dal confine. I 60mila soldati delle sue agguerrite «forze speciali» possono infiltrarsi nel sud usando i tunnel scavati sotto la frontiera.
7 Che effetti avrebbe un attacco convenzionale? L’uso di missili e artiglieria su zone ad alta concentrazione di civili provocherebbe centinaia di migliaia di vittime nei primi giorni dell’attacco.Le perdite potrebbero superare il milione dopo la prima settimana di guerra. La rappresaglia aerea della Corea del Sud e degli Stati Uniti annienterebbe il potenziale bellico e industriale del Nord riducendolo ad uno stato fantasma. Ma rischierebbe anche di provocare una pericolosa entrata in gioco del gigante cinese.
8 Quale ruolo gioca il gigante cinese?Pechino sta apparentemente richiamando all’ordine l’alleato nord coreano. I militari hanno, però, acquisito molta influenza dopo la salita al potere del presidente Xi Jinping e premono per una maggior contrapposizione con l’avversario americano. Nell’ultimo anno hanno minacciato direttamente il Giappone, Taiwan e gli altri vicini coinvolti in dispute territoriali nel Pacifico. Non accetterebbero mai una rappresaglia in grado di distruggere l’alleato nord coreano.
9 C’è il rischio di una guerra fra Stati Uniti e Cina? La Cina potrebbe minacciare un intervento diretto nel caso Seul e Washington invadessero la Corea del Nord dimostrando di voler mettere fine al regime comunista. Il rischio di un devastante conflitto esteso a tutta l’area del Pacifico spingerebbe però i due giganti alla trattativa. Una misurata rappresaglia, capace di mettere alle corde la Corea del Nord potrebbe invece spingere la Cina ad insediare a Pyongyang un regime alleato, ma meno fanatico ed estremista.
10 In caso di attacco alle basi l’Italia sarebbe coinvolta? Teoricamente un attacco alle basi americane potrebbe portare ad un coinvolgimento diretto della Nato e quindi dell’Italia. L’impossibilità di proiettare in tempi brevi un adeguato dispositivo militare su uno scenario così remoto rende però improbabile un nostro coinvolgimento diretto. Una guerra bloccherebbe però l’interscambio commerciale con Seul che ammonta a oltre 7 miliardi di dollari l’anno, infliggendo un’altra grave ferita all’economia del nostro paese.