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 2013  aprile 05 Venerdì calendario

I CONTI TRUCCATI E IL BLUFF DI MONTI

Caro direttore, l’Italia ha bisogno di quella che si potrebbe chiamare una «opera­zione verità» sul reale stato dei conti pubblici. Mi permetto di darti dieci spunti.
1. Rispetto alle sti­me fornite dallo stesso governo Monti nei me­si passati, le entrate to­tali previste sono crol­late. Nelle pieghe del­la relazione presenta­ta da Monti e Grilli al Parlamento, per il 2013, si prevedono in­fatti 15 miliardi e 700 milioni in meno.
2. Secondo quanto risulta al Coordi­namento dei dipartimenti Pdl, il qua­dro è ancora peggiore: dalle nostre ana­lisi, rispetto alle previsioni governative di settembre scorso, le entrate previste sono scese da 784 miliardi di euro a 763, il che configura un buco di 21 miliardi in termini di minori entrate che si traduce automaticamente in un cospicuo aumento del deficit pubblico, che il prossimo governo sarà costretto a risanare.
3. Ancora una volta la regola liberale, da noi sempre sostenuta, si conferma: se le aliquote fiscali aumentano in mo­do spropositato, il risultato finale è una riduzione di gettito, e non un aumento.
4. Questi dati dimostrano che il falli­mento di Monti è totale: doveva garanti­re rigore e sviluppo, ma, con le sue tas­se, ha provocato il crollo dell’econo­mia, senza nemmeno arrivare ai risulta­ti di risanamento da lui promessi.
5. Un pensiero cattivo (a pensar male si fa peccato,ma...) è che,dopo aver sco­perto il buco di 21 miliardi di minori en­trate, i signori tecnici si siano fatti pren­dere dalla paura, e abbiano cercato un’arma di distrazione di massa (su un tema pur sacrosanto), e quindi abbiano annunciato in pompa magna l’imminente varo del decreto sul pagamento dei debiti della Pubblica amministra­zione verso le imprese.
6. Ma sappiamo com’è andata: per fa­re una cosa giusta, e cioè onorare i debi­ti verso le imprese, il governo era pronto a farne una sbagliatissima, e cioè far pa­gare il conto a tutti i cittadini, con un via libera all’aumento dell’addizionale Ir­pef. Per la verità, il governo ha cercato di smentire (senza convinzione e senza nettezza, però) l’intenzione assurda e inaccettabile di consentire questo au­mento. Ma la verità è che quell’idea bal­zana era circolata, eccome, nelle stanze del governo. Poiché li abbiamo scoperti e abbiamo denunciato la cosa pubblica­mente, hanno rinunciato, ma hanno pure rinviato il provvedimento, non sa­pendo più che fare. La triste morale che se ne ricava è la seguente: i tecnici o met­tono tasse oppure non sanno decidere alcunché.
7. Altro pensiero cattivo: alle prese con il buco di 21 miliardi nelle entrate, con i quasi 50 miliardi da trovare per ri­spettare le regole del fiscal compact, e con il temuto downgrading di Moody’s, i nostri «scienziati» sono più che mai nel panico. Un uccellino ci dice che si tenterà in fretta e furia di collocare 20 mi­liardi di titoli di Stato: operazione in que­sto momento quanto mai rischiosa.
8. Inoltre, nel decreto ci potrebbe es­sere «una clausola di sospensione dei pagamenti stessi, se si arrivasse a ridos­so del 3% nel rapporto deficit/pil». Ipo­tesi per nulla remota. Se si dovesse verifi­care, il prossimo governo si troverà a do­ver sospendere l’operazione in corso, con pesanti ripercussioni sulla credibi­lità dell’intera ope­razione e con un dan­no per le aziende che non vedranno pa­gati i loro crediti.
9. Nelle pause e nel tempo libero, in­tanto, arrivano nuovi inasprimenti fisca­li. Si dice che tre indizi fanno una prova: e infatti i tecnici confermano l’Imu, confermano l’aumento Iva, e ora (con il pa­sticcio Tarsu/Tares) aggravano la stan­gata di fine anno. Tra il saldo Imu e il sal­do Tares, infatti, la tredicesima di milio­ni di italiani salterà ancor più di quanto non sia già saltata nel dicembre scorso, e la fine dell’anno diventerà una scaden­za devastante per le famiglie italiane. Il complesso di queste misure disegna una inaccettabile patrimoniale striscian­te. Ed è un atto politico che rende ancora più grave un insopportabile bombarda­mento fiscale ai danni degli italiani.
10. La conclusione che se ne ricava è la seguente. I tecnici dovevano risana­re, e non lo hanno fatto: anzi, lasceran­no buchi ed esigenze di una nuova ma­novrina. Dovevano dare respiro all’eco­nomia, e invece hanno fino all’ultimo soffocato di tasse le famiglie e le imprese. Fino a quando abuseranno della no­stra pazienza?