Davide Capezzone, il Giornale 5/4/2013, 5 aprile 2013
I CONTI TRUCCATI E IL BLUFF DI MONTI
Caro direttore, l’Italia ha bisogno di quella che si potrebbe chiamare una «operazione verità» sul reale stato dei conti pubblici. Mi permetto di darti dieci spunti.
1. Rispetto alle stime fornite dallo stesso governo Monti nei mesi passati, le entrate totali previste sono crollate. Nelle pieghe della relazione presentata da Monti e Grilli al Parlamento, per il 2013, si prevedono infatti 15 miliardi e 700 milioni in meno.
2. Secondo quanto risulta al Coordinamento dei dipartimenti Pdl, il quadro è ancora peggiore: dalle nostre analisi, rispetto alle previsioni governative di settembre scorso, le entrate previste sono scese da 784 miliardi di euro a 763, il che configura un buco di 21 miliardi in termini di minori entrate che si traduce automaticamente in un cospicuo aumento del deficit pubblico, che il prossimo governo sarà costretto a risanare.
3. Ancora una volta la regola liberale, da noi sempre sostenuta, si conferma: se le aliquote fiscali aumentano in modo spropositato, il risultato finale è una riduzione di gettito, e non un aumento.
4. Questi dati dimostrano che il fallimento di Monti è totale: doveva garantire rigore e sviluppo, ma, con le sue tasse, ha provocato il crollo dell’economia, senza nemmeno arrivare ai risultati di risanamento da lui promessi.
5. Un pensiero cattivo (a pensar male si fa peccato,ma...) è che,dopo aver scoperto il buco di 21 miliardi di minori entrate, i signori tecnici si siano fatti prendere dalla paura, e abbiano cercato un’arma di distrazione di massa (su un tema pur sacrosanto), e quindi abbiano annunciato in pompa magna l’imminente varo del decreto sul pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese.
6. Ma sappiamo com’è andata: per fare una cosa giusta, e cioè onorare i debiti verso le imprese, il governo era pronto a farne una sbagliatissima, e cioè far pagare il conto a tutti i cittadini, con un via libera all’aumento dell’addizionale Irpef. Per la verità, il governo ha cercato di smentire (senza convinzione e senza nettezza, però) l’intenzione assurda e inaccettabile di consentire questo aumento. Ma la verità è che quell’idea balzana era circolata, eccome, nelle stanze del governo. Poiché li abbiamo scoperti e abbiamo denunciato la cosa pubblicamente, hanno rinunciato, ma hanno pure rinviato il provvedimento, non sapendo più che fare. La triste morale che se ne ricava è la seguente: i tecnici o mettono tasse oppure non sanno decidere alcunché.
7. Altro pensiero cattivo: alle prese con il buco di 21 miliardi nelle entrate, con i quasi 50 miliardi da trovare per rispettare le regole del fiscal compact, e con il temuto downgrading di Moody’s, i nostri «scienziati» sono più che mai nel panico. Un uccellino ci dice che si tenterà in fretta e furia di collocare 20 miliardi di titoli di Stato: operazione in questo momento quanto mai rischiosa.
8. Inoltre, nel decreto ci potrebbe essere «una clausola di sospensione dei pagamenti stessi, se si arrivasse a ridosso del 3% nel rapporto deficit/pil». Ipotesi per nulla remota. Se si dovesse verificare, il prossimo governo si troverà a dover sospendere l’operazione in corso, con pesanti ripercussioni sulla credibilità dell’intera operazione e con un danno per le aziende che non vedranno pagati i loro crediti.
9. Nelle pause e nel tempo libero, intanto, arrivano nuovi inasprimenti fiscali. Si dice che tre indizi fanno una prova: e infatti i tecnici confermano l’Imu, confermano l’aumento Iva, e ora (con il pasticcio Tarsu/Tares) aggravano la stangata di fine anno. Tra il saldo Imu e il saldo Tares, infatti, la tredicesima di milioni di italiani salterà ancor più di quanto non sia già saltata nel dicembre scorso, e la fine dell’anno diventerà una scadenza devastante per le famiglie italiane. Il complesso di queste misure disegna una inaccettabile patrimoniale strisciante. Ed è un atto politico che rende ancora più grave un insopportabile bombardamento fiscale ai danni degli italiani.
10. La conclusione che se ne ricava è la seguente. I tecnici dovevano risanare, e non lo hanno fatto: anzi, lasceranno buchi ed esigenze di una nuova manovrina. Dovevano dare respiro all’economia, e invece hanno fino all’ultimo soffocato di tasse le famiglie e le imprese. Fino a quando abuseranno della nostra pazienza?