Alessandro Carlini, Libero 26/3/2013, 26 marzo 2013
MISTER FACEBOOK SI FA IL PARTITO HA GIÀ UN MILIARDO DI «ISCRITTI»
Un movimento politico che può contare su una piattaforma in grado di raggiungere personalmente milioni di utenti con un semplice click. Più precisamente: 157 milioni solo negli Stati Uniti, ché nel mondo intero s’arriva al miliardo. È di sicuro il sogno di molti leader, e d’altro canto l’incubo per chi teme di essere di fronte al più potente vettore di propaganda al mondo. Tutto questo potrebbe diventare presto realtà. La piattaforma in questione è infatti Facebook. E il personaggio pronto a lanciarsi in politica è il neanche trentenne ma già ultramiliardario fondatore del social network, Mark Zuckerberg. Non gli bastano più fama e soldi. È pronto a smettere la tipica felpa che porta sempre, magari per indossare il doppiopetto del politico. Secondo la stampa americana, Zuckerberg starebbe infatti lavorando - insieme con altri colleghi della Silicon Valley - alla creazione di un movimento. Con le caratteristiche della lobby - vale a dire i gruppi di pressione che perorano le loro cause presso partiti e esponenti governativi. Ma, vista la velocità con cui si creano partiti-movimenti proprio a partire da internet, potrebbe diventare molto di più.
E dunque, Zuckerberg una sorta di Beppe Grillo a stelle e strisce? Presto per dirlo. Ma nel “programma” del giovane miliardario ci sono alcune similitudini proprio con la “visione” del Movimento 5 Stelle. L’imprenditore americano vuole dar potere alla Rete, e trasformare il mondo in una sorta di social network accessibile a tutti, senza confini né dogane, e quindi con una immigrazione libera. In ogni caso, la lobby messa in piedi dagli imprenditori di Silicon Valley - e che non è così difficile immaginare possa sfruttare anche la diffusione di Facebook - punta prima di tutto a far pressioni su Casa Bianca e Congresso: vuole cambiare le regole ed agevolare l’arrivo negli Stati Uniti di giovani studiosi e ricercatori da tutto il mondo. Attirare talenti da ogni dove, eliminando le barriere spesso insormontabili per chi proviene da alcuni Paesi. E dare nuova linfa alla ricerca negli Stati Uniti. Sullo sfondo, la necessità per l’industria hi-tech americana di rimanere al passo con i tempi e di sviluppare soluzioni sempre più avveniristiche e competitive.
Il progetto del ventinovenne miliardario patron di Facebook è ancora mantenuto nella massima segretezza. Ma qualcosa comincia a trapelare. Uno dei principali obiettivi dell’associazione dovrebbe essere quello di favorire una riforma della cittadinanza che renda più facile l’iter per le persone senza documenti, magari perché in fuga da Paesi in cui sono perseguitati. Questo però fa venire i brividi a chi teme che fra qualcuno di questi immigrati si nasconda qualche terrorista. I visti per studenti, ad esempio, sono uno dei mezzi più usati per far arrivare giovani integralisti islamici all’interno degli Stati Uniti.
Peraltro, il sito Politico riferisce anche come Zuckerberg e compagni abbiano già ingaggiato alcuni strateghi democratici e repubblicani al fine di creare un gruppo di lobbisti in grado di fare le giuste pressioni non solo sui problemi legati all’immigrazione ma su un’ampia serie di questioni economiche, molte proprio incentrate sullo sviluppo di internet.
Sembra che la politica piaccia sempre di più al giovane imprenditore, che di recente ha ospitato nella sua villa californiana il primo evento elettorale: una raccolta- fondi per il governatore repubblicano del New Jersey, Chris Christie, che ha avviato la corsa per il suo secondo mandato. Zuckerberg ha incontrato Christie per la prima volta nel 2010, quando ha fatto una donazione di 100 milioni di dollari per le scuole pubbliche di Newark. Da allora i due si sono mantenuti in contatto e coltivano un’amicizia. Il capo di Facebook, però, si è tenuto anche in buoni rapporti col presidente democratico, Barack Obama.