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 2013  aprile 08 Lunedì calendario

QUIRINALE. I SINDACATI PUNTANO SU AMATO O MARINI

Ci sono Cgil, Cisl e Uil che, in attesa di capire come si scioglieranno i nodi politici, navigano di conserva: Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno indetto una manifestazione davanti al Parlamento per martedì 16 aprile per protestare contro la mancanza di fondi per la cassa integrazione in deroga (servirebbe un miliardo di euro in più, secondo i sindacati) e hanno deciso di celebrare il primo maggio a Perugia, teatro, alcune settimane fa, di un dramma del lavoro, con l’omicidio di due impiegate regionali da parte di un imprenditore, poi suicidatosi, che vantava crediti nei confronti della Regione. Ma poi c’è la Fiom che, come al solito, segue un suo percorso. E così il leader dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, ha indetto una manifestazione nazionale a Roma per sabato 18 maggio, precisando: «Vuole essere non solo una manifestazione dei metalmeccanici, ma anche dei giovani, dei precari, di chi vuole cambiare lo stato delle cose».
Per quella data i nodi politici dovrebbero essere stati sciolti e da essi dipenderanno anche i rapporti fra i sindacati e il ruolo che potranno avere nei nuovi scenari. Facciamo qualche esempio. Se il prossimo presidente della Repubblica fosse Giuliano Amato, si tratterebbe di un nome gradito al sindacato. Amato, da giovane è stato, insieme con Bruno Trentin e Vittorio Foa, tra i fondatori, nel 1979, dell’Ires, il centro studi della Cgil. E più recentemente, quando ha ricevuto dal presidente del Consiglio, Mario Monti, l’incarico di superconsulente per il taglio dei costi della politica e del sindacato, ha consegnato a Palazzo Chigi un rapporto che nella sostanza salva dai tagli le organizzazioni dei lavoratori. Su Caf e patronati, infatti, Amato suggerisce di non intervenire, sia perché svolgono funzioni essenziali (riconosciute da sentenze della Corte costituzionale quelle dei patronati) sia perché entrambi hanno già subito pesanti tagli dei contributi pubblici, mentre uno spazio per ulteriori risparmi lo individua nella riduzione dei distacchi sindacali nel pubblico impiego.
Un altro nome, tra quelli che hanno più chance di succedere a Napolitano, e che sicuramente sarebbe gradito alle confederazioni, magari di più alla Cisl e meno a Cgil e Uil, è quello di Franco Marini, una vita passata a via Po, sede della Cisl, che ha guidato dal 1985 al 1991, prima di passare alla politica e diventare anche presidente del Senato, due legislature fa. Con Amato o Marini i sindacati si sentirebbero certamente garantiti, cosa che avverrebbe in grado assolutamente inferiore se a farcela dovesse per esempio essere Emma Bonino, mai tenera con Cgil, Cisl e Uil, ed esponente di punta di un partito, i radicali, che ha sempre considerato la triplice come un pezzo del regime, con accenti che ora vengono ripresi dai grillini. Senza contare che alla cattolica Cisl, un presidente Bonino, alfiere delle lotte per l’aborto e il divorzio, qualche problema lo creerebbe.
Dopo aver puntato sui cavalli sbagliati alle elezioni, sia Camusso (che contava su Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi) sia Bonanni (che era sicuro del ruolo decisivo che avrebbe giocato Monti) aspettano l’evolversi della situazione con comprensibile preoccupazione. La crisi economica si aggrava e ovunque si aprono nuovi fronti mentre manca l’interlocutore governo. Il caso del trasporto pubblico locale è emblematico. Il contratto è scaduto da più di 5 anni. Oggi sciopera l’Usb, lunedì 13 maggio si mobiliteranno tutti gli altri sindacati. Ma per quella data ci sarà il nuovo esecutivo? Stesso discorso vale per il pubblico impiego. Anche qui gli stipendi sono fermi da anni. Domani il punto della situazione sarà fatto dal presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, che presenterà il Rapporto sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti. Ma, a ben vedere, la situazione degli statali è rosea rispetto a quella dei lavoratori del settore privato, dove il problema spesso non è conservare il potere d’acquisto ma lo stesso posto di lavoro.
Enrico Marro