Luigi Accattoli, Corriere della Sera 08/04/2013, 8 aprile 2013
TORNA IL CROCIFISSO DI MONTINI E DEL VANGELO PORTATO AI POPOLI
Cambia il Papa cambiano i simboli, o tornano quelli di prima. Dopo cinque anni è tornato ieri nelle mani di un Papa il Crocifisso di Paolo VI, usato poi dai due Giovanni Paolo e dal primo Benedetto XVI, fino alla domenica delle Palme del 2008. Da allora e fino alla fine del suo Pontificato il Papa tedesco usò — prima in originale e poi in copia — una Croce che fu di Pio IX e che era stata poi usata da tutti i successori fino al Vaticano II. Croce che il Papa argentino aveva accettato fino al giorno di Pasqua e che ieri ha sostituito con il Cristo di Papa Montini. A Paolo VI stava a cuore l’immediata comprensione del Vangelo da parte dell’uomo d’oggi: è a tal fine che il Papa che fece tradurre la liturgia nelle lingue moderne volle anche un Crocifisso con il Cristo appeso, al posto della Croce istoriata della tradizione papale. Tenendolo tra le mani e portandolo per il mondo era come se dicesse, con San Paolo: «Noi predichiamo Cristo crocifisso». A Benedetto XVI stava a cuore la «continuità» del Papato e del magistero della Chiesa: come aveva scelto il nome «Benedetto» che sormontava la serie conciliare dei Giovanni e Paolo e quella immediatamente preconciliare dei Pio, così aveva ripreso la Croce che era stata di un Papa lontano: come a dire che la fede predicata dai Papi è sempre la stessa. Ora Papa Bergoglio torna al Crocifisso di Paolo VI per segnalare — forse — una rinnovata urgenza di mostrare all’umanità sofferente di oggi l’immagine parlante del Cristo inchiodato alla Croce.
Luigi Accattoli