Cristina Siccardi, Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchernwald, Edizione Paoline., 8 aprile 2013
14 marzo 1912, Vittorio Emanuele III subisce un attentato. I sovrani si recano al Pantheon per assistere a una messa in suffragio di Umberto I
14 marzo 1912, Vittorio Emanuele III subisce un attentato. I sovrani si recano al Pantheon per assistere a una messa in suffragio di Umberto I. Presso l’edificio un uomo spara tre colpi. Il primo colpo non parte neppure, il secondo ferisce il maggiore Lang, il terzo, deviato da un agente che aveva afferrato il braccio dell’attentatore, colpisce il cavallo dello stesso maggiore. Lang resta in sella finchè sviene e il cavallo, tenendo il suo posto a fianco della carrozza di Vittorio Emanuele, giunge fino al Pantheon, e qui cade a terra morendo. Giunti sul luogo, il re, baciando la mano alla madre disse, con il suo solito fare ermetico: «Abbiamo fatto tardi perché c’è stato un attentato». Un umorismo dal sapore inglese più volte utilizzato nel corso della sua esistenza, come l’episodio (maggio 1942) di Tirana, quando lo studente Mikailoff attentò alla sua vita con cinque colpi di pistola. Il re sorrise e commentò: «Come spara male!»