Maria Giulia Minetti, La Stampa 8/4/2013, 8 aprile 2013
SALONE DEL MOBILE LA FIERA E LA FESTA
Da domani a domenica Milano sarà dominata dal Salone del Mobile, l’enorme show annuale del settore dell’arredamento italiano. L’edizione 2013 è la 52° e come ogni anno richiama folle di visitatori da tutto il mondo. Perché è così importante?
Cominciamo con qualche informazione storica: il mobile di design italiano nasce dopo la seconda guerra mondiale, a opera di un gruppo di architetti che si misurano con le possibilità offerte dall’industria e dalla tecnologia per produrre oggetti d’uso quotidiano. Ognuno procede per la sua strada, non formano una scuola, ma, lavorando contemporaneamente e genialmente, danno vita a un fenomeno l’italian style - che suscita l’attenzione internazionale. Naturalmente i designer non lavorano solo sull’arredo, ma per il nostro discorso è importante soffermarci su questi.
L’Italian Style domina la produzione di arredi per molto tempo, ma ai Saloni - e sempre più con l’andar degli anni - i designer stranieri diventano numerosissimi. Come mai?
I grandi pionieri – tanto per fare qualche nome: Marco Zanuso, Vico Magistretti, i fratelli Castiglioni, Ettore Sottsass, Joe Colombo ecc… - chiedevano alle aziende che dovevano produrre i loro oggetti lavorazioni «impossibili», prodigi tecnici straordinari, e li ottenevano! La nascita del design italiano coincide con la scoperta dell’infinita duttilità, creatività, capacità industriale e artigianale – per realizzare un oggetto di design spesso è richiesta l’una e l’altra abilità – delle aziende italiane del settore, che hanno continuato a progredire, a innovare, ad affrontare e risolvere problemi. È parso inevitabile, agli stranieri, ricorrere alla loro maestria. E viceversa: i nostri produttori chiamano i migliori nomi internazionali per «firmare» i loro prodotti.
Siamo i migliori produttori di arredi del mondo?
Proprio così. Il Salone del Mobile è tanto importante perché chiunque voglia un arredo «perfetto» sa che può ottenerlo solo in Italia. Qui si realizza qualunque miracolo produttivo, non abbiamo concorrenti.
Quando si parla di mobili non si parla solo di mobili di design. Il mercato è fatto anche – e soprattutto, in termini di fatturato – di mobili di qualità ma «anonimi». Sono presenti al Salone?
Certo. Il design è la punta di diamante, quello che dà la misura di ciò che il settore è capace di fare. Poi c’è tutto il resto, e per averne un’idea basta andare alla Fiera di Rho, dove accanto ai prodotti più innovativi e sofisticati sono esposti prodotti più tradizionali. Una rassegna enorme.
Qualche numero?
Più di 2500 espositori distribuiti su 204.850 metri quadrati che comprendono il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, le biennali Euroluce e SaloneUfficio accanto al Salone Satellite. Sempre aperti agli operatori di settore, accolgono il pubblico solo nel week end. Si aspettano anche quest’anno più di 300.000 visitatori provenienti da 160 Paesi diversi.
Il cosiddetto «Fuori Salone» che occupa tanta parte della città e desta tanta eccitazione, in che cosa consiste?
Da una parte si tratta di show room dove avvengono presentazioni particolari di prodotti presenti anche in Fiera ma «ambientati» diversamente, dall’altra di un rampollare di iniziative che occupano il centro e zone più decentrate (una guida completa la trovate in edicola con le riviste “Interni” e “Ottagono”). Sono mostre, installazioni, progetti particolari dove sono coinvolti nomi noti e ignoti, gruppi giovani, creativi di confine, esperimenti abitativi all’insegna dell’ecologia, rassegne di prototipi in attesa di un produttore che se ne interessi, manifestazioni tematiche… Insomma, tutta roba che serve a dare il polso culturale e sociale del settore, a verificarne gli indirizzi, i trend. E non dimentichiamo l’aspetto mondano…
C’è anche un aspetto mondano?
Molto più che durante la settimana della moda! La moda è una conventicola chiusa, l’aspetto mondano del dopo-lesfilate riguarda poche persone invitate a pranzi molto riservati. Durante il Salone, invece, tutta la città è frenetica, diventa una «festa mobile», per citare un famoso titolo di Hemingway. Nei dintorni delle vie più famose del Fuori Salone, via Tortona e via Ventura, i party si susseguono fino a notte tarda, e se qualcuno comincia con la richiesta di esibire un invito all’ingresso, dopo un po’ si lascia perdere, ed entra chi vuole. Stesso andazzo in centro, per non parlare dei posti più decentrati, cascine e simili. Roba semplice, dominata da torme di ragazzi e ragazze che sognano di far parte del mondo del design, che per una settimana imparano, si informano ma vogliono anche divertirsi.
E la crisi, non si sente?
Molto meno che in altri settori, nonostante la chiusura di tante piccole e piccolissime aziende. La domanda interna è calata e i produttori con le spalle meno larghe non ce l’hanno fatta, ma è cresciuto l’export. I produttori di mobili guardano ai giganti emergenti, Cina in testa, e i risultati sono confortanti.