Mario Baudino, La Stampa 5/4/2013, 5 aprile 2013
IL FASCINO DELLO SCRITTORE CON L’ AIUTO DI PHOTOSHOP
Poveri ma belli
È più importante che sia bello il libro o che lo sia, invece, lo scrittore? Prima di rispondere a questa filosofica domanda, dare un’occhiata all’inchiesta del sito Rue89 (versione online del Nouvel Observateur ). Limitandosi per ora alla letteratura francese, prende le mosse dal dilagare sulla quarta di copertina di ritratti sempre più accattivanti. E si chiede, Photoshop a parte, se improvvisamente gli scrittori francesi siano diventati tutti belli, o se sia l’editoria ad aver cominciato una sua inattesa e forse imprevedibile selezione. Le risposte degli addetti ai lavori sono un po’ cerchiobottiste. Rifiutano con sdegno la seconda ipotesi, ma ammettono che un bel viso, un bel corpo magari modellato da sport e palestra, indubbiamente, aiuta. Di questi tempi non si butta via niente, e un’occhiata alle edizioni italiane non può che confermarlo. Pensare che una settimana fa si discuteva del drastico calo negli anticipi pagati ai nostri autori, senza pensare alla (magra) consolazione loro riservata: poveri, sì; ma sempre più belli.
Librai coraggiosi Niente foto invece per i librai. Come ricorda ad affariitaliani.it Alberto Galla, presidente dell’Ali, la loro associazione più importante, «in questo primo trimestre le piccole librerie intravedono spiragli di luce, mentre soffrono molto le catene». Alla Feltrinelli discutono di contratto di solidarietà, alla Coop è appena scaduta la cassa integrazione straordinaria, e persino la gloriosa Scuola per librai di Orvieto, voluta dall’Ali, è sfiorata dalla crisi. Però rilancia. Si trasferisce a Roma, per il suo corso di alta formazione dal 6 maggio al 6 dicembre. Sono previste borse di studio. C’è ancora qualche giorno per iscriversi (fino al 9 aprile, www.scuolalibraitaliani.org). E dar prova di coraggio.
Cuccurrucucù l’appello Che non manca al governatore della Sicilia. Molto stupito da un appello di intellettuali a favore della reintegrazione di Franco Battiato come assessore alla Cultura, Rosario Crocetta ha risposto che proprio non ci pensa, e che a Battiato oltretutto «non gliene frega niente». Vero è, come avrebbe detto il sommo Petrolini, che nemmeno se ne fregia.