Fabio Tonacci, La Repubblica 5/4/2013, 5 aprile 2013
AL CONCORSONE DEI PROCURATORI DEL CALCIO “PRONTI A TUTTO PER TROVARE IL NUOVO MESSI”
ROMA — « Guaglio’, io teng i fenomeni in Brasile... con
stu piezz’ e cartadivento come Mino Raiola». Giovanni ha 42 anni, una vita tra Salvador de Bahia e Napoli, e la convinzione di essere a un passo dalla sua fortuna. Tra lui e il sogno di diventare agente di calciatori come Ibra e Balotelli c’è però quel pezzo di carta: la licenza della Figc. Per ottenerla bisogna sostenere un esame complicato: diritto sportivo, regolamenti Fifa, clausole e commi. Ma siccome bastano 100 euro e il diploma di terza media per provarci, oggi sono venuti in 500 al Marriott Park Hotel di Roma a sostenere la prova scritta. È difficile: superata in media da meno dell’8 per cento dei partecipanti.
Il popolo dei candidati che affolla la hall e si spintona per entrare nella sala dell’esame è eterogeneo. Ex calciatori di serie A e operai, disoccupati e rampolli di famiglie di costruttori, ingegneri e commercialisti, casalinghe e notai. Tutti attrezzati con appunti scribacchiati all’ultimo momento, tutti a confrontarsi su clausole penali, depositi di contratti, retribuzioni lorde. Si direbbero esperti, almeno per un giorno. Giovanni, per esempio: ha già provato l’esame due volte e passeggia nervosamente senza manco accorgersi dell’ex portiere di Torino e Novara. «Già ci pensavo quando giocavo — dice Alberto Jimmy Fontana, 39 anni da compiere — è un modo per rimanere nel mondo del calcio e avviare una nuova carriera. E poi ho molti contatti». Ma Fontana non è l’unico ex giocatore: ci sono anche Fabio Firmani (Chievo, Lazio) e Fausto Pari, gloria della Sampdoria dello scudetto, poi direttore sportivo del Modena. E c’è pure Massimo Cragnotti, figlio di Sergio, già presidente della Lazio. «Non mi fare domande — sorride — che se non passo rimedio una brutta figura».
Ognuno ha un perché che lo ha spinto qui. Dalla «possibilità di scoprire e seguire nuovi talenti» all’idea «di cambiare lavoro», passando per «l’attrazione del mondo dei calciatori». Compresa la passione sfrenata per il calciomercato. «Quando leggo di trattative notturne e accordi segreti impazzisco — racconta Fabio Calabresi detto “er pitone”, 33 anni, impiegato in una ditta di distributori automatici e ultras della Lazio a tempo pieno («ho il tatuaggio di Paolo Di Canio») — se passo svolto». Accanto a lui una signora, Arianna Trillini da Ascoli, con le fotocopie sulle ginocchia. «Ho tre figli e un lavoro da commercialista, per un mese ho studiato di notte. Credo che i calciatori, soprattutto se giovani, abbiano bisogno di qualcuno che li tuteli seriamente». Insomma, nessuno che si dica interessato al guadagno facile.
Per superare l’esame bisogna rispondere a 20 quiz a risposta multipla nel tempo di una partita, 90 minuti. «Difficili — li definisce alla fine Sugar, chef marocchino che lavora a Bolzano ma con agganci nel calcio giovanile del suo Paese — perché contengono trabocchetti
». Quesiti di teoria generale applicati a casi reali, del tipo: «Il calciatore Caio stipula un contratto di prestazione con la società Alfa...». E così via. Se si passa, poi bisogna spendere un altro migliaio di euro tra tassa di iscrizione, polizza assicurativa e quota associativa annuale prima di poter gestire affari e trattative.
Ma il dubbio che sia una “fabbrica di illusioni” è forte: l’Italia è già stracolma di procuratori, ce ne sono 1.062 iscritti nel registro ufficiale quando i calciatori della serie A sono poco di più, 1.079.
Siamo il Paese con più agenti al mondo, il doppio della Spagna e il quadruplo del Brasile. Eppure di questi mille solo 200 sono attivi, e appena una trentina contano davvero. Come Mino Raiola, indiscusso numero uno. Partito dalla sua pizzeria olandese frequentata da giocatori dell’Ajax, oggi cura gli interessi di Ibraimovich, Balotelli, Hamsik e Pogba. Con guadagni milionari visto che un agente quando stipula un mandato prende come minimo il 3 per cento del reddito annuale lordo del calciatore. Poi ci sono i bonus alla firma del contratto ed eventuali percentuali aggiuntive. E può stipulare procure sia con i giocatori che con le società.
«Ma se uno viene a fare l’esame pensando di diventare come lui, è meglio che resti a casa». A parlare è Antonio Giordano, laureato in giurisprudenza e procuratore, che con questi esami si è inventato un lavoro. «Faccio corsi di preparazione ». I suoi costano sui 600-700 euro e durano almeno due mesi. Come quelli organizzati dalla Federcalcio. Ma ci sono avvocati che arrivano a chiedere 2mila euro. C’è posto per tutti, nella fabbrica delle illusioni.