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 2013  aprile 05 Venerdì calendario

LA SINISTRA TRA FONZIE E NANNI MORETTI

Ci risiamo: la sinistra e Fonzie. Matteo Renzi, come sapete, è andato ad Amici vestito col chiodo, i jeans attillati e le scarpe nere abbastanza a punta, e tutti a dire ecco Fonzie. Ma Fonzie, converrà ricordarlo, a torto o a ragione resterà agli annali come l’idolo di un altro leader: Massimo D’Alema. L’intuizione la ebbe Nanni Moretti, che lo conosceva bene. Nel ’97, girando una scena di Aprile sul litorale di Brindisi dove poche settimane prima c’era stata l’ennesima tragedia di una nave carica di immigrati albanesi, se ne partì con una delle filippiche più divertenti della sua carriera: «Il fatto che in questi giorni qui in Puglia non sia venuto neppure un dirigente della sinistra non è un sintomo della loro assenza politica, ma soprattutto della loro assenza umana, proprio non gliene importa niente... io me li ricordo, negli anni settanta, a Roma, la Fgci... (scandito con disprezzo morettiano), i giovani comunisti romani stavano tutti i pomeriggi a guardare Happy Days, Fonzie», e mentre lo dice Nanni fa due volte il celebre gesto di Fonzarelli, «ehi» coi due pollici alzati. «Questa è la loro formazione: politica culturale, morale».

Con chi ce l’aveva è chiaro, i capi della Fgci a metà degli anni settanta furono Massimo D’Alema, e a Roma Walter Veltroni. Moretti sfottendoli avviava quella parabola contro «quei dirigenti coi quali non vinceremo mai» conclusa col grido di piazza Navona; salvo poi rientrare all’ovile pure lui, è storia di oggi, e mettersi a sostenere Bersani. Ma nel ’97 il regista coglieva invece un nervo vivo, quella frivolezza cultural-sentimentale tutta Fonzie (o Ricky Cunningham) e biliardino che sarebbe stata per anni la cifra profonda della sinistra italiana. Ne nacque dibattito surreale.

Nove anni dopo intervenne l’attore di Fonzie, Harry Winkler, «non sa parecchie cose, Moretti. Happy Days è tutt’altro che qualunquista», disse. Si mosse Michele Serra. Traccheggiando: «Prima che qualche malintenzionato si impossessi di un quesito così nevralgico per le sorti della sinistra italiana, facciamolo nostro. Dichiarando subito che noi stiamo con entrambi. Con Moretti e con Fonzie», cioè anche con D’Alema-Veltroni. Apprendemmo che, mentre Robin Williams in Mork di Ork era un sincero democratico, «Fonzie ci pareva soprattutto un divertentissimo cazzaro». E tuttavia, amato da Schroeder e Bush junior; e pure dal vecchio Gerald Ford, che ne saccheggiò l’immagine per i manifestini elettorali del ’74, Fordzie, un’America che uscendo dal Vietnam aveva voglia di Fonzarelli, non più di Saigon.

Ora tocca a Renzi salire sulla motocicletta, davvero come Fonzie, e sorpassare in tromba tutto questo.