Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 04 Giovedì calendario

“MA IL PAESE CI CHIEDE UNA SVOLTA UNA PROPOSTA DI GOVERNO CI VUOLE”

BOLOGNA — «Ho solo chiesto di uscire da quella riunione con una proposta concreta di governo. Chi vorrà, la appoggerà. Se il Pd deciderà di appoggiarla, bene. Ma dentro non potranno esserci politici». La deputata imolese Mara Mucci, trent’anni (ex mamma precaria licenziata in tronco mentre era incinta), è tra i pochissimi parlamentari del M5S che ci hanno messo la faccia fin dal primo giorno, sfidando le scomuniche del leader. Martedì sera è stata tra le maggiori promotrici dell’assemblea in cui gli eletti di Camera e Senato hanno votato la possibilità di presentare a Napolitano una rosa di nomi per un governo a Cinque Stelle. I fautori del dialogo ne sono usciti sconfitti (80 no a 30 sì) e hanno incassato («Come succede in democrazia »). Non era sola, insieme a lei c’era buona parte della pattuglia emiliana. Hanno alzato la mano il deputato Paolo Bernini e il collega Michele Dell’Orco, fino alla senatrice Adele Gambaro.
Cosa pensa dell’ultimo post di Grillo “Se ci avete votato pensando a un accordo col Pd avete sbagliato”?
«Intanto non penso si riferisse a me, né all’assemblea dell’altra sera. Io ho solo fatto una proposta di governo in linea con i nostri principi. Se sarà il Pd ad appoggiarla, credo si debba andare avanti».
Perché a differenza dei suoi colleghi crede sia necessaria una vostra proposta?
«Al Movimento 5 Stelle gli italiani hanno dato il 25% dei voti. Un segnale molto forte che credo non sia stato colto da Napolitano. La società chiedeva alla politica un cambiamento radicale, una svolta. Ora ci ritroviamo con dieci saggi. Dobbiamo fare di più per il bene del Paese. Stiamo andando nella direzione giusta, siamo qui solo da venti giorni, lasciateci lavorare».
Ma martedì sera cos’è successo in quella riunione? È vero che è uscita in lacrime?
«Niente affatto, non ha pianto proprio nessuno. È solo che siamo costantemente sotto pressione, c’era tensione. Prendiamo delle decisioni molto importanti e, come da tutte le parti, c’è chi è d’accordo e chi non è d’accordo. Ma alla fine si rispetta il verdetto dell’assemblea».
In particolare cosa proponevate?
«Una parte degli eletti del Movimento riteneva che fosse il caso di fare una proposta per un governo di altissimo profilo, civico, fuori dai partiti».
Avevate già in mente qualche nome?
«Io personalmente ho sempre tutto preparato, non parlo a vanvera nel momento in cui faccio una proposta. Avevo in mente delle personalità super-partes».
Quali?
«Non lo dico, per rispetto dell’assemblea»
E cosa vi è stato risposto?
«Abbiamo discusso molto sulla linea da tenere. I capigruppo hanno riferito che Napolitano non aveva neanche preso in considerazione l’eventualità di affidare a noi il mandato di formare un governo e quindi non aveva senso, in questo momento, andare da lui con delle proposte».
Adesso cosa succederà?
«Io ho molte speranze nell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Vorrei fosse una donna, e come me nel Movimento lo sperano in tanti. Insomma, se tutto andrà bene la trattativa potrebbe ripartire e noi potremmo mettere sul tavolo la nostra proposta».