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 2013  aprile 03 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LO STATO IN BOLLETTA


ROMA - L’ipotesi di anticipare al 2013 l’aumento dell’addizionale Irpef regionale è stata definitivamente esclusa dal decreto che sbloccherà i pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Secondo quanto si apprende la misura non è nel provvedimento. Intanto il Consiglio dei ministri previsto per oggi con all’ordine del giorno il varo del decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione "si terrà nei prossimi giorni". ’’Il Governo ci ha garantito che il decreto sarà pronto entro lunedì’’ e che metterà a disposizione subito per Comuni e Province risorse per ’’7 miliardi’’, ha riferito il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, lasciando Palazzo Chigi, dopo un incontro nel pomeriggio.

Grilli: "Nessun aumento di imposte in decreto". "Questo decreto non conterrà aumenti di imposte per finanziare i pagamenti alle imprese", dice il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, intervenendo a ’Porta a porta’ sulla misura che il governo si appresta a varare per lo sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

Tares e sovrattassa a dicembre. Il pagamento della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, inizierà già a maggio, mentre i 30 centesimi in più a metro quadro si applicheranno solo a dicembre. È questo il compromesso trovato nel tavolo tra governo e sindaci, ha detto il presidente dell’Anci. Fino a dicembre, dunque, "i Comuni potranno utilizzare per i pagamenti della raccolta rifiuti le vecchie modalità", come aveva detto delrio uscendo dalla sede del governo, come quando era in vigore la tarsu, ma il nuovo tributo, che accorpa anche la vecchia tia, la tariffa di igiene ambientale, entrerà in vigore subito.

Il rinvio del Cdm. Il rinvio del Cdm è stato deciso dopo che il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, "anche a seguito delle articolate risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato, ha fatto presente al presidente del Consiglio l’opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della P.A.". Dietro al rinvio ’’non c’è nessun giallo, solo ordinaria amministrazione’’. Lo ha assicurato il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo a Tgcom24, secondo una nota diffusa dalla trasmissione. Quanto alla Tares, Polillo ha sottolineato che ’’l’unica cosa che potremmo provare a fare è dilazionarla’’.

Coro di critiche al governo. Il rinvio del Consiglio dei ministri suscita un coro di critiche. "Se stanno rinviando per provare un’alternativa all’addizionale Irpef, bene. Ma, purtroppo, ho il timore che si stiano per inventare un’altra addizionale", dice Susanna Camusso.

Durissimo Angelino Alfano: "Il governo ha rinviato il provvedimento per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, dimostrando così la legittimità del nostro sospetto e cioè che si volevano onorare i debiti caricandoli sui cittadini con l’ennesimo inasprimento della leva fiscale". Le uniche soluzioni che il governo riesce a immaginare "sono nuove forme di tassazione o aumenti ingiustificabili a carico degli italiani", dice il segretario del Pdl, che aggiunge: "Non consentiremo ulteriori perdite di tempo e impediremo che lo Stato paghi i propri debiti caricandoli sulle spalle dei cittadini", conclude.

Dal Pd Luigi Zanda chiede chiarimenti: "Le imprese italiane creditrici dello stato boccheggiano, molte chiudono, si ridimensionano fortemente, licenziano personale, mettono sulla strada lavoratori e famiglie. Francamente - dice il presidente dei senatori democratici - non è accettabile che una decisione, già necessaria da tempo, continui a slittare e, per giunta, senza che se ne conoscano compiutamente le ragioni".

Il caso Irpef. Dopo le voci circolate ieri di un possibile aumento dell’addizionale Irpef regionale, fino a un massimo dello 0,6%, fin da quest’anno invece che dal 2014, portando l’attuale tetto dell’1,73 dell’aliquota massima al 2,33%, si era sollevato un coro di polemiche, tanto che stamani Michel Martone, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ad Agorà, su Rai Tre, ha smentito l’ipotesi: "Stando alle risoluzioni approvate ieri in Parlamento, l’aumento delle imposte per i cittadini non risulta agli atti anche perché c’è stata una presa di posizione molto forte di tutti i partiti. Si tratta di indiscrezioni giornalistiche". ’’Il Governo è comunque determinato ad andare celere", ha spiegato poi ai microfoni di Radio 24 Martone, che sulla questione dei debiti della Pubblica amministrazione ha aggiunto: ’’Il governo è determinato ad andare celere, sono peraltro emerse tutta una serie di problematicità sollevate da diverse parti...si vuole fare un provvedimento che è molto importante, che va fatto bene, che serve ad immettere liquidità di 40 md di euro in due anni all’interno del nostro sistema economico.. c’è stata una scelta ma presto ci sarà un Cdm e verrà definito il decreto’’, ha concluso.

Sarebbe una misura "inaccettabile sia nel merito che nel metodo" un’eventuale anticipazione dell’addizionale Irpef per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. "Nel merito - aveva scritto in una nota - perché un ulteriore aumento di imposte aggraverebbe la pesante recessione in corso e annullerebbe gli effetti anticiclici dello sblocco dei pagamenti finanziato a debito. Nel metodo, perché ieri il Parlamento ha approvato le risoluzioni sulla relazione di aggiornamento del documento di economia e finanza nella quale non vi è alcun riferimento all’anticipo della misura né accenni sono stati fatti dai ministri auditi dalle commissioni speciali di Camera e Senato. Auspichiamo che si tratti di errore e che il governo confermi quanto contenuto nella relazione vagliata dal Parlamento".

"Siamo assolutamente contrari a qualsiasi aumento di imposte, le imposte vanno abbassate’’, ha affermato poi il segretario federale della Lega, Roberto Maroni.

Monti a Rehn: "Rispetteremo impegni deficit sotto 3%". Mario Monti ha chiamato oggi Olli Rehn per informarlo sui contenuti del decreto per i debiti della P.A. e rassicurarlo che l’Italia rispetterà ’’gli impegni di mantenere il deficit sotto la soglia del 3% del Pil’’. Lo riferisce il portavoce della Commissione Ue, Olivier Bailly. La telefonata è durata ’’quasi un’ora’’. Dopo la telefonata con Monti, Olli Rehn, "ha preso nota di questo avanzamento positivo" e "ha chiesto ai suoi servizi di esaminare immediatamente i termini del decreto".

Il decreto. Il testo del decreto prevede lo sblocco di 40 miliardi in due anni per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. È tramontata definitivamente l’ipotesi dell’anticipo dell’aumento delle addizionali regionali Irpef: così come già anticipato ieri e confermato in mattinata a poche ore dalla riunione del Cdm, si tratta di una soluzione che al momento non viene considerata "percorribile" dagli ambienti dell’Economia. Un’ipotesi bocciata dai leader di Cgil, Cisl e Uil. La bozza circolata prevede che i pagamenti dei debiti contratti dagli enti locali vengano esclusi dai vincoli del patto di stabilità per un importo complessivo di 5 miliardi di euro. È prevista inoltre l’istituzione di un Fondo per assicurare liquidità a quegli enti che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti per mancanza di liquidità. Per i responsabili degli enti locali inadempienti sono previste sanzioni pecuniarie. Condizione questa richiesta anche dalla risoluzione parlamentare unitaria di tutte le forse politiche votata ieri all’unanimità che consentirà nel pomeriggio all’esecutivo di licenziare il decreto.

(03 aprile 2013)

MARCO BRACCONI SU REPUBBLICA
Un’altra tegola sulla mossa del presidente Napolitano. Non bastasse il fuoco di fila che ha accolto le due commissioni di saggi insediate al Quirinale, è arrivata la nota di palazzo Chigi che ha rinviato a data da destinarsi la riunione del Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno lo sblocco dei 40 miliardi da restitiuire alle imprese in credito con lo Stato. Lo slittamento, spiega il governo, è stato deciso "anche a seguito delle articolate risoluzioni approvate da Camera e Senato". Più di una fonte ha collegato il rinvio alle polemiche sul possibile inserimento nel decreto di un anticipo al 2013 degli aumenti delle addizionali regionali a parziale copertura del provvedimento. Ma avrebbero pesato anche le critiche sollevate dalle parti sociali alla farraginosità delle procedure di pagamento dei crediti. Sta di fatto che nel giro di poche ore è stata ridimensionata una delle certezze espresse da Napolitano nell’annunciare la svolta delle commissioni di saggi: "Non può sfuggire agli italiani e all’opinione internazionale - disse in quell’occasione il capo dello Stato - che un elemento di concreta certezza è rappresentato dalla operatività del governo tuttora in carica, benché dimissionario e peraltro non sfiduciato dal Parlamento. Il governo - aggiunse Napolitano - che ha annunciato e sta per adottare provvedimenti urgenti per l’economia, di intesa con le istituzioni europee e con l’essenziale contributo del nuovo Parlamento". Di lì la diffusa sensazione che già questa settimana l’esecutivo avrebbe varato misure importanti per sostenere la ripresa economica. Ottimismo presto tornato in alto mare

(03 aprile 2013)

FARRAGINOSA
DIECI DECRETI MINISTERIALI PER ATTIATIVA
ANTICIPI DI CASSA I TRE FONDI CHE AVREBBERO DOVUTO EROGARE A ASL COMUNI E REGIONI AVREBBERO CONDIZONATO L’ANTICIPO A UNA SORTA DI CAMICIA DI FORZA CONTABILE. LA REGIONE IL COMUNE O LA ASL SI SAREBBERO DOVUTI IMPEGNARE PER ALMENO TRE ANNI A KJON AUMENTARE INVEST E A BLOCCARE SPESE CORRENTI
QUESTIONE IRPEF ULTERIORE SCANDALO TRA GIUGNO LUGLIO TARES IMU IVA NUOVO AUMENTO IRPEF REGIONALI RESYTITUIRE AL FONDO SPECIALE

TARES
STERILIZZAZIONE IVA
ESODATI

CORRIERE.IT
Ancora niente di fatto. Rinviato infatti ai prossimi giorni il consiglio dei ministri che oggi doveva definire testo del decreto sui debiti commerciali della pubblica amministrazione. Il ministro dell’Economia Grilli, d’accordo con quello dello Sviluppo economico Passera, ha infatti manifestato a Monti la necessità di «proseguire gli approfondimenti» dopo le risoluzioni approvate martedì da Camera e Senato.
LA NOTA - «Il Ministro dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, in accordo con il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, anche a seguito delle articolate risoluzioni approvate da Camera e Senato - si legge in una nota di Palazzo Chigi - ha fatto presente al Presidente del Consiglio l’opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della P.A. Pertanto il Consiglio dei Ministri previsto per oggi si terrà nei prossimi giorni».
INCONTRO - Il ministero dell’Economia ha successivamente convocato le associazioni delle imprese. Al centro dell’incontro, che sarà a livello tecnico, la discussione sul decreto per lo sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. La riunione, si legge nella convocazione è «in vista della presentazione in Cdm del decreto».
TARES: MAGGIORAZIONE DA DICEMBRE - Nel frattempo, è slittato a dicembre la sovratassa sui rifiuti: il pagamento della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, inizierà dal prossimo mese di maggio, ma i 30 centesimi in più a metro quadro previsti verranno applicati solo da dicembre. Lo ha riferito il presidente dell’Anci, Graziano Delrio precisando che la maggiorazione di 0,30 euro in più a dicembre «andrà direttamente allo Stato». Con l’accordo sottoscritto con il governo «eviteremo il deficit di liquidità - ha spiegato Delrio - che avrebbe creato grossi problemi alle imprese del trattamento rifiuti». Le scadenze per il pagamento della Tares dovrebbero tenersi a maggio, settembre e dicembre.
M5S - Critico con la decisione del governo anche il Movimento 5 Stelle che per bocca della portavoce alla Camera Roberta Lombardi ha detto: «Oggi tutti ci attendevamo che il Consiglio dei Ministri approvasse il decreto legge che sblocca il pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Ma l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri è slittata. Adesso abbiamo scoperto che il governo ha mandato il testo del decreto a Bruxelles perché gli uffici del Commissario Ue per gli Affari Economici, Olly Rehn, lo possano esaminare. Il Parlamento italiano invece non ha ancora la più pallida idea del contenuto di questo decreto. Nessuno ci ha comunicato come il governo vuole erogare effettivamente questi soldi alle imprese e soprattutto quali strumenti verranno usati per coprire queste spese. Se cioè si metteranno nuove tasse. Il Movimento 5 Stelle continua a chiedere di far partire subito le commissioni parlamentari permanenti affinché si possano finalmente esaminare i provvedimenti nelle sedi opportune e chiedere al ministro Grilli le risposte che fino ad oggi sono mancate».
PD E PDL - La decisione del governo di rinviare il decreto sui crediti alla imprese ha intanto provocato la reazione negativa dei partiti, cominciando da Pd e Pdl. «È sconcertante il rinvio del Consiglio dei Ministri per l’approvazione del decreto per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese» ha dichiarato Stefano Fassina, responsabile economia del Pd. «Il governo ha rinviato il provvedimento per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, dimostrando così la legittimità del nostro sospetto e cioè che si volevano onorare i debiti caricandoli sui cittadini con l’ennesimo inasprimento della leva fiscale» ha invece sottolineato il segretario del Pdl Angelino Alfano.
GRILLI - Il decreto che prevede lo sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese «non contiene aumenti di imposte» ha replicato però dopo poco Grilli parlando a «Porta a porta». Nel corso di un collegamento con la trasmissione, Grilli ha sottolineato che il decreto «è stato rinviato di pochissimi giorni. Dietro il rinvio - ha aggiunto Grilli - non ci sono misteri».
Alla domanda invece se ci siano margini per evitare l’aumento di un punto dell’Iva al 22% dal primo luglio e rimandare la Tares al 2014 Grilli ha risposto: «Lo spero vivamente. Questo richiede una strategia economica con un programma di medio periodo. Penso che sia possibile, si possono individuare questi spazi: serve la volontà politica». L’aumento dell’Iva impatta per 4,2 miliardi di euro sul 2013.
Redazione Online

SONO 70 MLD O FORSE 100. TOP DI 500 GIORNI DI RITARDO
ROGER ABRAVANEL: STATO SI INDEBITERA DI PIU E PAGHERA’. TUTTE QUESTE MISURE TAPPABICHI NON AFFRONTANO PROBLEMI STRUTTURALI. IN ITALIA HAI CONTRATTO NON RISPETTI E NON TI SUCCEDE NIENTE. NON FUNZIONA GIUSTIZIA CIVILE
VIVIAN RENDING DOPO CIPRO E MALTA QUANDO SISTEMA IN BASE A CUI CREDITORE NON PUO’ FARE NULLA. SARA’ AFFRONTARE GIUSTIZIA CIVILE. SIETE DOPO CIPRO E MALTA, INDIPENDENZA MA ANCHE EFFICIENZA. ALIBI BERLUSCONI SU TEMA GIUSTO. IN QS CASO IL TAR. MI ASPETTO MOLTO DAL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. PENSO AL CSM. PROCESSO DI CAMBIAMENTO CHE DEVE PARTIRE DALL’INTERNO DELLA MAGISTRATURA.

QUELLO CHE HA DETTO GRILLI SEI GIORNI FA (WWW.SOLDIBLOG.IT)
L’allentamento della morsa del patto di stabilità per i Comuni. È quanto annunciato da Vittorio Grilli, ministro dell’Economia e delle Finanze audito stamattina dalle Commissioni speciali di Camera e Senato sulla Nota di variazione del Def e sul Dl allo studio per i pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione. Il decreto non avrà bisogno di provvedimenti attuativi per non perdere altro tempo, ha assicurato il ministro. Dopo i primi 40 miliardi di pagamenti della Pa che saranno sbloccati in due anni, ha continuato Grilli, saranno possibili altre tranche di pagamenti in base a come evolverà il procedimento.

“La nostra idea é quella di poter allentare per i Comuni le regole del patto di stabilità interno e consentire il pagamento dei loro debiti sulla base dei loro avanzi di gestione, che molti Comuni hanno, o, in assenza di un avanzo, sotto forma di prestiti di lungo termine. Stesso tipo di approccio sarà necessario per il sistema sanitario”.

Ma cos’è di preciso il Patto di Stabilità Interno? Ecco come viene spiegato dalla Ragioneria generale:

Il Patto di Stabilità Interno (PSI) nasce dall’esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht (Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/P.I.L. inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico delle AA.PP./P.I.L. convergente verso il 60%). (…) L’indebitamento netto è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione e concessioni crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni), desunte dal conto economico della P.A., preparato dall’ISTAT. Un obiettivo primario delle regole fiscali che costituiscono il Patto di stabilità interno è proprio il controllo dell’indebitamento netto degli enti territoriali (regioni e enti locali). Il Patto di Stabilità e Crescita ha fissato dunque i confini in termini di programmazione, risultati e azioni di risanamento all’interno dei quali i Paesi membri possono muoversi autonomamente. Nel corso degli anni, ciascuno dei Paesi membri della UE ha implementato internamente il Patto di Stabilità e Crescita seguendo criteri e regole proprie, in accordo con la normativa interna inerente la gestione delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Tornando all’audizione, Grilli ha detto che prima dovranno essere saldate le aziende, poi le banche. Il governo ipotizza un:

“ordine cronologico in due fasi: prima i soggetti non finanziari poi le banche”.

Ma, attenzione, sarebbe:

“pericoloso introdurre il principio che le banche non vengono pagate. Se si introduce questo principio la possibilità per le imprese di ricevere credito sparisce”.

I prestiti di lungo termine dovrebbero essere pagabili entro 10-15 anni. Per stabilire le priorità di pagamento, ha precisato Grilli, si dovrebbe considerare:

“un ordine dei pagamenti cronologico a parità di privilegio di credito”.

Praticamente come pensa il governo di allentare in patto di stabilità per i Comuni?

“Pensiamo di consentire il pagamento dei debiti dei Comuni sulla base dei loro avanzi di gestione, oppure in assenza, estendere la cassa sottoforma di prestiti a lungo termine. Lo stesso approccio si avrà per la spesa sanitaria. (…) I tecnici stanno lavorando per un dl immediatamente applicativo per dare a chi ha già avanzi di gestione la possibilità di effettuare immediatamente i pagamenti”.

A proposito della massa debitoria della Pubblica amministrazione verso i Comuni il ministro ha poi spiegato che si può pensare a:

“ulteriori tranche da effettuare man mano che le amministrazioni smaltiscono. Le stime che abbiamo sono superiori ai 40 miliardi di debiti. Partendo da questo se necessario potremo essere in grado di prevedere ulteriori tranche, un ampliamento del meccanismo. Ci sarà un processo di interlocuzione con le amministrazioni”.

I Comuni secondo lo schema di Dl gestiranno quasi la metà dei 40 miliardi che in due anni saranno utilizzabili per il pagamento dei debiti della Pa. Gli enti locali potranno contare su 12 miliardi di euro nel 2013, 7 nel 2014. Il sistema sanitario regionale su 5 miliardi quest’anno e 9 il prossimo. Allo Stato invece “andranno” 7 miliardi, divisi in due tranche di 3,5 miliardi all’anno.

Secondo il presidente Rete Imprese Italia Carlo Sangalli:

“Serve un provvedimento semplice e immediato per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. L’ideale sarebbe mettere a punto una compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo Stato”.

E il governo:

“dovrebbe anche chiarire il momento in cui i debiti saranno onorati e le modalità operative”.

Il direttore centrale per la ricerca economica di Bankitalia Daniele Franco, anche lui in audizione parlamentare, ha precisato che la metà circa dei debiti della Pa verso le aziende:

“sarebbe attribuibile a Regioni e Asl e tra i creditori, la quota maggiore sarebbe vantata da imprese di grandi dimensioni (oltre 500 addetti) e da imprese che forniscono servizi privati”.

Alla fine del 2011 lo stock di debito della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese ammonta a 90 miliardi di euro. Il governo dovrebbe varare il decreto sblocca pagamenti entro la prossima settimana, solo dopo aver approvato, il 2 aprile, la relazione che certifica l’aumento al 2,9% del Pil del deficit 2013.

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