Silvia Bombino, Vanity Fair 3/4/2013, 3 aprile 2013
HO UN’ALTRA PAZZA IDEA
[Patty Pravo]
«Fu un parto. La proposi per nove mesi ma nessuno la voleva, aveva una struttura non tradizionale. Poi non piaceva la zeta di “pazza”, volevano che dicessi “folle”. Io insistevo che avevo la zeta veneziana, morbida. Ma nulla. Poi alla fine è uscita. E se ha venduto milioni di copie, forse, un po’ di ragione l’avevo».
Di pazze idee, Patty Pravo ne ha avute. Si è sposata quattro volte (e mezza), ha amato (spesso nello stesso momento) più uomini, l’ultimo di trent’anni più giovane. Ha stracciato contratti discografici, ha accorciato gonne, è scappata all’estero, attraversato deserti su un cammello, cantato in cinese e in arabo. E se, quarant’anni fa, Pazza Idea è diventata il tormentone dell’estate 1973, oggi la sua trasgressione principale è stare sola. «E ci sto benissimo. Magari domani mi stufo. Cambio».
Non è fedele nemmeno ai suoi vizi, Patty. Sul tavolino ci sono due pacchetti di sigarette, leggere e pesanti. Ne fuma una dietro l’altra, alternandole, spegnendole a metà. Ha provato, per diminuire, la sigaretta elettronica, come l’amico Vasco. «Lui deve smettere, io no. Perciò, quando ho sentito che tirando mi facevano male alla gola, ho lasciato perdere. Mi fumo le mie».
In mezzo alla nuvola c’è lei, una macchia sul divano bianco: maglia e pantaloni neri, capelli biondi sulle spalle, trucco leggero. «Detesto agghindarmi, lo faccio solo se necessario, per lavoro», dice accogliendomi nel suo attico romano da cui si vede tutta la città. «Meravigliosa, ma resta un casino. Ormai ci sono elezioni ogni giorno».
Pensa che Papa Francesco sia «okay» e, anche se detesta la casta, non ha votato Grillo. Il terrazzo è stato messo sotto sopra da un gabbiano, ma è meglio non riordinare, «così, poverino, ritrova le cose come le ha lasciate». Tornerà? «Speriamo».
Dopo che è finita anche l’ultima «prova di convivenza» con un musicista ventenne, e da quando ha affidato a un’amica Memè, il suo gatto siamese, «perché era spesso da solo e non riuscivo ad accudirlo», la casa è più silenziosa.
Soffre di solitudine?
«Mai. La adoro. Leggo, danzo, mi faccio i fatti miei».
La scorsa estate ha interrotto una tournée per un «grave disagio psicologico». Poi ha spiegato che si trattava di attacchi di panico. Anche allora dormiva sola?
«No, allora no. Avevo bisogno che ci fosse qualcuno».
Che spiegazione ha dato agli attacchi?
«Ho sempre dormito poco. L’anno scorso ero arrivata in tour dopo mesi in cui dormivo solo un’ora per notte se andava bene, ero distrutta. Ho sempre preso delle cose per dormire, ma non mi facevano più nulla. Poi mi sono venuti gli attacchi di panico sul palcoscenico. Io ci vedo un nesso. Mi sentivo male da morire. Mi si chiudevano gli occhi, la gola, non riuscivo a parlare. Ho dovuto staccare da tutto».
Come si è curata?
«Ho contattato un bravissimo medico a Bologna».
Uno psicologo?
«Mi ha dato pillole per dormire. Alla fine, però, bisogna puntare sulla forza di volontà. E io, quando serve, ce l’ho».
C’è chi ha insinuato che fosse un collasso da abuso di droghe.
«Cazzate. Quell’etichetta me la porto dietro dal ’92».
L’arrestarono dopo avere trovato della polvere bianca in casa.
«Macché, mai usata cocaina, lo direi. E non hanno trovato nulla, se non un grammo di hashish, che non ho mai negato di usare, mi rilassava».
Disse che era la sua «camomilla per dormire». La usa ancora?
«Per carità, non più. Ora prendo dei farmaci e non potrei».
Come si sente oggi?
«Benissimo. Sono ingrassata e mi sono cresciute pure le tette. Lo vede, no, che non sono finte. Non mi metterei mai delle protesi, terribile. Una si gira nel letto, sente ’ste robe... Cerco di tenermi in forma con la danza, la faccio da quando avevo quattro anni e mi fermo solo ogni tanto. Adesso, per esempio, ho ripreso perché devo andare in tour e serve molto fiato».
Il 9 aprile esce il cofanetto che celebra i 40 anni di Pazza Idea, e lei compie 65 anni.
«Una coincidenza non cercata. Non festeggio mai i compleanni».
Qualche anno fa si dichiarava contraria alla chirurgia estetica, ma possibilista sulle «punturine». Ne ha usufruito?
«Non ho fatto niente, qualche iniezioncina ogni tanto, perché no? E comunque mangio molto aglio, che fa bene, e ho dei buoni geni: mia madre è andata in moto fino a 75 anni, ora che ne ha 86 non ci va più, però ha un collo bellissimo».
A proposito di sua madre: è vero che l’ha conosciuta solo quando aveva cinque anni?
«Mi ha cresciuta mia nonna, mia mamma aveva avuto un parto difficile, aveva dei problemi. L’ho incontrata dopo un po’».
Ricorda l’incontro?
«No. Non è stato un trauma. Siamo sempre andate d’accordo, anche oggi, l’ho sentita un’ora fa. È sempre stata più anticonformista di me, mi ha avuta a 19 anni».
Lei invece non ha mai voluto fare figli, perché?
«Avendo amato degli uomini, ho avuto più volte questo desiderio. Però non l’ho realizzato: sarebbero venuti su male, ero sempre in giro. Non volevo crescessero nei camerini: i figli sono una cosa importante».
Trasgressiva in tutto, non si è mai pentita di non essere stata più «sportiva»? Alla fine le madri che lavorano non stanno comunque tutto il giorno con i figli.
«È vero. Però non era per me».
Qual è la sua pazza idea oggi?
«Partire per un tour lungo tre anni. Lavorare dal vivo è la cosa che mi diverte di più. Fare quello che si desidera, forse, resta la cosa più anticonformista che c’è».