Elisa Maiucci, ItaliaOggi 30/3/2013, 30 marzo 2013
VOLETE UN PEZZO DI LUNA? ECCOLO
«Non voglio mica la luna», diceva una famosa canzone. E invece sì, nel pieno della crisi finanziaria e dei paradisi fiscali che saltano, qualcuno deve aver pensato di tornare a investire sulla terra. E, perché no, anche su quella della luna. Dennis Hope, uno statunitense di 65 anni, ha creato un business senza eguali.
Non è uno scherzo, e nemmeno la rivisitazione in salsa americana della scena di Totò che vendeva la Fontana di Trevi. Hope ha fatto milioni di dollari vendendo acri (1 acro corrisponde a 0,4 ettari) di terreno edificabile sulla luna, di cui si è dichiarato il proprietario.
La «legittimazione» di Hope. Nel 1980 Hope ha fatto appiglio a un particolare giuridico. Mentre il Trattato Onu sullo spazio affermava che nessun paese possedesse la luna, esso non faceva nessun riferimento ai singoli individui. L’uomo perciò, spiega Business Insider, ha scritto una lettera all’Onu sostenendo di essere il proprietario del satellite e chiedendo una ragione legale per cui un individuo non potesse rivendicare questo diritto. Non ha mai avuto risposta. Una sorta di silenzio assenso, Hope deve averla intesa così.
I dettagli del commercio. Un acro di terra è venduto a 19,99 dollari, più 10 dollari per la pratica, 1,51 di tasse lunari e 2,50 per il rilascio del certificato di proprietà. Hope, presidente della Lunar Embassy Corporation nel Nevada, ha incassato milioni di dollari vendendo terra, spingendosi addirittura a proporre prestiti alle banche centrali in crisi, comunque rifiutati. Fino a oggi, 4,25 milioni di persone sono diventate suoi clienti, e per la loro tutela nel 2001 Hope ha dato vita anche al governo del Galactic. E il suo è un mercato che non conosce crisi. Gli ordini giornalieri? Circa 200.
I clienti. I suoi clienti? Barbara Walters, Tom Cruise, John Travolta, Nicole Kidman. Ma non solo Vip dello spettacolo. Nella lista compaiono anche gli ex presidenti statunitensi George H. W. Bush, Jimmy Carter e Ronald Reagan. L’uomo è riuscito a vendere anche il terreno per costruire un’intera città lunare, 2,66 milioni di acri. Anche Hope però ha un cuore, e ha rifiutato una super offerta da 50 milioni di dollari per la vendita del polo nord della luna. In fondo, il polo è il polo.
Le condizioni. «Non ci sono problemi nel caso di esplorazione, che invece insorgono nel caso di costruzioni permanenti perché non hanno diritti su quella terra», ha spiegato Hope. «È come se il Canada decidesse di costruire una struttura in territorio statunitense senza avere il permesso».
Hope ha inoltre rivendicato il possedimento di Mercurio, Marte, Venere, della luna di Giove Io, e di Plutone.
Una rivendicazione fraudolenta. Secondo Frans von der Dunk, professore di diritto spaziale all’università del Nebraska, la rivendicazione di Hope è «senza basi e fraudolenta». Ma Hope è serio: quando la Cina ha annunciato la volontà di costruire una base lunare, l’uomo ha scritto una lettera a Pechino spiegando che la loro navicella non sarebbe potuta atterrare se loro non avessero avuto una sua autorizzazione.
Business in crescita. Ora Hope pensa ad allargarsi. «Sono proprietario di circa il 95% dei pianeti», ha detto. «Il valore totale della proprietà, di circa 7 mila miliardi di acri di terra, è di circa 100 mila miliardi di dollari. E questa stima non include il valore delle risorse minerarie sui pianeti».