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 2013  aprile 02 Martedì calendario

IN SENATO TRE VOTI SULL’ARRESTO DEL CAV

Le giunte per le autorizzazioni a procedere non sono nemmeno ancora state formate. Sono stati più svelti i giudici dei neodeputati, perché alla Camera sono già state stampate otto autorizzazioni a procedere. Una per vilipendio alle assemblee legislative, e sette a norma dell’articolo 68 della Costituzione: procedimenti penali e civili in cui si deve verificare se le dichiarazioni o gli atti del parlamentare querelato sono coperti da quel che resta dell’immunità costituzionale. Nessuna delle otto autorizzazioni a procedere è nuova: erano tutte già state presentate nella scorsa legislatura, e alcune si trascinano almeno dal 2006. Però l’accelerazione da parte della Camera presieduta da Laura Boldrini delle prime rogne che saranno assegnate alla giunta per le autorizzazioni, è il segno evidente di un indirizzo della nuova legislatura. Anche perché delle otto autorizzazioni ben tre riguardano il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, e si può essere certi che su quelle si stabilirà il primo braccio di ferro della legislatura. Le altre riguardano quasi tutte ex parlamentari non più in carica: la pdl Monica Fenzi, l’ex segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, l’ex deputato Udc Remo di Giandomenico e l’ex Udeur e margheritino Luigi Pepe.
La prima vicenda giudiziaria che si dovrà affrontare riguarda però una vicenda del tutto particolare, che si trascina ormai da ben otto anni e che farà sorridere più di un neodeputato, e sicuramente l’intero gruppo del Movimento 5 stelle. Imputati in questo caso non sono due ex parlamentari, ma due giornalisti anche se un po’ spe - ciali: Antonio Santacroce e Andrea Leanza, che nell’aprile 2005 erano rispettivamente direttore editoriale e direttore responsabile della rivista Polizia di Stato. Sono accusati dal procuratore generale presso la Corte di Appello di Roma di vilipendio alle assemblee legislative (Camera e Senato). Il reato per altro è stato parzialmente depenalizzato, e oggi viene punito con una multa fra mille e 5 mila euro. La colpa- citiamo dall’atto, è stata quella di «pubblicare a pagina 6 la foto di una donna in topless con frecce riportanti da una parte, il riferimento a parti del corpo femminile e dall’altra la menzione delle assemblee legislative nel modo seguente: bocca=Parlamento; capezzolo di un seno=Senato; pube= Camera dei deputati; coscia=opposizione». Beh, vedere il M5s che una certa intemperanza verbale ha sempre avuto nei confronti del Palazzo, mandare a processo qualcuno per una cosa così, sarebbe davvero una sorpresa. Ma se il primo atto della nuova legislatura fosse un’assoluzione nella giunta, si darebbe un’impronta buonista alla giunta che qualche difficoltà verrebbe a creare. Nessun risultato dunque è scontato. Anche perché in giunta alla Camera domineranno il partito di Pier Luigi Bersani con gli alleati di Nichi Vendola.
Con questa maggioranza Pd-Sel in giunta sarà importante invece vedere che destino avrà Berlusconi. Perché è vero che le vicende giudiziarie che daranno il via alla legislatura saranno minori rispetto ai grandi processi che coinvolgono il leader Pdl. Ma quelle tre autorizzazioni sono in qualche modo simboliche del clima politico che si vorrà instaurare. Due riguardano cause civili e penali intentate al Cavaliere da un esponente Pd come l’ex presidente della Regione Sardegna, Renato Soru (che è ancora il maggiore azionista dell’Unità, quotidiano del Pd). La contesa riguarda alcuni comizi della campagna elettorale per la presidenza della Sardegna nel 2009, in cui Soru si sentì diffamato. Quel pacchetto giudiziario già aveva agitato le acque alla fine della legislatura. C’era una terza contesa, nella quale il Parlamento protesse l’insindacabilità delle opinioni di Berlusconi. In giunta per le autorizzazioni alla fine del dicembre scorso coi si attendeva la protezione bis: invece la proposta della maggioranza della giunta venne ribaltata grazie a qualche assenza nel Pdl e al ribaltone delle maggioranze dopo la rottura Pd-Pdl- Udc nel sostegno al governo di Mario Monti. Se già allora Berlusconi stava per essere dato in pasto ai giudici contro la prassi, è scontato che questo avverrà ora. Arroventando di sicuro il clima. Ma è la terza autorizzazione a procedere quella certamente più significativa. Ad avere fatto causa a Berlusconi è infatti un magistrato della procura di Milano, Alfredo Robledo. Che chiede 500mila euro di risarcimento civile per alcune frasi pronunciate da Berlusconi dopo la vittoria elettorale del 2008. Robledo in realtà non era mai stato citato, ma l’allora premier commentò l’accusa della procura di Milano nel processo Mills, criticando la «pervicace volontà accusatoria» nei suoi confronti e stigmatizzando «l’ennesimo gravissimo episodio di incontestabile uso politico della giustizia». Robledo che era procuratore aggiunto e sosteneva l’accusa in quel processo, si sentì diffamato e fece causa al Cavaliere davanti al tribunale civile di Brescia. Gli avvocati di Berlusconi dissero che le sue opinioni erano insindacabili e coperte dall’immunità parlamentare. Ed è per questo che l’autorizzazione a procedere è tornata alla Camera. La decisione su questo braccio di ferro diventerà la cartina al tornasole delle decisioni della nuova giunta. E rischia di fare correre qualche sudore freddo sulla fronte del leader Pdl che non può più contare sulla sua maggioranza.