Anna Guaita, Il Messaggero 3/4/2013, 3 aprile 2013
CACCIA AI SEGRETI DEL CERVELLO
Uno dei sogni di Obama presidente è di avviare riforme che nel tempo si riveleranno storiche e rivoluzionarie, come fu ad esempio la missione sulla luna lanciata da John Fitzgerald Kennedy all’inizio degli anni Sessanta. Obama ad esempio parla spesso della nuova economia che nascerà dalla ricerca per le energie alternative. Ma fra i suoi diversi ambiziosi progetti, quello che sembra davvero avviato sulla dirittura d’arrivo, al punto di aver già ottenuto anche il sostegno del partito di opposizione, è il piano di mettere le basi scientifiche, etiche, economiche e tecnologiche perché il mondo della scienza riesca a tracciare una mappa minuziosamente accurata del cervello e della attività elettrica delle sue cellule e dei suoi circuiti neurologici. Il fine ultimo di questo lavoro, che vede la ricerca pubblica collaborare con la privata, sarà di proteggere miliardi di esseri umani da malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, l’autismo, l’epilessia, e di ridare la salute a chi abbia subito ictus o traumi.
IL TRAGUARDO
Obama ne aveva già fatto cenno durante il discorso sullo stato dell’Unione, lo scorso febbraio, quando ha tracciato il piano dei quattro anni del suo secondo mandato. Per tirare dalla propria parte i repubblicani, sempre preoccupati di non aggiungere spese inutili a un bilancio in rosso profondo, Obama ricordò allora che un altro grande progetto simile, la mappatura del genoma umano ha avuto una grandissima ricaduta economica: «Ogni dollaro che investimmo in quel progetto ha restituito alla nostra economia 140 dollari».
Ieri dunque Obama ha mentenuto la promessa fatta quella sera di febbraio e ha annunciato l’avvio del progetto Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies (Ricerca sul Cervello attraverso Neurotecnologie Avanzate e Innovative), un titolo le cui iniziali formano appunto la parola B.R.A.I.N, cervello. Il presidente ha utilizzato l’occasione per fare anche un po’ di ironia sui repubblicani, con i quali è in lotta su tanti fronti: «Niente di quel che sto proponendo è facile. Se lo fosse, sapremmo già come funziona il cervello, e ciò potrebbe aiutarci a capire quel che succede a Washington, renderebbe la mia vita più facile». Ma Obama ha anche parlato con grande serietà della ricaduta positiva per «la vita di milioni, se non miliardi di persone» che il progetto avrebbe.
COME LA LUNA
Ha ricordato come la ricerca scientifica abbia «già cambiato le nostre vite, in modi che nessuno poteva immaginare», e ha fatto l’esempio del programma Apollo per lo sbarco sulla luna che - fra le altre cose - ha fornito all’umanità la tecnologia per effettuare la tac, uno dei più preziosi strumenti diagnostici oggi utilizzati dalla medicina.«Come esseri umani siamo in grado di riconoscere galassie lontane anni luce - ha aggiunto -. Siamo in grado di studiare particelle più piccole di un atomo, e tuttavia non siamo ancora riusciti a risolvere il mistero rappresentato dal chilo e mezzo di materia che ci siede fra le orecchie». Il progetto Brain, ha insistito, potrebbe portare a «eccezionali scoperte», che renderanno la vita più comoda e meno dolorosa, e avere come ricaduta grandi opportunità anche di lavoro: «E’ una delle sfide del 21esimo secolo» ha concluso il presidente.
I PRIMI FONDI
Obama dunque propone di includere un finanziamento iniziale di 100 milioni di dollari nel prossimo bilancio. Se paragonato a quanto fu speso per tracciare la mappa del genoma umano fra gli anni 1999 e 2005 - oltre 2 miliardi e 700 milioni di dollari - la cifra appare in realtà alquanto miserella. Ma come Obama ha sottolineato si tratta di un primo mattone affinché i due responsabili del progetto, la professoressa Cori Bargmann della Rockfeller University e il professor William Newsome della Stanford, stabiliscano gli scopi, i tempi e i costi del lavoro. Finanziamenti privati sono peraltro stati già promessi dal Salk Institute, dalla Kavli Foundation, dall’Howard Hughes Medical Institute e dall’Allen Institute. Sul fronte federale, tre sono gli enti che parteciperanno al progetto, tutti e tre specializzati nella ricerca medica e scientifica: i National Institutes of Health, la Defense Advanced Research Project Agency e la National Science Foundation. A questi gruppi sarà affidato l’indispensabile compito di perfezionare, o addirittura inventare ex novo le tecnologie necessarie per poter registrare contemporaneamente il funzionamento di centinaia di migliaia di neuroni.