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 2013  aprile 03 Mercoledì calendario

«ANCHE I NOMI DEL PD AL M5S NON VANNO»

Tra i grillini è sempre stato uno dei più ascoltati. Forse perché quando i toni si alzano (e le dirette streaming fatalmente si spengono) lui, Alessandro Di Battista, 34 anni, deputato 5 Stelle, eletto nel Lazio, riesce a non perdere la calma («siamo tutti giovani, siamo appena arrivati, che qualche errore lo avremmo fatto era più che prevedibile» si è scusato postando un video su Facebook). Di lui è stato scritto che si atteggia a «piacione», («ma è vero, e quindi non me la prendo», scherza). A nessuno è sfuggito, inoltre, dopo il suo intervento sul caso-Marò, la stretta di mano con il presidente della Camera Laura Boldrini che volle complimentarsi. Tanto che lui qualche minuto dopo ammise: «Se avessimo votato la fiducia a Bersani oggi forse sarei sottosegretario agli Esteri...». Un’altra volta, rivelando «animo grillino» definì il Palazzo, di cui ormai è parte integrante, «una vasca di squali che hanno l’inciucio nel Dna».
A proposito di accordi. Crimi dice che avrebbe preferito Bersani a Monti. E Bersani parla di «convergenze larghissime» sul nuovo capo dello Stato. Secondo lei è un’apertura ai 5Stelle?
«Ero in Aula e non ho seguito passo passo quello che è accaduto. Prima di dire qualsiasi cosa vorrei parlarne con i colleghi».
Ma la sua opinione qual è?
«Che so come finirà».
Ovvero?
«Che noi voteremo in maniera compatta il candidato che uscirà dalle votazioni online. L’11 aprile decideremo chi saranno i più gettonati e poi ne sceglieremo uno».
Sa gà per chi voterà?
«Ci sto riflettendo. Sicuramente una persona capace, che conosce bene la nostra Costituzione, una persona esterna ai partiti. Ma il nome non lo dico perché non vorrei influenzare qualcuno».
Ci dica almeno se tra i nomi che circolano e che fa il Pd c’è qualcuno che le piace?
«No, non mi pare proprio. Anche se nei partiti, sono il primo ad ammetterlo, non sono tutti uguali: ci sono anche persone capaci. In questi giorni con molti colleghi, ad esempio con Sel, il dialogo è andato avanti».
Vi si accusa di aver messo nel congelatore 8 milioni di voti.
«Noi abbiamo promesso a chi ci ha votato che non avremmo fatto alleanze con nessuno. E siamo stati coerenti. Non si può dare la fiducia ai partiti come sono strutturati oggi. Se lo avessimo fatto non solo ci saremmo snaturati ma avremmo anche fatto un male al Paese».
Eppure sembrava che con Romano Prodi un certo feeling ci fosse.
«Quando Prodi era al governo ero troppo giovane per ricordarmelo. Penso però che al pari di chi ci ha governato negli ultimi vent’anni anche lui abbia contribuito a farci arrivare al punto fallimentare in cui siamo. Perciò il mio giudizio rimane negativo: non lo voterò».