Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  marzo 29 Venerdì calendario

LE FS ABBASSANO LE TARIFFE MA EMETTONO NUOVO DEBITO

Ventinove euro il Roma-Milano con i Freccia Rossa di Trenitalia delle Ferrovie dello Stato. Un prezzo del biglietto decisamente basso proposto dall’azienda diretta da Mauro Moretti con un’iniziativa di mercato molto aggressiva che riguarda anche altre tratte dell’alta velocità come il Roma-Venezia e il Firenze-Napoli. Per i clienti viaggiatori è una novità senz’altro positiva, da leccarsi i baffi. Per gli osservatori di politica dei trasporti la faccenda presenta, però, anche aspetti sorprendenti perché il maxisconto viene proposto proprio nel momento in cui le Ferrovie dichiarano apertamente di non trovarsi in buone condizioni da un punto di vista di cassa e finanziario, tanto da dover ricorrere a un prestito obbligazionario per far fronte agli investimenti e alle uscite più impellenti, compreso il pagamento dei fornitori e gli stipendi dei ferrovieri.
VISTA DA QUESTA angolazione l’iniziativa di Trenitalia può ingenerare tra gli addetti ai lavori il sospetto che possa nascondere una volontà di dumping. Cioè che le Fs stiano vendendo il loro servizio di punta sottocosto con un obiettivo preciso: dare una spallata destabilizzante e doppia alla concorrenza. Prima di tutto un colpo micidiale all’Alitalia che proprio sulla linea Milano-Roma è messa sempre più all’angolo dai treni veloci e che oltretutto alcuni giorni fa ha definitivamente perso a favore di EasyJet quel monopolio dei voli che gli era stato graziosamente consegnato dal governo di Silvio Berlusconi nell’autunno del 2008. La manovra tariffaria delle Ferrovie statali dà inoltre una botta anche ai treni Italo della Ntv, la compagnia di Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, non in grado di replicare con un’offerta al passo, dal momento che il prezzo più conveniente che l’azienda ferroviaria privata riesce a proporre nella categoria low cost sulla Roma-Milano è di 35 euro, 6 in più del concorrente.
Il nuovo prezzo promozionale dell’azienda statale dei treni è addirittura tra i 10 e i 20 euro inferiore rispetto a quelli che le stesse ferrovie riuscivano a praticare fino a qualche giorno fa e che nelle fasce più basse oscillavano tra i 39 e i 49 euro. Fatti i conti, l’azienda di Moretti in appena un mese dovrebbe incassare un centinaio di milioni di euro in meno rispetto a ciò che avrebbe riscosso se non avesse avviato l’iniziativa promozionale.
Cento milioni di minori incassi in così poco tempo sono tanti per qualsiasi azienda italiana, ma tantissimi considerate le condizioni delle Ferrovie statali alle prese, oltretutto, con un investimento molto oneroso: 50 Frecciarossa serie 1000, treni superveloci del valore di un miliardo e mezzo di euro acquistati da Ansaldo-Breda e Bombardier, convogli che saranno aggiunti a quelli ormai decisamente vecchiotti in circolazione da tempo sulle tratte ad alta velocità. Nelle settimane passate, inoltre, l’amministratore delle Ferrovie si è lamentato più volte per il buco aperto nelle casse della sua azienda dai mancati pagamenti per il trasporto ferroviario regionale, due miliardi di euro in totale, un miliardo e 200 milioni accumulati dallo Stato e altri 800 milioni dalle Regioni. Partendo dal presupposto che almeno nell’immediato Stato e Regioni difficilmente troveranno i soldi per saldare i conti, l’amministratore delle Ferrovie sta pensando di ricorrere all’emissione di due tranche di bond quinquennali e decennali per un valore di un miliardo e mezzo di euro.
IN SOSTANZA Moretti, proprio nel momento in cui applica sconti super alla clientela nelle tratte più redditizie e di punta, si rivolge ai risparmiatori per ottenere quella liquidità di cui ha bisogno sia per la gestione ordinaria dell’azienda sia per sostenere gli investimenti in quello che in gergo viene definito il “materiale rotabile”, cioè i treni. La mancanza di un adeguato numero di convogli moderni è stato fino ad oggi proprio il tallone d’Achille delle ferrovie statali nel segmento strategico dell’alta velocità.