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 2013  marzo 29 Venerdì calendario

LA CRISI NELLE NOSTRE TASCHE: ECCO TUTTE LE TASSE IN ARRIVO

Le tasse? Aumenteranno anche nel 2013. Si tratta di una sorta di effetto a rallentatore delle manovre di “salvataggio” di Mario Monti, che in numeri può essere riassunto grazie allo stesso esecutivo: la pressione fiscale salirà dal 44,% dello scorso anno al nuovo picco del 44,4% di quello in corso per effetto di tutta una serie di balzelli che sono entrati o stanno entrando in vigore. Se almeno questa massa di soldi che lo Stato incamera servissero a rilanciare la domanda interna con una terapia di massiccia spesa pubblica per investimenti e/o acquisto di beni e servizi il gioco varrebbe la candela (come ha ricordato ieri sul Sole 24 Ore il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard), ma invece l’attuale governo ha imposto tasse e tagli ai suoi cittadini e al suo sistema produttivo per inseguire il pareggio di bilancio imposto dall’Ue e, in sostanza, ripagare il debito contratto dagli italiani con le banche del Nord Europa. Questo processo, se il nuovo esecutivo non deciderà di cambiare prospettiva, continuerà anche quest’anno spingendo ancora più in basso il Prodotto interno lordo. Ecco un breve riassunto di quello che ci aspetta nel 2013, ovvero dei modi in cui altri 14,7 miliardi – secondo un’analisi della Cgia, un centro studi – usciranno dai conti di famiglie e imprese per entrare in quelli dell’erario.
Aumento dell’Iva. Senza interventi, dal 1 luglio l’aliquota oggi al 21% salirà di un punto. Il governo ha messo a bilancio questo provvedimento per oltre due miliardi di euro nei soli ultimi sei mesi del 2013, per Confcommercio di miliardi ne vale invece almeno 3,5 (sette l’anno). Anzi, valeva: il gettito Iva, infatti, è in continuo crollo grazie al combinato disposto tra mancanza di soldi nelle tasche degli italiani e aumento dell’evasione scattata fin dal precedente passaggio della prima aliquota dal 20 al 21% (settembre 2011). Insomma quest’aumento – come spiegano praticamente tutti – è una previsione particolarmente insensata in un paese in cui i consumi sono già scesi del 2,9% nel 2012.
Tares. È la nuova tariffa che dovrebbe sostituire le vecchie Tia e Tarsu sui rifiuti (con l’obbligo di copertura totale del servizio) incorporando anche un contributo per i servizi pubblici comunali. Si paga in proporzione sulla casa, come l’Imu, e secondo calcoli di consumatori e sindacati comporterà un aumento di imposizione dal 20% in su per i contribuenti (un miliardo di euro in più il gettito previsto). Sulla sua entrata in vigore, però, si sta consumando un piccolo giallo. La prima rata (in pagamento in queste settimane) si pagherà ancora col vecchio metodo, mentre la stangata comincerà anche in questo caso a luglio, con la seconda: comuni e imprese (in particolar modo il settore dell’edilizia) ne chiedono il rinvio al 2014 e il governo sembrava aver acconsentito (il ministro dell’Ambiente Clini avrebbe già scritto il relativo decreto), ma nell’ultima riunione a Palazzo Chigi non se n’è fatto nulla.
Accise. Quelle su benzina e gasolio sono aumentate di 50 centesimi il 1 gennaio per effetto della prima manovra dei tecnici. Anche in questo caso il gettito atteso è a rischio: i consumi, anche di carburanti, sono in continua contrazione già dall’anno scorso.
Addizionali Irpef e Imu. Regioni e comuni hanno – a parte qualche eccezione – aumentato le aliquote di loro pertinenza lo scorso anno e il trend è di una crescita anche nel 2013 (alcuni comuni, per dire, hanno già adottato delibere in questo senso): d’altronde il continuo taglio dei trasferimenti statali comporta per i sindaci la necessità di tagliare le spese (i servizi) e/o aumentare le tasse.
Invalidi. In parecchi perderanno il diritto alla pensione perché da quest’anno il requisito di reddito per ottenerla comprenderà anche quello del coniuge: se insieme si superano i 16.127,30 euro niente assegno. Ivie. E’ la tassa che colpisce quegli italiani che posseggono case all’estero: il gettito atteso è poco meno di un miliardo.
Auto aziendali. Drastico taglio della loro detraibilità: sulle imprese peserà, ha messo a bilancio il governo, per circa 500 milioni l’anno.
Tobin tax e conti correnti. L’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie ha debuttato a marzo. Il gettito atteso è di 1,1 miliardi, ma difficilmente sarà raggiunto visto che, grazie ad un’esclusione mirata, l’esecutivo ha sostanzialmente esentato le banche. Nel 2013, poi, vanno a regime i nuovi bolli sui conti correnti bancari (esclusi quelli base e quelli con giacenza media sotto i 5mila euro) e la cosiddetta patrimonialina, un versamento a fine anno dello 0,15% sul valore di tutti gli investimenti finanziari.