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 2013  marzo 29 Venerdì calendario

A SIENA UN MONTE DI PERDITE: IN UN ANNO OLTRE 3 MILIARDI

Tre miliardi e 17 milioni di euro. Ecco quanto ha perso il Monte dei Paschi nel 2012. In totale fanno nove miliardi persi negli ultimi due esercizi. “Un bilancio di svolta che rendiconta tutte le azioni di discontinuità che fanno di Mps una banca molto diversa dal recente passato”, lo ha definito ieri l’amministratore delegato Fabrizio Viola all’inizio della presentazione telefonica dei conti approvati nel pomeriggio dal consiglio di amministrazione.
PIÙ CHE AVER messo in campo una pulizia di bilancio, i nuovi vertici di Rocca Salimbeni sembrano essere impegnati a raccogliere le macerie lasciate dalla precedente gestione di Giuseppe Mussari travolta dalle inchieste giudiziarie. Sul 2012 hanno infatti pesato 2,6 miliardi di rettifiche nette sui crediti, 311 milioni di oneri di ristrutturazione e 1,6 miliardi di svalutazioni. Ma soprattutto la contabilizzazione delle perdite sui prodotti strutturati di anni precedenti, su cui sta indagando la Procura di Siena. In netto calo anche i ricavi che sono scesi del 6,2% rispetto al 2011 sia per effetto della riduzione del margine di interesse, che sconta il brusco calo dei tassi di mercato nonché la contabilizzazione degli interessi sul Tremonti Bond, sia per la riduzione delle commissioni nette zavorrate dai costi della garanzia governativa necessaria per l’accesso al rifinanziamento nella Banca centrale europea (verso la quale Mps è ancora esposto per 27,5 miliardi). Scendono anche la raccolta e gli impieghi, soprattutto i mutui (-9%) mentre decollano i crediti deteriorati (ovvero l’esposizione della banca verso clienti insolventi o in difficoltà temporanea) che a fine dicembre sono saliti a 17 miliardi (+30%). Ad aumentare è inoltre lo stock del portafoglio titoli e derivati del gruppo che a fine 2012 è risultato di 38,4 miliardi di euro, circa un miliardo in più rispetto al 31 dicembre 2011. Con questi dati la restituzione dei Monti-Bond (3,9 mld) è sempre più difficile.
L’ESPOSIZIONE - precisa la banca in una nota - è concentrata su titoli di Stato italiani. “É stato un esercizio difficile per tutti. C’è stata una accelerazione del piano industriale. C’è un nuovo management, c’è una nuova organizzazione”. Prima di procedere sul percorso del piano triennale Viola e il presidente Alessandro Profumo hanno dovuto varare “una operazione di trasparenza sui prodotti strutturati e la corretta contabilizzazione di alcune spese del personale relative ai precedenti esercizi”, ha detto Viola. Sottolineando che “oggi il portafoglio finanziario è quello che risulta dal bilancio”. Tutto alla luce del sole, dunque. Senza più “mine” come Santorini o Alexandria nascoste fra le pieghe dei conti. Una pulizia che costerà lacrime e sangue ai dipendenti : "Abbiamo già raggiunto il 55% del target triennale del piano industriale" ha detto Viola ricordando che nel piano si prevedeva la riduzione di 4.640 addetti. "Considerate le operazioni già realizzate e il processo di outsourcing che va avanti, stimo che saremo al 70% del target entro fine anno". Un numero quindi vicino a 3.200 persone. Quanto alle filiali, ha aggiunto l’amministratore delegato, “ne abbiamo già chiuse 98 nel 2012, altre 100 entro marzo, e le rimanenti 200 verranno chiuse entro fine anno. In questo modo avremo raggiunto già l’obiettivo di fine piano’’.
NELLE SALE operative continua intanto a girare la prima versione del comunicato sui rilievi del Fondo Monetario Internazionale sulle banche italiane diffuso mercoledì che, come rivelato da La Stampa, conteneva osservazioni sul Monte Paschi suggerendo che “le autorità dovrebbero continuare a monitorare da vicino l’attuazione del piano di ristrutturazione” dell’istituto senese e “prepararsi ad assumerne il controllo, se necessario, per minimizzare i costi finali per lo stato”. Il fantasma della nazionalizzazione si agita dunque sullo sfondo.
Nel frattempo, sul fronte delle inchieste giudiziarie, sembra essere stato proficuo l’incontro avvenuto ieri a Lugano tra i due pm di Siena Aldo Natalini e Giuseppe Grosso con i colleghi del Canton Ticino che hanno aperto un’indagine sull’ipotesi di riciclaggio e che riguarderebbe l’ex capo della finanza del Monte, Gianluca Baldassarri.