Stefano Lepri, La Stampa 31/3/2013, 31 marzo 2013
RILANCIO DELLE IMPRESE E DIFESA DELL’EURO UN TEAM DI ESPERTI ALL’AVANGUARDIA
Di certo nessuno è contrario all’euro, tra i sei saggi esperti di economia. Non lo è neppure il leghista Giancarlo Giorgetti, 48 anni, revisore contabile laureato alla Bocconi, presidente eletto da tutti della commissione speciale della Camera. Lo si sa inoltre curioso dell’esperienza olandese, dove liberali e socialisti collaborano al governo non mediando su ogni singola questione, ma spartendo tra loro la preparazione di provvedimenti che abbiano ciascuno a suo modo una propria coerenza interna.
Quanto agli esperti, lo sono davvero; anzi all’avanguardia nello scorgere problemi ancora non percepiti da altri. Enrico Giovannini, 55 anni, presidente dell’Istat, è una autorità mondiale nel misurare il benessere con criteri alternativi al Pil, cosa che può piacere anche al Movimento 5 Stelle. Salvatore Rossi, 64 anni, personaggio emergente nel direttorio della Banca d’Italia, ha studiato a fondo le difficoltà e gli sforzi dell’industria italiana prima e durante la crisi; uno dei suoi libri, «La politica economica italiana 1968-2007» è un repertorio delle occasioni perdute da governi di ogni colore.
Notava qualche giorno fa Giovannini che gli italiani, subito dopo la salute, mettono in testa alle loro preoccupazioni il futuro dei figli: ovvero, è così che si traduce nelle teste della gente la prospettiva di un nostro declino economico. E del calo del tenore di vita degli italiani aveva parlato tra i primi, sulla base dei numeri che i suoi collaboratori andavano scoprendo, quando ancora nelle sedi ufficiali era di rigore proclamare che la crisi ci aveva colpito meno di altri Paesi.
Ha saputo insomma usare la statistica come strumento per capire che cosa ci accade, tutt’altro che un arido, ripetitivo riempire sempre le stesse caselle. Per questo l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy l’aveva scelto tra i 25 membri della commissione incaricata di trovare nuove misure del benessere, studiosi di tutto il mondo, tra cui 5 premi Nobel, Stiglitz, Sen, Arrow, Heckman e Kahneman, il politologo Robert Putnam, esperti di disuguaglianze sociali come François Bourguignon o di rapporti tra economia e ambiente come Nick Stern.
Dai numeri era partito anche Rossi, laureato in Matematica, per interessarsi poi di tutti gli aspetti dell’economia. Emergono nelle ricerche che ha condotto sull’industria italiana - anche queste tradotte in libri, «La regina e il cavallo. Quattro mosse contro il declino» e «Controtempo. L’Italia nella crisi mondiale» - storie avvincenti di imprenditori capaci di reinventare le loro aziende, dentro un sistema produttivo che nell’insieme stenta a tenere il passo della globalizzazione.
È tecnico e ormai anche politico Enzo Moavero, 58 anni, come pochi conoscitore delle istituzioni europee: professore di diritto comunitario in varie università, a lungo funzionario a Bruxelles e poi giudice della Corte di Giustizia a Lussemburgo. A stare al centro aveva imparato già dal liceo, nei turbolenti Anni 70, quando era l’unico liberaldemocratico tra gli opposti estremisti di sinistra e di destra; ora, ministro del governo Monti, non è stato eletto per Scelta Civica al Senato. Legato alla politica è anche Giovanni Pitruzzella, consulente giuridico di diversi governi e della Regione Sicilia prima di diventare, 4 mesi fa, presidente dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, altrimenti detta Antitrust.
Fa coppia con Giorgetti infine l’altro presidente di commissione parlamentare speciale, Filippo Bubbico, architetto, senatore Pd per la terza volta; in politica da sempre, a 26 anni appena, nel 1980, era stato eletto sindaco del suo paese in Basilicata, per diventare vent’anni dopo presidente della Regione.