Mario Ajello, Il Messaggero 2/4/2013, 2 aprile 2013
DALLA POST-DEMOCRAZIA DI CHOMSKY AL CALIFFO
Noam e il Califfo. Il super-alternativo Chomsky e il super-coatto Califano. Che c’azzeccano l’uno con l’altro, l’intellettualissimo e il simpatico sbruffone che purtroppo non c’è più? Il tramite è Beppe Grillo. Nel pantheon del grillismo, anche se l’ottantacinquenne linguista e filosofo Chomsky è vivo e vegeto, Noam e il Califfo si fanno compagnia in queste ore. E siamo davvero a una macedonia culturale. Prima è Chomsky che viene celebrato da Grillo sul suo blog. Beppe pubblica un pezzo della prefazione del libro «La democrazia del Grande Fratello», a riprova che il saggista americano anti-americano non da ora è uno dei suoi massimi idoli. «La macchina da indottrinamento al servizio di potentissimi e occulti poteri finanziari - scrive Grillo - è per Chomsky il vero Grande Fratello della società occidentale». Insomma, ecco la morale, nella finta democrazia ci impediscono di pensare con la nostra testa. E che cosa dice il Califfo?
Anche lui la pensa così, nella canzone «Fijo mio» che un tizio - Ferdinando G., da Roma - posta sul blog di Grillo. E Beppe è ben felice di pubblicarne il testo, non solo perchè da uomo di spettacolo ammira un altro uomo molto spettacolare, ma anche perchè il Califfo è il tema forte di queste ore e Beppe s’infila da volpone nazional-popolare nell’argomento che fa trend. Il motivo fa così: «Fijo mio, vie’ qua, / sta’ a senti’ a papà... / Credi a Dio, se voi / prega, si te va, / ma si te dice male / allora lascia sta’, / le preghiere nun aiuteno a campa’. / Credi a te, sortanto a te». E soprattutto non credere a Pinocchio (Pinocchio è il Grande Fratello di cui parla Chomsky?) e «da Pinocchio ’n po’ / d’aiuto nun l’avrai. / Solo te ti poi da’ ’na mano». O magari te la può dare il grillo parlante, cioè Grillo?
Di fatto, la morale dei due pseudo-grillini di complemento è quella del guai farsi infinocchiare dalle idee imposte. Lo dice Chomsky, lo dice il Califfo. E Beppe gode, mescolando cultura alta (o finta alta) con cultura pop e aprendo le porte della sua galleria dei miti a Califano. Il quale ora si trova affianco - e chissà quanto si diverte dall’aldilà - a uno degli intellettuali militanti più ascoltati del mondo, al mistico armeno Gurdjieff (che anche Franco Battiato adora), a Joe Stiglitz che è Premio Nobel per l’economia e Beppe ne ammira le accusa contro le politiche di rigore finanziario che «hanno rovinato le democrazie europee», a Stefano Benni (di cui le parentele di pensiero con il Califfo difficilmente appaiono probabili), alla radical chic Loretta Napoleoni, al super-ecologico Serge Latouche (quello della «decrescita felice») e agli altri punti di riferimento ideali del leader 5 Stelle. Dei quali solo Pasolini, immortalato in un video alla manifestazione di San Giovanni, potrebbe forse avere delle parentele lontane con il Califfo, per via delle borgate. Ma tant’è. La macedonia è saporita. E rieccoci a Chomsky. «La democrazia del Grande Fratello - così Grillo cita testualmente dal suo libro - è un sistema di propaganda perfetto che sforna fiction, reality, soap e sport». Il risultato? «E’ quello di assopire le coscienze e impedire una reale partecipazione. Rendendo la democrazia una luccicante scatola vuota». E tutto il resto? E’ noia.
Mario Ajello