Jacopo Iacoboni, La Stampa 30/3/2013, 30 marzo 2013
GIORNALISTI DA PSICHIATRIA" MA POI ATTACCA UN PRECARIO
«Siete da psichiatria» è accusa ormai di scuola, nella politica italiana. S’è sentita mille volte. Ma ieri c’è andato di mezzo un lavoratore.
«Vedete - ha detto Grillo nel suo show su la Cosa riferendosi all’ennesima notizia errata circolata, su un M5s pronto a sostenere degli “pseudotecnici” - qui nascono cose dal nulla, che poi ripropongono un altro nulla, e ci sono discussioni vuote sul nulla. È una trasformazione antropologica dell’informazione, cattiva, violenta, che crea una confusione. Guardavo una trasmissione tra sondaggi, esperti che non hanno capito e parlavano di grillini che vogliono un governo pseudotecnico... Beh, siamo nel settore della psichiatria, più che della politica. Bisogna guardarli sotto il profilo di compulsioni che non sono più normali; devono andare a casa, con gentilezza, consigliati da primari, accompagnati».
E qui il bersaglio, ormai quasi prima dei politici, sono i giornalisti. Solo che Grillo non se l’è presa con un sistema, non ha attaccato anchormen famosi, o chi fa le scelte, o il privilegiato di una casta «ormai separata dalla realtà», come diceva nello tsunami tour: no, è finito a sbattere sulla storia di un precario. «Io la conosco quella voce, quel povero ragazzo frustrato che deve chiedere una cosa che non crede, magari per dieci euro a pezzo e portare a casa uno stipendio». Poi ha aggiunto, «hanno ben ragione a essere terrorizzati. Un sistema ormai medievale di fare informazione».
Il problema è che Vasco Pirri Ardizzone, giornalista di quarant’anni per l’Italpress, non è esattamente la Casta. Poi Grillo ne ha aggiunte abbastanza per i politici, che in questi giorni sono andati a chiedere la fiducia agli eletti del M5s («fiducia, fiducia... sono parole, non hanno capito che parole come responsabilità, in bocca a queste persone, sono parolacce. Hanno disintegrato questo paese da vent’anni. E per loro ci vuole un primario, un neurologo»). Ma insomma, forte coi deboli non è stato un bello spettacolo. Si aspetterebbe il contrario.
Il riferimento alla psichiatria non avrebbe neanche sorpreso, siamo pieni di politici che si sono dati dei matti, o hanno usato la metafora clinica, in un senso o nell’altro. D’Alema pochi mesi fa ritenne di dire che la sua maggioranza quand’era premier era «composta da squilibrati degni di attenzione psichiatrica che mi chiedevano di uscire dalla Nato e di dichiarare guerra agli Stati Uniti». Berlusconi ha dato dei «matti» per anni ai giudici, e non solo. Cacciari una volta riassunse che «un po’ tutta la sinistra è un campo di capre pazze». Grillo però ci mette in mezzo i giornalisti, è qui che la storia cambia. Il capo del movimento scomoda «la rivoluzione francese ma senza ghigliottina», solo che stavolta s’è abbattuto sulla testa di un lavoratore, e non privilegiato.