Massimo Vincenzi, la Repubblica 31/3/2013, 31 marzo 2013
GUARIRE IN UNA STANZA CON VISTA SUL PARCO COSÌ IL VERDE MIGLIORA CORPO E CERVELLO
NEW YORK — Severino, l’erborista del “Nome della Rosa”, ne era convinto e come lui i suoi colleghi monaci che nel Medioevo puntavano tutto sulla natura per guarire gli ammalati. Ora, qualche anno dopo, la scienza dà loro ragione e fa un ulteriore passo in avanti: non solo fa bene curarsi in maniera naturale, ma le piante e il verde hanno un’influenza positiva sul nostro corpo, oltre che (più scontato) sulla mente. A dirlo, dagli Stati Uniti, sono alcuni libri e articoli che mettono ordine negli studi più recenti e innovativi sulla salute verde.
Paoli è una piccola città della Pennsylvania ed è nel suo ospedale che, come racconta il magazine
The Atlantic, avviene la scoperta più stupefacente. Per quasi dieci anni un gruppo di ricercatori studia alcune centinaia di cartelle cliniche. Vengono scelti malati con la stessa patologia (l’asportazione della cistifellea), con
un giusto mix statistico (uomini, donne, fumatori, non fumatori) e identica assistenza medica. Unica differenza: metà ha stanze orientate verso un giardino pieno di alberi, gli altri hanno finestre affacciate su un muro grigio di mattoni. Bene, quelli con la vista bucolica guariscono mediamente prima degli altri (da uno a tre giorni) e soprattutto gli altri arrivano a prendere quasi il triplo degli antidolorifici, segnalando inoltre diverse complicazioni fisiche. Un risultato definito “sorprendente” dagli stessi medici: «I pazienti con le camere sul giardino hanno mostrato progressi e vantaggi sino a quattro volte superiori agli altri. E gli effetti dei benefici sono più duraturi e ampi di quanto avessimo potuto immaginare».
Ancora più diretto uno studio curato dall’Università di Chicago qualche tempo fa, secondo il quale gli anziani che vivono in quartieri con una maggiore e migliore concentrazione di verde hanno aspettative di vita sensibilmente più alte.
Certo la psicologia ha la sua parte e infatti da tempo si studiano gli effetti benefici che ha la natura sulla riduzione dello stress (e delle patologie collegate), ma oltre alla mente adesso si scopre che ne guadagna pure il corpo. In Giappone sono sempre più comuni i “bagni nella foresta” percorsi benefici che hanno effetti salutari sui pazienti. E lo stesso stanno facendo molti ospedali,
con la creazione di veri e propri giardini “curativi”, usati soprattutto per malattie come l’Alzheimer e il cancro. Ovviamente, in questi casi non ci sono effetti diretti, ma il contatto con fiori e piante rende il paziente più ricettivo alle cure e ne riduce le sofferenze.
Il New York Times racconta di uno studio portato avanti proprio in Giappone su quasi trecento persone. Divisi in due gruppi, le cavie camminano per alcuni giorni su due percorsi: il primo si snoda dentro una zona boschiva, il secondo attraversa strade di città. Al termine dell’esperimento, i fortunati escursionisti nella natura hanno concentrazioni inferiori di cortisolo, una frequenza cardiaca più equilibrata, una pressione più bassa nei soggetti ipertesi e un generale innalzamento delle barriere immunitarie. E un altro esperimento simile dimostra che con due ore di passeggiata nei boschi si alza anche il livello dei globuli bianchi. Tra le varie ipotesi che gli scienziati stanno studiando anche quella che sull’uomo abbiano effetti positivi le sostanze chimiche prodotte dalle piante contro i parassiti.
Ma qui i ricercatori si fermano. Resta la certezza, ora pure scientifica, che una bella casa con vista sul verde ci fa stare meglio di un monolocale affacciato sul muro del vicino.