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 2013  marzo 30 Sabato calendario

HITCHCOCK, IL GENIO CHE UMILIAVA LA MOGLIE

All’ombra del genio, accettando infatuazioni celebri, perfidi dispetti e segrete umiliazioni. Non è stato facile, per Alma Reville, piccola, minuta, poco ritratta e poco raccontata, interpretare il ruolo della signora Hitchcock, sceneggiatrice di talento destinata a occupare per tutta la vita un posto di seconda fila: «Era una donna sottomessa - racconta Claudio Masenza, - a cui Hitchcock non ha mai concesso alcun peso pubblico». Esperto di cinema, autore, nel 1985, con Francesco Bortolino, del documentario Rai lungo 3 ore Il brivido del genio , Masenza ha intervistato, tra New York, Los Angeles e Parigi, gli attori che avevano lavorato con il grande regista. Nei loro racconti, soprattutto quelli di Anne Baxter e Ann Todd, rispettivamente interpreti di Io confesso e del Caso Paradine , la figura di Alma ha ben poco in comune con quella disegnata da Helen Mirren nell’ Hitchcock di Sacha Gervasi, protagonista Anthony Hopkins.

Basato sulla sceneggiature di John J. McLaughin, tratta dal libro di Stephen Rebello Alfred Hitchcock and the Making of Psycho , il film (dal 4 nei cinema)offre alla consorte del maestro l’occasione di una rivincita postuma: «All’inizio - chiarisce Gervasi - Alma rivela di sentirsi poco apprezzata da suo marito, tuttavia, nel corso della vicenda, Alfred, in preda al desiderio compulsivo di girare Psycho , si rende conto di quanto sua moglie sia preziosa, di quanto possa sempre contare su di lei, anche se nel suo modo freddo e contenuto». Secondo Hopkins, Hitchcock «deve essere stato un uomo difficile con cui vivere, ma penso anche che abbia nascosto la sua vulnerabilità a tutti tranne che ad Alma... Forse non erano molto intimi, ma condividevano un amore puro e una reciproca compagnia».

Affidata al piglio combattivo di Mirren, l’immagine di Alma acquista colori inediti, immensamente lontani dalle descrizioni di chi l’aveva realmente conosciuta: «L’episodio che più aveva colpito Anne Baxter riguarda una gita in battello organizzata durante le riprese di Io confesso , in Canada. Anne era libera per qualche ora e aveva convinto Alma ad andare con lei, ma un guasto al motore fece slittare l’orario fissato per il ritorno. Alma era nervosissima, sapeva bene che Hitchcock non avrebbe tollerato il contrattempo. Al rientro il regista guardò Baxter con molta freddezza e lei, da quel momento, decise che non si sarebbe mai più intromessa, in alcun modo, nel menage della coppia».

Un equilibrio precario, insidiato dalle cicliche passioni che Hitchcock coltivava per le sue attrici predilette, bionde, algide, apparentemente asessuate, ma capaci, nei suoi sogni e nei suoi film, di scaldarsi all’improvviso: «Per Hitchcock la sensualità doveva essere una sorpresa. Per questo aveva sempre apertamente criticato Marilyn Monroe, diceva che aveva il sesso scritto in faccia e quindi non era eccitante». Tra le più desiderate e rimpiante c’erano invece Grace Kelly e Ingrid Bergman su cui, ricordava Ann Todd, l’autore imbastiva storie improbabili, spiattellate in società, con Alma muta e presente: «Ann diceva che era un sadico, che gli piaceva umiliare la moglie, raccontando spesso in pubblico che una volta aveva sbattuto al muro la Bergman per baciarla». Ma non basta, Todd sapeva anche che «i mobili della cucina di casa Hitchcock erano stati messi tutti molto in alto, una collocazione inarrivabile per la padrona di casa che era piuttosto bassina». Di tutto questo in Hitchcock non c’è traccia e, anzi, s’ipotizza che la signora, stanca degli innamoramenti del marito, si conceda il lusso di un corteggiatore, lo scrittore Whitfield Cook, noto per l’adattamento di «Delitto per delitto», interpretato da Danny Huston, figlio di John: «Il mio personaggio resta improvvisamente coinvolto in una tenera relazione, ha bisogno di Alma, nello stesso modo di Hitchcock...La usa per la sua ambizione, flirta con lei e questo accende la gelosia del marito». Che Hitchcock non fosse esente dal sentimento risponde a verità, ma che soffrisse per il nuovo interesse di Alma, come si vede nel film, sembra molto meno probabile: «Soffriva per il proprio aspetto fisico - spiega Masenza - ed era ossessionato dalla bellezza maschile, avrebbe voluto essere come Cary Grant». Per questo il matrimonio di Vera Miles, (apparsa nel Ladro e poi nella serie televisiva Alfred Hitchcock Presents con Gordon Scott, un «Tarzan» particolarmente prestante, era stato per il genio un terribile colpo basso: «Penso che il loro rapporto - ha osservato Jessica Biel che interpreta Vera nel film - fosse un po’ ambiguo». In realtà, quando Vera era rimasta incinta , proprio all’inizio delle riprese di Psycho , la tensione era alle stelle: «La ragazza che sta dietro la tenda della doccia è Vera Miles truccata da Janet Leigh». Per un’attrice un mezzo sfregio. Anche perchè Janet, a differenza di altre, univa a capelli biondi e forme procaci, un carattere determinato e una forte personalità. Il suo personaggio, affidato a Scarlett Johansson, è uno dei più riusciti: «Da quel che ho sentito dire e che ho letto su di lei, Janet era una donna modesta e razionale, oltre che una madre meravigliosa». Comunque fu in grado di tenere testa al maestro Ad altre bionde, come Tippi Hedren, non andò così bene: «Con lei Hitchcock si espose molto, fu rifiutato, e, per ripicca, dopo Gli uccelli , continuò a tenerla sotto contratto senza farle interpretare niente». Riccardo Palmieri, autore di Alfred Hitchcock. Il maestro del brivido (Armando Curcio Editore), sostiene che il mago del terrore aveva un «carattere infantile, incapace di intervenire davvero in una relazione autentica con una donna, proprio come con la moglie, con la quale ha avuto un rapporto asessuato. Un uomo che guardava la vita alla finestra».

Non a caso la sequenza che precede il finale di Hitchcock , con il protagonista che bacia la moglie davanti alla folla dei paparazzi, appare tra i passaggi più inattendibili del film: «Quella foto - osserva Masenza - non si è mai vista, se la scena si fosse realmente svolta, ce ne sarebbe traccia, La realtà è che Alma, in situazioni come quella, non era mai stata degnata di uno sguardo».