Avvenire 2/4/2013, 2 aprile 2013
AINIS: «SCELTA INEDITA, MA NON È MESSA IN SCENA»
«La strategia di Napolitano non è incostituzionale. Lo sarebbe se ci fosse una maggioranza, i leader fossero pronti a formare un governo e lui non desse l’incarico; e se, viceversa, non ci fosse una maggioranza e il capo dello Stato non usasse il potere di scioglimento, che Napolitano, però, ora non può esercitare. La sua misura è inedita, ma lo è anche la situazione. Quella delle commissioni di saggi può apparire una messa in scena, ma l’alternativa era la scena vuota». È l’analisi del costituzionalista Michele Ainis, alla luce delle critiche mosse a Giorgio Napolitano di aver adottato una strategia non aderente alla Costituzione. «La norma è laconica – spiega Ainis – e dice che il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio. Il Parlamento ha invece il compito di legiferare e quello di dare o togliere la fiducia al governo». Si possono creare scenari di blocco, come «quando il Parlamento «non riesce a dare la fiducia al governo.
In tal caso si produce un blocco. E il Capo dello Stato ha il potere di sblocco nello scioglimento anticipato. Ma Napolitano non può farlo: è a fine mandato e nel ’semestre bianco’ il presidente non può sciogliere le Camere. Potrà farlo solo il suo successore. La nomina dei saggi, quindi, è un espediente per prolungare la fase di decantazione del governo, nella speranza di un accordo tra i partiti».