Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 01 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - NAPOLITANO E CHI GLI DA’ CONTRO


ROMA - Oltre all’apprezzamento per il senso dello Stato che lo ha spinto ad allontanare ogni ipotesi di dimissioni anticipate, Giorgio Napolitano si trova di fronte un muro di distinguo e frenate. Il percorso indicato dal capo dello Stato, con il ritorno alla piena operatività del governo Monti e la creazione dei due gruppi di lavoro per la formulazione di proposte programmatiche di carattere istituzionale ed economico-sociale, trova fredde o palesemente ostili anche le forze che - con più o meno convinzione - hanno sostenuto il governo. Il capo dello Stato convoca comunque i "saggi" per domattina al Quirinale (quello economico-sociale alle 11, quello sui temi istituzionali alle ore 12), mentre il suo portavoce risponde alle critiche via Twitter. E dal Colle emerge che "risulteranno evidenti sia il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell’iniziativa assunta dal Presidente della Repubblica sia i limiti temporali, d’altronde ovvi, dell’attività dei due gruppi". Una replica alle perplessità espresse da più parti. Le riunioni stesse - precisa la presidenza della Repubblica - "offriranno anche l’occasione per ogni ulteriore chiarimento opportuno, di fronte a commenti nei quali ai più larghi apprezzamenti si sono accompagnati non solo legittimi dubbi e scetticismi ma anche timori e sospetti artificiosi e del tutto infondati".
La nota di Alfano. Pd e Pdl, con sfumature diverse, esprimono più di un dubbio, accomunati da una riflessione di fondo: la scelta di Napolitano non è risolutiva dello stallo politico. La linea del partito di Berlusconi è chiarissima: si formi al più presto un nuovo governo o si torni alle urne. Che il Cavaliere stia spingendo per la seconda ipotesi è abbastanza evidente dalla nota che il segretario Angelino Alfano diffonde poco dopo quella del Quirinale: "Riteniamo opportuno che il presidente Napolitano riprenda le consultazioni con le forze politiche, e che le stesse forze politiche riprendano a parlarsi. La casa brucia e non sarebbero comprensibili altri rinvii e dilazioni", dice il segretario del Pdl Angelino Alfano poco dopo la diffusione della nota del Colle. E ancora: "I ’saggi’ facciano presto e riferiscano al Quirinale quanto prima. Il nodo politico resta irrisolto. Per noi l’alternativa è chiarissima: o c’è un’intesa politica piena che conduca a un governo di larga coalizione centrato sulle necessarie riduzioni fiscali e sul rilancio dell’economia, o altrimenti è indispensabile andare subito al voto senza che sia resa impraticabile la finestra elettorale di giugno. Noi siamo assolutamente pronti anche a questa seconda ipotesi".
Un ragionamento che Alfano svolge partendo dalla premessa che "le intenzioni del Capo dello Stato sono certamente lodevoli, ma esiste il rischio che il Pd, dopo aver già fatto perdere al Paese un mese di tempo per l’ostinazione di Pierluigi Bersani, voglia trasformare questa iniziativa in un escamotage per rinviare ogni vera decisione alle calende greche".
Le altre forze politiche. Sul versante del centrosinistra, i democratici si smarcano, attraverso Dario Franceschini, sottolineando che l’iniziativa è tutta di Napolitano, che il Pd non ne sapeva niente e, soprattutto, certe decisioni per il Paese vanno trovate in Parlamento, non nel lavoro dei "saggi".
E poi il Movimento 5 Stelle. Anche in questo caso Napolitano convince solo a metà. Grillo, infatti, rivendica, nella scelta del presidente della Repubblica, la bontà di quanto il movimento affermava da tempo, ovvero che l’Italia un governo ce l’ha e bisogna solo lavorare in Parlamento sulle cose importanti. Ma per il M5S il nodo irrisolto è proprio quello di un Parlamento che non ha ancora le sue commissioni funzionanti, a fronte dei due gruppi di "saggi" indicati da Napolitano, che il leader del M5S liquida secondo suo stile: "Badanti della democrazia".
Scelta Civica di Monti non può far mancare il suo sostegno a Napolitano. "Il solo giudizio che conta sull’operazione del presidente lo daranno domani i mercati. Il resto sono chiacchiere, anche perché nella attuale situazione non era possibile un esecutivo migliore di quello in carica, sia pure per l’ordinaria amministrazione" afferma in una nota Giuliano Cazzola di Scelta Civica."Per fortuna - aggiunge - ci siamo risparmiati il governo Bersani, la cui composizione sarebbe stata pensata apposta per creare casi di coscienza nei senatori grillini, quindi, quanto di peggio ci si potesse immaginare".
Il tweet del portavoce del Colle. Via Twitter, rispondendo alle perplessità di un’utente - Elisabetta Gualmini, presidente dell’Istituto Cattaneo - non convinta dai "saggi", "per età e soprattutto per genere" (i dieci esperti sono tutti uomini, ndr), il portavoce del Presidente della Repubblica, Pasquale Cascella, spiega: "Non sono generici ’saggi’, ma personalità scelte con criteri oggettivi in funzione del lavoro già svolto e del ruolo ricoperto". Lo stesso Cascella, con un tweet ha smentito l’indiscrezione secondo cui il presidente della Bce, Mario Draghi, ha chiamato Napolitano per convincerlo a non dimettersi. "Per la verità è stato Napolitano a chiamare Draghi (e altri) per approfondire la valutazione sulla situazione determinatasi".
Il Codacons. Una critica il capo dello Stato la raccoglie anche nei movimenti della società civile. La critica viene dal Codacons: "Non è tanto l’operazione in sé a sollevare dubbi, quanto la scelta dei soggetti operata da Napolitano. In particolare appare assurdo che, in un momento così delicato anche sul fronte economico, il Presidente della Repubblica abbia deciso di non inserire anche un rappresentante reale dei cittadini. Con le sue nomine Napolitano non ha avvertito il vento di cambiamento che soffia in Italia, e che porta i cittadini a voler essere finalmente protagonisti della vita e delle scelte del nostro paese".
(01 aprile 2013)