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 2013  marzo 30 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA SOLUZIONE NAPOLITANO


ROMA - Una breve comunicazione alla sala stampa alla Vetrata del Palazzo del Quirinale e le dimissioni di Giorgio Napolitano evaporano. Il capo dello Stato, al contario, non si dimette, considera ancora "operativo" il governo Monti e annuncia il lavoro di due "gruppi ristretti di personalità", rispettivamente dal profilo politico-istituzionale ed economico-sociale, incaricati di formulare "precise proposte programmatiche oggetto di condivisione su temi di carattere economico e istituzionale". Il presidente della Repubblica allontana, dunque, l’ipotesi di una sua prematura uscita di scena perché "penso di poter contribuire fino all’ultimo giorno del mio mandato" a trovare una soluzione alla situazione di stallo determinata dalle elezioni politiche.
"Persistono posizioni diverse sul governo", ha sottolineato il presidente annunciando però che "continuo a esercitare il mio mandato fino all’ultimo giorno come il senso dell’interesse nazionale mi suggerisce". "Non nascondendo al Paese le difficoltà che sto ancora incontrando e ribadendo la mia fiducia nella possibilità di un responsabile superamento della situazione che l’Italia attraversa", ha aggiunto.

Malgrado il capo dello Stato non abbia voluto assolutamente negare la gravità della situazione, ha però inteso rassicurare ancora una volta sulle capacità di tenuta del Paese. "Devo ancora una volta sottolineare l’esigenza che da parte di tutti i soggetti politici si esprima piena consapevolezza della gravità e urgenza dei problemi del Paese", ha detto, per cui serve "un accentuato senso di responsabilità" per formare "un valido governo" in tempi brevi.

Tuttavia, ha ricordato Napolitano introducendo quello che è il vero elemento di novità della giornata odierna, il governo Monti è "operativo" e "tuttora in carica", è "dimissionario ma non sfiduciato dal Parlamento". "Il governo - ha preannunciato - sta per adottare provvedimenti urgenti per l’economia, d’intesa con la Ue e con l’essenziale contributo del nuovo Parlamento attraverso i lavori della commissione speciale presieduta dall’onorevole Giorgetti".

Inoltre, ha aggiunto, "mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di personalità, diversi per loro connotazione, di formulare "precise proposte programmatiche oggetto di condivisione su temi di carattere economico e istituzionale". Un quadro che sembra richiamare quanto accaduto un paio di anni fa in Olanda, quando alcuni "esploratori" dei vari partiti si chiusero per giorni in una stanza per trovare le necessarie "compatibilità" sul programma.
I componenti dei due gruppi di "saggi". Sono stati definiti i due gruppi di lavoro che, su invito del Presidente della Repubblica, si riuniranno nel corso della prossima settimana - stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari - su proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea.
Nel primo gruppo, di carattere politico-istituzionale: il prof. Valerio Onida, il sen. Mario Mauro, il sen. Gaetano Quagliariello e il prof. Luciano Violante.
Nel secondo, dal profilo economico-sociale: il prof. Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, il prof. Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; il dottor Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d’Italia, l’on. Giancarlo Giorgetti e il sen. Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro Enzo Moavero Milanesi.
Auspicando che si tratti di un lavoro "molto breve e molto intenso e sopratutto molto cordiale", Mario Mauro spiega a Sky Tg24: "Dovremmo vederci per la prima volta a partire da martedì, si tratta di un compito molto gravoso e complesso, gli aspetti più puntuali e precisi sul contenuto del nostro lavoro verranno resi noti in quella circostanza". "Si tratta di andare a vedere con metodo pragmatico se ci possono essere convergenze sulle quali i partiti possono ritrovarsi", evitando i "veti incrociati. Non è un compito facile, abbiamo alle spalle una lunga serie di fallimenti".
Valerio Onida all’AdnKronos: "Sentiremo dal Presidente della Repubbica cosa esattamente ci chiede di fare. Se questo strumento del gruppo di lavoro potrà avere una utilità per lo scioglimento dei nodi politici che ci sono, e che tutti conoscono, questo lavoro dovrà svolgersi con riservatezza. Non sono ottimista, ma faremo il nostro dovere".
Enrico Giovannini, ancora all’Adnkronos: "E’ una nomina di cui mi sento molto onorato. E’ anche la testimonianza del ruolo che ha assunto l’istituto che ho l’onore di presiedere e del valore delle molte analisi che in questi anni abbiamo messo a disposizione del Paese. Martedì avremo la prima riunione di insediamento e capiremo i tempi e le modalità del lavoro che ci proporrà il Capo dello Stato".
La soluzione d’emergenza immaginata dal presidente sembra essere insomma quella che cammina su due gambe: da un lato il governo Monti (mai formalmente sfiduciato, ha ricordato Napolitano) che porta avanti l’ordinaria amministrazione e si impegna ad adempiere a tutte le scadenze politiche ed economiche che il Paese ha davanti a sé; dall’altro i due gruppi di "saggi" incaricati di favorire l’individuazione di riforme economiche, ma soprattutto istituzionali per allontare lo spettro di una legge elettorale che anche in caso di elezioni anticipate rischia di riconsegnare una situazione di stallo, senza chiare maggioranze parlamentari. I nomi delle personalità chiamate a comporre le due commissioni programmatiche, è stato poi precisato, saranno annunciate dal Capo dello Stato nel pomeriggio.
Il mandato di Napolitano scade a maggio e per metà aprile è attesa la convocazione delle camere in seduta congiunta per l’elezione del suo successore. "Nella prospettiva ormai ravvicinata dell’elezione" del nuovo capo dello Stato, il presidente ha quindi auspicato che questa avvenga con "la più ampia intesa" tra le forze politiche.
In prospettiva restano comunque sempre elezioni anticipate, anche se a questo punto un ritorno alle urne ad ottobre pare più probabile che non a giugno. Ma a quel punto Napolitano non sarà più della partita. Elezioni in autunno? "Questa questione non mi interessa. Io sono Presidente della Repubblica in pieno semestre bianco. Non mi occupo di problemi che non posso risolvere oggi con le mie funzioni", ha risposto seccamente il capo dello Stato ai giornalisti che lo interrogavano.

REAZIONI - REPUBBLICA.IT
ROMA - Né dimissioni né governo del presidente. Alla fine il presidente della Repubblica con l’annuncio delle due commissioni di saggi e "l’endorsement" del governo Monti ha spiazzato tutti, ma non ha deluso nessuno. Almeno a stare alle reazioni in arrivo dal mondo politico dopo la comunicazione fatta dal capo dello Stato poco dopo le 13 nella sala stampa del Quirinale.
Bersani: "Pd pronto per Napolitano". Il leader del centrosinistra, Pier Luigi Bersani, risponde alla comunicazione del capo dello Stato offrendo la massima disponibilità del suo partito. "Il Pd - ha detto Bersani - è pronto ad accompagnare il percorso indicato da Napolitano. Un governo di cambiamento e una convenzione per le riforme restano il nostro asse". Prima del segretario, il deputato Paolo Gentiloni, uno dei più aperti alla collaborazione con il Pdl, aveva commentato: "Napolitano ha indicato una strada nel pieno rispetto delle sue prerogative, ora tocca a noi seguirlo. L’Italia è in buone mani, la decisione del presidente di restare fino all’ultimo giorno, tranquillizza il Paese, i mercati e l’Europa. Si tratta ora di lavorare nei prossimi giorni per individuare i punti essenziali di una possibile soluzione di governo". Il presidente dei senatori del Partito democratico, Luigi Zanda, intervistato da Sky Tg24: "La decisione del presidente Napolitano di restare al Quirinale fino alla fine del suo mandato è l’unico fatto politico positivo degli ultimi giorni". Rosy Bindi ringrazia Napolitano "per la paziente e saggia conduzione di questa difficile crisi e per strenua la fedeltà al mandato costituzionale, ribadita anche oggi con l’assicurazione di voler restare al proprio posto per il bene dell’Italia fino dalla fine del suo settennato".
Scelta civica. "Perfetta condivisione della scelta del capo dello Stato", sottolinea per Scelta Civica Andrea Olivero. Si tratta di ciò, aggiunge, "che avevamo auspicato perché garantisce la continuità della presidenza della Repubblica e ci riporta in maniera ferma e netta alla centralità del programma, mettendo in secondo piano formule di governo che sono state elemento di discussione e che non hanno portato a nessun avvicinamento tra le forze politiche".
Alfano: "Grande coalizione o voto". "Come ulteriore atto di disponibilità e di responsabilità verso il Paese, esprimiamo apprezzamento per la verifica programmatica auspicata dal Capo dello Stato, e speriamo che questo metodo dia buoni frutti"". Lo dichiara il segretario politico nazionale del Pdl, Angelino Alfano. "Il Paese - sostiene - è già stato trascinato per un mese dal Pd in una inutile perdita di tempo. Ora sarebbe rischioso protrarre lo stallo oltre ogni ragionevolezza, peraltro alla vigilia di una delicatissima riapertura dei mercati". "Per noi - prosegue Alfano - resta valido quanto abbiamo costantemente sostenuto. Delle due l’una: o governo politico di grande coalizione o subito al voto".
Lega: "Bene Napolitano, unica via". La Lega si spinge ancora più in là. "Il modello indicato dal presidente Giorgio Napolitano ricorda quello olandese, lo stesso che la Lega Nord ha proposto fin dall’inizio", affermano Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci, capigruppo della Lega Nord alla Camera e al Senato. "Secondo noi è l’unico sistema valido per uscire dall’attuale situazione di stallo politico - aggiungono - e al tempo stesso per superare la crisi economica in cui si trova il Paese".
M5S, dalle accuse di inciucio al "ci piace". Il capogruppo al Senato, Vito Crimi, su facebook: " "E adesso subito le commissioni permanenti! Il presidente Napolitano ci ha dato ragione (...): un governo, sebbene limitato agli affari di ordinaria amministrazione, in Italia è operativo, con la collaborazione del Parlamento". "In questa fase, dunque - prosegue Crimi -, per poter emettere un decreto d’urgenza fuori dagli affari ordinari, il governo deve chiedere l’autorizzazione al Parlamento. Da molti è vista come una situazione anomala, ma a nostro avviso è la miglior soluzione possibile in un Paese che ha visto negli ultimi anni succedersi governi che hanno imposto le loro politiche a Parlamenti succubi ed esautorati del loro ruolo".
Prima di Crimi, strano balletto inscenato dal "comunicatore" Claudio Messora. Che, mostrando ancora una volta memoria corta, attacca Napolitano. "Sembrerebbe essere avvalorata l’ipotesi di un inciucio di larghe intese, si presume Pd-Pdl", scrive su Facebook. Proprio Messora che pochi giorni dopo il voto proponeva di "lasciare in carica il governo Monti, con una prorogatio, e trasferire tutto il peso delle riforme al Parlamento, con una sorta di ’legislatura parlamentare’". Una soluzione che appare estremamente simile a quella prospettata oggi dal presidente della Repubblica.
Più tardi, a Sky, lo stesso Messora fa una ingombrante marcia indietro: quella di Giorgio Napolitano "è una scelta che ci piace. Con un po’ di realismo è, tra tutte quelle possibili, quella che si avvicina alla soluzione di questo momento". A conferma del gradimento, l’Agi cita fonti del M5S secondo cui la decisione di Napolitano, appunto, è in linea con quanto Grillo e in suoi hanno detto e ridetto: un Governo già c’è e il Parlamento ha tutte le carte in regola per legiferare.
Sempre a Sky, Messora parla anche di "ripensamenti" tra i parlamentari del M5S, ma per come è andata sembra parlare di se stesso: "I ragazzi sono attraversati costantemente da moti di ripensamento, di coscienza, ma sono anche consapevoli di essere stati eletti con un mandato chiaro degli elettori: quello di rappresentare quella che Beppe Grillo chiama la rivoluzione senza ghigliottina".
Migliore (Sel): "Contrasteremo governo con Berlusconi". "Noi contrasteremo un governo con Berlusconi, perché esiste anche una responsabilità nei confronti del Paese che un governo Pd-Pdl non lo vuole". Lo dice Gennaro Migliore di Sel. Quanto all’istituzione delle due commissioni di saggi annunciate da Napolitano, Migliore dice di "non aver capito quali siano gli intenti dal punto di vista istituzionale. Aspetterei i successivi passaggi".
Cesa (Udc): "Ora politica sia all’altezza". "Da Giorgio Napolitano è arrivato ancora una volta un segnale di alta responsabilità istituzionale di fronte alla complessa situazione che sta vivendo l’Italia. Ora la politica si dimostri all’altezza del suo presidente mettendo da parte ogni convenienza di bottega e lavorando nell’interesse generale del Paese". Così Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc.
Boldrini: "Da Camera piena collaborazione". "Sono grata al presidente Napolitano per essersi impegnato senza risparmio in questi giorni, nel tentativo di dare una risposta alla difficile crisi politica. Con scrupolo e con rigore egli ha prospettato oggi un nuovo percorso politico e istituzionale". Così il presidente della Camera, Laura Boldrini. "La Camera dei Deputati seguirà con estrema attenzione la fase che si apre, assicurerà piena collaborazione istituzionale al presidente della Repubblica e al governo in carica, lavorando intensamente per dare risposte immediate ai problemi che colpiscono la vita delle famiglie italiane".
Commissione Ue: "Fiducia nel processo democratico italiano". La Commissione Ue "ha fiducia nel processo democratico italiano per trovare la giusta soluzione". Così un portavoce dell’esecutivo Ue all’Ansa dopo le decisioni annunciate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
WSJ: "Napolitano guadagna tempo". "Una inusuale mossa strategica per guadagnare tempo per risolvere le profonde divisioni politiche". Così il Wall Street Journal descrive la scelta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "I problemi che l’Italia si trova ad affrontare sono numerosi e includono cambiare la bizantina legge elettorale, far uscire il paese dalla recessione e rivedere il lento sistema giudiziario" afferma il Wall Street Journal, sottolineando che l’Italia non può permettersi più di tanto che l’instabilità politica si vada ad aggiungere alle sfide che arrivano da un’economia in difficoltà e una montagna di debito che preoccupano le altre capitali europee e gli investitori.
(30 marzo 2013)

CHI È VALERIO ONIDA - http://www.polisblog.it/post/69399/dalla-corte-costituzionale-al-possibile-incarico-di-governo-chi-e-valerio-onida

Il nome che si sta facendo con insistenza negli ambienti parlamentari, e di conseguenza nelle redazioni giornalistiche, è quello di Valerio Onida: potrebbe essere lui l’uomo indicato dal Pd a Napolitano per un mandato esplorativo nella speranza di poter mettere insieme la maggioranza per un governo di scopo. Ma chi è Valerio Onida.

Classe 1936, milanese, Onida viene da una famiglia illustre: il fratello è professore di economia alla Bocconi mentre il figlio è un professore di fisica. Valerio Onida invece è un giurista e professore universitario, eletto nel 1996 giudice della Corte Costituzionale. Nel 2004 è diventato Presidente della Corte Costituzionale succedendo a Gustavo Zagrebelsky, un altro giurista impegnato poi nel dibattito politico. L’anno successivo lascia la Consulta.

Il suo impegno in campo politico risale agli anni universitari, quando aderisce all’associazione Fuci che riuniva gli studenti cattolici. Negli anni ‘70 partecipa alla commissione che scrive lo statuto della Regione Lombardia ed è poi nel comitato legislativo della giunta. Specializzato in diritto costituzionale e amministrativo, scrive anche lo statuto del Comune di Milano e difende la Regione Lombardia e altre Regioni in controversie con lo Stato.

Non è mai stato iscritto a nessun partito ma nel 2010 ha partecipato alle primarie del centrosinistra per le elezioni comunali di Milano, arrivando terzo dopo Giuliano Pisapia (che poi vincerà le elezioni) e l’architetto Stefano Boeri conquistando il 13,41% dei voti.

È membro dell’associazione Libertà e Giustizia e collabora con il sito lavoce.info.

CHI È FILIPPO BUBBICO (WIKIPEDIA)

Filippo Bubbico (Montescaglioso, 26 febbraio 1954) è un politico e architetto italiano.
Indice

1 Biografia
2 La politica
3 Note
4 Opere

Biografia

Laureato in architettura a Roma nel 1979, l’anno seguente venne eletto sindaco del suo paese e dal 1985 entrò per la prima volta nel Consiglio Regionale della Basilicata; nel 1987 si dimise tuttavia da quest’incarico per diventare segretario provinciale del Partito Comunista Italiano a Matera.
La politica

Dal 1991 aderisce dapprima al Partito Democratico della Sinistra e poi ai Democratici di Sinistra. Nel 1995 diventa per la seconda volta consigliere regionale e Vice Presidente della Giunta Regionale ricoprendo, inoltre, l’incarico di assessore alla Sanità e all’Ambiente ed in seguito quello di presidente della regione Basilicata dal 2000 al 2005, alla guida di una coalizione di centrosinistra ottenendo il 63,1% dei consensi contro il 35,1% di Nicola Pagliuca candidato del centrodestra e lo 0,8% di Maurizio Bolognetti candidato della Lista Bonino Pannella.

Eletto in Basilicata al Senato dopo le elezioni politiche del 2006 in rappresentanza dell’Ulivo, il 18 maggio del 2006 è stato nominato Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico nel secondo governo Prodi.

Il 25 ottobre 2006 si dimette da senatore e viene sostituito da Salvatore Adduce. L’anno seguente si candida alle primarie del Partito Democratico nel collegio di Pisticci con una lista a sostegno di Walter Veltroni.

Nelle elezioni del 2008 viene eletto senatore nel Partito Democratico. Al Senato, è presidente della commissione permanente per l’industria, il commercio e il turismo.

Nel dicembre 2012, alle primarie del PD della provincia di Matera, indette per eleggere i candidati del partito al Parlamento italiano in vista delle elezioni politiche italiane del 2013, ha ottenuto il primo posto tra i vari candidati con 5.144 preferenze[1], è quindi candidato del PD al parlamento italiano alle elezioni 2013. Il 25 febbraio 2013 viene rieletto senatore.

Il 30 marzo 2013, in quanto presidente della commissione senatoriale permanente, viene invitato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a far parte della "gruppo ristretto" che si occuperà di preparare iniziative di leggi nel campo economico e sociale.