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 2013  marzo 30 Sabato calendario

tragedia In Una stanza dell’hotel Hermitage, zona Chinatown Uccide la madre e tenta il suicidio «Volevamo morire insieme» Il 31enne, ex agente di Valeria Marini, aveva problemi economici

tragedia In Una stanza dell’hotel Hermitage, zona Chinatown Uccide la madre e tenta il suicidio «Volevamo morire insieme» Il 31enne, ex agente di Valeria Marini, aveva problemi economici. La socia: «Disperato per un prestito negato» «Non ho ucciso mia madre, volevamo suicidarci insieme». Questo ha raccontato agli investigatori Dario Biolcati, 31 anni, ex assistente della showgirl Valeria Marini, trovato giovedì sera in una stanza d’albergo con i polsi tagliati accanto al cadavere della madre 59enne, Elena Monni. Hotel Hermitage, quattro stelle lusso in via Messina 10, zona Chinatown, nel centro di Milano. La polizia è arrivata poco prima di mezzanotte nella stanza al terzo piano e ha trovato la donna già deceduta, con un profondo taglio al polso destro, probabilmente stroncata da un cocktail di alcol e farmaci. Il figlio, invece, si era chiuso in bagno ed era in stato di semi incoscienza. I poliziotti, una volta sfondata la porta, lo hanno trovato riverso sul lavandino, in una pozza di acqua e sangue, con un taglio al polso e uno alla gola. Biolcati ha cercato di rifiutare le cure e ha chiesto di assumere altra cocaina: è stato bloccato e portato in ospedale, dove è in stato di fermo per omicidio premeditato aggravato dal vincolo di parentela. Sarà interrogato dal pm Gianluca Prisco non appena sarà in grado di poter rispondere. LE LETTERE - L’ipotesi del doppio tentato suicidio è avvalorata da una lettera trovata nella camera, in cui madre e figlio hanno scritto che avevano intenzione di uccidersi perché non ne potevano più della loro «vita di stenti». Ricoverato in stato di fermo al Niguarda, Biolcati è stato medicato per i tagli - giudicati guaribili in 30 giorni - e sottoposto a una lavanda gastrica per evitare l’avvelenamento da alcol, droga e farmaci assunti con la madre. Sul suo profilo Facebook, Biolcati aveva «postato» l’ultimo messaggio giovedì sera: «Arrivederci...». LA TELEFONATA - Biolcati abitava con la madre, invalida fin da quando aveva 22 anni, in un appartamento in affitto in via San Senatore, zona Missori, e per arrotondare aveva subaffittato una stanza a un 24enne bielorusso. Giovedì sera, intorno alle 20, si è presentato con la madre all’hotel in via Messina, che conosceva per passate frequentazioni, e ha chiesto una stanza. Qui il giovane, dopo aver assistito alla morte della madre o forse averla aiutata a morire (vicino al corpo, oltre ad alcune lamette, farmaci e bottiglie di alcolici, è stato trovato anche un sacchetto di plastica macchiato di sangue), ha telefonato a un amico e al padre, che da un anno era separato dalla moglie ed era tornato a vivere a Torino, sua città d’origine. «La mamma è morta - avrebbe detto, esprimendosi in modo confuso, probabilmente sotto l’effetto di farmaci e di cocaina - ora mi uccido anch’io». Forse un’ultima, inconscia richiesta d’aiuto. LA CORSA - A quel punto il padre, allarmato, ha chiamato la Questura piemontese, che immediatamente ha contattato quella di Milano. La polizia è andata in un primo momento nell’appartamento in zona Missori, ma in casa c’era soltanto il giovane straniero. Hanno quindi localizzato a tempo di record il cellulare di Biolcati e hanno fatto irruzione nella stanza d’albergo, appena in tempo per salvare il 31enne. L’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni, potrà fornire altri elementi sulle cause della morte della madre. Il figlio, per ora, rimane in stato di fermo per omicidio premeditato. IL PRESTITO NEGATO - Francesca Fortini, socia di Biolcati nella società di comunicazione «La Reve Pr & Adv Snc» che cura eventi a Milano e segue l’immagine di personaggi famosi e aziende, in un’intervista a Candida Morvillo ha raccontato della difficile fase che il 31enne stava attraversando dopo la fine del rapporto di lavoro con la Marini, che l’aveva soprannominato «Topostar». «Dario era stato assistente di Valeria Marini per sette anni, fino al 2012, e aveva curato il suo ultimo evento in showroom a Milano a fine febbraio, ma lei non l’aveva ancora pagato perché lui non aveva ancora neanche fatturato, non potendo permettersi di anticipare il pagamento dell’Iva. Aveva tre mesi d’affitto arretrati per la casa in cui viveva con la mamma a Milano. Aveva chiesto un prestito a Barclays Bank, ma piccolo, credo di seimila euro e io avevo offerto una firma di garanzia. Ieri sera, però, l’ho sentito verso le sei, era sconvolto perché gliel’hanno negato. Diceva che non poteva finire portare la mamma a dormire sotto i ponti e che doveva proteggerla. Ho cercato di tranquillizzarlo, gli ho detto che gli avrei preparato altri documenti e avremmo ritentato stamattina con un’altra banca. Ho passato la notte a prepararli, quei documenti». La Fortini ha riferito che Biolcati aveva già tentato il suicidio due anni fa, ingerendo farmaci in un hotel di Roma. Redazione Milano online29 marzo 2013 | 17:39© RIPRODUZIONE RISERVATA