Roberto Giardina, ItaliaOggi 29/3/2013, 29 marzo 2013
DE’ LONGHI, SUCCESSO IN GERMANIA
Peer Steinbrück, sfidante di Angela Merkel, dileggia gli italiani che votano per i clown Beppe e Silvio, ma ama il Pinot, almeno da 5 euro al bicchiere, e il cappuccino che, come i suoi connazionali, gusta anche a mezzanotte, e un buon espresso. Quasi sicuramente usciti da una macchina con il marchio De’Longhi.
La Frankfurter Allgemeine Zeitung dedica un articolo entusiasta al gruppo che ha rivitalizzato il mercato del settore in Germania. Alla casa di Treviso è stato da poco assegnato il premio per l’azienda che ha registrato il più rapido aumento di mercato.
La società di famiglia, scrive il quotidiano di Francoforte, ha investito, nel 2011, una cifra pari a 13 milioni di euro, in gran parte sugli apparecchi d’aria condizionata e i termosifoni. Oggi l’investimento è quintuplicato, mentre gli utili provengono soprattutto dalle macchine da caffè automatiche, diventate una vera mania per i tedeschi, un autentico status symbol. I connazionali di Frau Angela sono dei perfezionisti e vogliono offrire agli ospiti un ottimo caffè e, naturalmente, un cappuccino. Se si è italiani, un rifiuto di gustare la specialità del padrone di casa equivale a una grave offesa.
Nel 2004, la De’Longhi ha cominciato a vendere le prime macchine automatiche, balzando subito in testa nel mercato. L’anno scorso ne ha venduto 236 mila pezzi, e 300 mila Nespresso. Nel 2012, il fatturato ha raggiunto i 145 milioni, pari a un terzo del mercato complessivo per le macchine da caffè, e del 70% per il settore Nespresso. Il fatturato complessivo per tutti gli apparecchi da cucina e da riscaldamento ha sfiorato i 193 milioni, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. L’utile è stato di circa 10 milioni di euro. Quest’anno, il giro d’affari dovrebbe aumentare di un ulteriore 10% almeno raggiungendo i 220 milioni di euro. Una previsione giudicata molto prudente, probabilmente andrà meglio.
La De’Longhi ha anche rilevato la tedesca Braun, da qualche anno con il fiato grosso, e l’ha riportata a nuova vita, come scrive la Frankfurter Allgemeine. Gli italiani hanno saputo infondere nella casa un nuovo spirito ed energia: la Braun arriva a 200 milioni di fatturato in gran parte proveniente dall’export. Sul mercato di casa si superano di poco i 20 milioni. Un tradizionale Made in Germany con stile italiano. La precedente proprietaria, la Procter & Gamble, in passato, aveva trascurato l’azienda tedesca. In estate verranno presentati nuovi apparecchi e si prevede che gli effetti sul mercato si avranno entro un paio d’anni.
Il successo italiano, si commenta, è dovuto non solo ai prodotti ma anche alla capacità gestionale. I manager della De’Longhi sono capaci di prendere decisioni rapide, investono nella sperimentazione e in pubblicità forti somme in rapporto a una produzione comunque limitata e settoriale. «Noi desideriamo che i nostri prodotti si distinguano dalla concorrenza», dice il direttore della De’Longhi in Germania, Helmut Geltner, «le macchine con il nostro marchio devono offrire ai clienti qualcosa di esclusivo e di particolare». Non si è conquistato un mercato, ma in gran parte è stato quasi inventato cambiando il gusto dei tedeschi, di solito tradizionalisti.