Valerio Cappelli, Io Donna 16/3/2013, 16 marzo 2013
QUANTE LACRIME SU QUEL SET
Il romanzo non l’avevo letto e non sapevo bene di cosa parlasse, poi ho scoperto che otto miei amici su dieci lo conoscevano». Il bello di Filippo Scicchitano è la sincerità dei suoi 19 anni. È il protagonista, con Gaia Weiss, di Bianca come il latte, rossa come il sangue: il bestseller di Alessandro D’Avenia (1 milione di copie), diventa un film di Giacomo Campiotti. Nelle sale dal 4 aprile, è l’esordio al cinema della Lux di Matilde e Luca Bernabei che finora si erano esercitati nelle fiction.
Filippo dice di aver «pianto molto in questo film». Interpreta Leo, un ragazzo innamorato di una ragazza più grande di lui, affascinato dalla luminosità dei suoi capelli rossi; scopre che lei «ha una malattia terminale e fa il passo che lo porterà a una prima maturità importante, decide di starle accanto. E cresce in un solo mese di dieci anni». Si ferma: «Non sono bravo a raccontare la trama».
Lei racconta sempre che...
Che sono stato bocciato due volte e poi ho lasciato il liceo. La scuola non mi invogliava, d’altronde se parli con i miei coetanei voglio vedere quanti ti rispondono che sono contenti di andare a scuola. Ho lasciato con l’idea di trovare motivazioni ma non sapevo nemmeno io dove cercarle. Ho sbagliato, allora non lo capivo. E voglio recuperare, prendere un diploma per poi studiare Legge all’università. Da piccolo volevo fare l’avvocato.
Intanto si sta facendo una sua cultura, divora libri su libri.
Sono un autodidatta, mi devo arrangiare così.
Ha scoperto Pasolini.
Un esempio per i ragazzi della mia età. Ho amato follemente Mamma Roma. Era un intellettuale borghese capace di parlare alla pancia delle persone più semplici, dei sottoproletari.
Campiotti dice anche di aver usato il linguaggio dei ragazzi. Scialla!, che l’ha rivelata e dove impersona uno studente svogliato costretto a una convivenza forzata col padre (Fabrizio Bentivoglio), è una full immersion nello slang romanesco.
Sì ma nessuno dei due film è per gli adolescenti, Scialla! è piaciuto più agli adulti.
La sua vita è cambiata dopo Scialla!, aveva 16 anni...
Se penso che ai provini non volevo nemmeno andare, avevo accompagnato un amico, sparai una cifra pazzesca per non farmi prendere. Avevo perso la bussola, senza una mia identità. Poi ho capito che stavo buttando un’occasione.
Dice che è riuscito a non farsi travolgere, che vive ancora a casa con la madre e tre sorelle.
È complicato, io sono il più piccolo, mi coccolano, impari tante cose delle donne, come si truccano, come si vestono, a mio modo le conosco. Vivo ancora da mamma, devo fare altri film per andare a vivere da solo.
Un giorno speciale di Francesca Comencini, dove interpreta un autista, è un film sulla cattiva politica. Quando vede ragazzi poco più grandi di lei nel Movimento 5 stelle...
Ho votato solo alla Camera perché non ho ancora 25 anni. Ma non ho dato la preferenza a Grillo, è un discorso riduttivo il suo, non è concreto o coerente. Un comico può diventare un buon politico, ma lui non ha studiato per diventarlo. A me sembra solo uno molto furbo.
Non accade spesso che un ragazzo voglia parlare a lungo di politica. Che cosa ha pensato del politico tedesco, il candidato cancelliere Peer Steinbrück, quando ha detto che in Italia hanno vinto due clown?
Ha fatto un commento giusto ma il presidente Napolitano ha fatto bene a cancellare l’incontro con lui. Un comico in politica... fa ridere, ma è quello che si sono meritati i partiti. Centrodestra e centrosinistra hanno lasciato che Grillo prendesse piede, l’elettorato è stanco e ha visto in lui una novità, molti miei amici che l’hanno votato non lo vedono come un leader, chiedono solo un cambiamento. Non c’è nulla in cui possa dargli torto sulla malapolitica. La sinistra è andata a perdere da sola. Alle primarie del Pd avevo votato Renzi, con lui Berlusconi non sarebbe ridisceso in campo e il Pd avrebbe sicuramente preso più voti.
In Cile sta girando il suo quarto film, Il mondo fino in fondo di Alessandro Lunardelli.
Interpreto un omosessuale ma non l’ho mai rivelato a nessuno, mi innamoro di un ragazzo e mio fratello maggiore (Luca Marinelli, ndr) mi raggiunge tra i ghiacciai in Patagonia per riportarmi in Italia.
Dopo l’incoscienza con cui si buttò in Scialla!, è venuta la consapevolezza.
Non mi sento mai all’altezza. Ho letto di attori molto più importanti di me che si pongono lo stesso problema. Io lo sono diventato per puro caso, forse la mia fortuna è di non vivere visceralmente il lavoro, ascolto parecchia musica, Battisti, Battiato, il primo Vasco, sono vintage, sono perfino contro le abbreviazioni con cui si esprimono i miei coetanei. Le parole sono importanti.
All’insegnante che l’ha bocciato per due volte, cosa direbbe?
Ma sa, è stata colpa mia, mi ero perso nel nulla. Lei diceva il classico: “È un bravo ragazzo ma non si applica”. Le chiederei scusa.